Fine giugno

Si saranno informati del caldo che può fare all’isola di San Giorgio  in questi giorni quelli che hanno deciso di sposarsi a Venezia?

Perché è vero che sarà tutta una tenda a coprire lo spazio del  teatro  ma la calura lagunare non perdona !

Comunque mi fanno tenerezza le proteste dei cittadini che aprono enormi teloni di protesta  in piazza San Marco poi quando vanno a casa si ricordano che gli manca qualcosa da mettere in valigia per le vacanze e la vanno a ordinare su Amazon .

Così va il mondo , si protesta per riflesso condizionato , si applaude per lo stesso quando ci fa comodo non badare tanto alla coerenza.

Caldissimo giugno , personalmente faccio fatica anche a leggere e poi c’è  ancora chi nega il climate change.

Crediamo alla buona novella di una pace tra Iran e Israele , il povero Zelewsky si è messo pure una tristissima giacchetta nera per sperare ancora in un colpetto sulla spalla da parte del pazzo megalomane che vuole il Nobel per la pace.

Intanto a Gaza , ma ormai mi rifiuto anche di guardare le foto dei poveri gazawi che muoiono per una pentola di farina, nessuno ne parla più.

La psicosi della bomba iraniana aveva terrorizzato tutti e se poi era una specie di remake delle bottigliette di polvere irachena?

Intanto attraverso la classica distrazione di massa , un problema per volta , please! con una promessa di riarmo generale spostiamo l’attenzione da una guerra all’altra.

Questo Papa , mi pare miss Mondo quando chiede la pace nel mondo , non mi pare intenzionato a scandalizzare nessuno.

Sta per partire il torneo di Winbledon , si pettinano i prati inglesi e si raccomanda il dress code bianco  ( tollerati pochi millimetri di colore sui bordi ) , questo è ancora il fascino della vecchia Inghilterra.

Sinner è diventato tutto uno sponsor , mi domando se arriverà anche a vendere le pentole , rischia di farmi diventare simpatico quel boccalone di Alcaraz !

Una giornata speciale

E’ San Giovanni , auguri a Bea che oggi compie trentanni !! una donna grande che lavora lontano e ha una vita sua nella quale si guarda soltanto dalla porta socchiusa.

Poi a quel mio figlio Giovanni che ancora si ostina a viaggiare e lavorare , al nipote Giovanni , un raro esempio di giovane saggio , Poi ,poi arriva l’onda musicale .

Johannah   ed è Strauss , Johannistag ed è Wagner e soprattutto è ancora e sempre il mio “bel San Giovanni “ la festa fiorentina.”

Ci fui battezzata in San Giovanni quando ero un fagottino di pizzi in braccio ad una madrina che non ricordo in una foto sbiadita dei lontani anni trenta di un secolo che non fu felice ma che sembra un gioco da ragazzi a ricordarlo.

Si faranno ancora i “Fòchi” ? pedalavamo in bicicletta da San Gervasio fino al “regresso “ , la curva di San Domenico .

Raffinatezze linguistiche perdute , da li fuochi si vedevano meglio e fu li che venendo giù da Fiesole il mio vecchio babbo mi disse quanto è bella Firenze , mi dispiace di morire .

Io a Firenze non ci vado più , tanto la  mia città non c’è più  e poi per arrivarci devo correre alla coincidenza di un treno che sta sottoterra nell’inferno della stazione di Bologna.

Strana festa questo San Giovanni che mi legò a questa mia nuova patria nelle Marche quando scoprì che era anche la festa del santo patrono a Numana , la porta di bellezza con cui entrai in questa terra lontana.

Perché una volta dalla Toscana alle Marche era un salto dall’altra parte , dove il sole sorge e non muore nel mare , in quella terra lontana che faceva sospirare le Sorelle Materassi pensando alla sorella che era andata a sposarsi con un ferroviere in Ancona , dove quell’IN era una cesura temporale feroce.

L’acqua di San Giovanni non rientra nelle mie tradizioni però vedo tante foto di piattini coloratissimi e ne prendo atto anche se non ho ben capito le proprietà terapeutiche del brodo di cottura.

Dimenticavo ! ho anche una nipote Giovanna , evidentemente il nome in famiglia è inflazionato”

Buon San Giovanni anche a lei.

Un giorno in viaggio

Un viaggio in treno che sarà lungo , nel vagone c’è solo un’altra donna ,è giovane e d è immersa in un suo libro tedesco.

Dopo cento chilometri scopro che invece è italiana , lavora all’Università di Monaco ed è diretta a Firenze.

La sua meta ,l’Istituto di cultura germanica è il palazzo accanto alla casa di mia sorella.

Abbiamo molti interessi comuni e alla fine il viaggio si rivela uno di quegli strani incontri di una vita , sembra che ci si conosca da sempre.

Poi , come un classico gioco ci chiediamo a vicenda quali sono per ciascuna di noi i massimi scrittori del Novecento che ci hanno toccato di più.

Facile e forse un po’ scontata la scelta dei primi due : Thomas Mann e Marcel Proust , sul terzo io avanzo , dopo un po’ di ricerche mentali Musil e lei mi spiazza con un Cèline che mi stupisce e non condivido.

Ricordo quel  libro Le voyage au bout de la nuit rimasto con un segno tra le pagine , non ero riuscita ad andare avanti e lo avevo riposto tra i libri che proprio non mi piacevano.

Lei invece cercava di spiegarmi il capolavoro , poi a Bologna le nostre strade si sono divise ed è finita l’amicizia appena sbocciata.

Qualche giorno fa passando davanti a uno scaffale di libreria alla ricerca di qualcosa da leggere la mattina , al mare , ho ripensato a quel  viaggio e a  quella segnalazione.

Il capolavoro rigettato mi esplode tra le mani , divoro pagine e pagine . come se vedessi dieci film .

Dalla guerra nelle  Ardenne al Congo , dall’America fordista a una Parigi dalle mille banliuex , si sdipana questa storia crudele e assurda , magica e commovente  , folgorante e sconcertante .Aveva ragione lei , la mia pigrizia di lettrice mi aveva fatto abbandonare un miracolo letterario , forse anche insospettita dall’anti semitismo dell’autore.

Ho ripreso a leggere da dove lo avevo lasciato , poi sono tornata indietro , poi di nuovo sto rileggendo questo libro straordinario che la mia pigrizia di lettrice aveva disdegnato .

Non mi ricordo più il nome della mia compagna di viaggio . vorrei tanto ringraziarla e ammettere tutta la mia ignoranza :  a distanza di anni mi hai fatto un regalo , anche se non lo saprai mai.

Madri e figli

Un pomeriggio caldo di metà giugno . 

Da una casa vicina mi giungono allegri gridi di bambini , inizialmente mi fanno tenerezza , poi i decibel crescono e penso che la piccola padrona di casa abbia invitato l’intera a classe di scuola materna ad una merenda in giardino.

Quando mi affaccio scopro con stupore che i bambini sono solo due e le urla sempre più belluine che scandiscono i loro giochi aumentano di volume nella totale indifferenza delle madri che serenamente parlano tra di loro senza che l’assordante rumore scandisca il loro parlottare.

Allora penso con terrore a quello che deve essere il volume di una classe intera , alla difficoltà delle povere maestre che devono combattere con esserini deliziosi e incapaci di controllare le loro inutili grida che ,badate bene, non servono assolutamente a scandire giochi , solo a eccitare la loro naturale voglia di scatenarsi inutilmente.

Mi sono ricordata dei treni tedeschi dove i bambini sono molto più controllati , le madri danno loro libri da disegnare, piccoli giochi da tavolo e se alzano la voce vengono zittiti immediatamente .

Ricordo ancora un ristorante a Zurigo quando pensai che la carrozzina con bimbo vispissimo doveva essere tecnicamente monitorata dai giovani genitori di modo che l’infante non desse fastidio ai vicini.

Mi domando allora : come è possibile che nel nostro paese ci sia solo un modo di lasciare i bambini senza controllo , magari convinti di fare con questo metodo delle creature più libere e felici?

In treno comincio a tremare quando mi trovi vicina a famigliole italiane , quello che colpisce è la sordità genitoriale , la mancanza di controllo di italiche madri che lasciano incuranti del fastidio che i bambini recano ai vicini e  che i loro pargoli possano fare di tutto meno che starsene buoni al loro posto assegnato.

Eppure basterebbe  poco : quando esasperata alla fine esclamo :stai buono bambino ! la creatura mi guarda stupita e poi si calma , non ho fatto minacce , non ho gridato.

La mamma invece mi guarda con odio e pensa di me tutto il possibile,  come se osassi , vecchia strega , interrompere la felice gioia ossessiva del pargolo in libertà sfrenata.

Sono le giovani mamme da rieducare , la morale è questa.

Bollettino quotidiano

La geopolitica dei massimi sistemi .

Come aveva detto chiaramente Papa Francesco stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzi.

Le macerie di assomigliano tutte , i palazzi sventrati , le pareti offese di stanze un tempo chiuse nei propri segreti si affacciano dai teleschermi  tutte uguali , anche la conta delle vittime diventa un meccanismo statistico.

Poi vedi due gambettine di ragazzino ciondolare tra le braccia di un uomo che corre verso un improbabile ospedale e il cuore si fa stretto : chi sarà , dove stanno andando ?, sicuramente sono a Gaza e la polvere che copre tutto l’orrore te la senti nel naso.

Le guerre ci sono sempre state e soprattutto in quella parte di mondo che dai tempi della Bibbia ci ha raccontato genocidi e deportazioni.

Oggi però certi orrori il teleschermo ce li sbatte in faccia e ci sono momenti di irragionevole mancanza di tolleranza.

Se ci spostiamo un po’ più il la vediamo le stesse case violentate a Kiev, ormai sono passati tre anni e anche da quelle parti la normalità sembra essere  il vivere quotidiano di un popolo coraggioso che continua a difendere la sua sovranità.

Il bla bla dei commentatori che ci spiegano gli equilibri tra le grandi potenze . il ruolo marginale dell’Europa e l’inutile ritualità dei G7 che ormai sono una fiera delle vanità , poi tanto Trump sbatte la porta e affacciandosi dalla porta del suo AirForce 1 ci dice quello che gli pare , tanto finché dura lui è il Presidente che gli americani si sono eletto , ci potevano pensare prima tutti quelli che gli avevano dato la fiducia.

La democrazia , già , il male minore ; ma è anche vero che ormai basta essere un po’ populusti , un po’ demagogici e la gente ti vota lo stesso.

Dove sono finiti i politici seri di una volta? Di quando ero giovane io e certe carnevalate nei parlamenti non si vedevano .

 Sono convinta che la pandemia non sia stata l’unica linea di rottura del nostro modo di vivere . Avevamo cominciato prima e non riusciamo a fermare più la ruoto impazzita che seguitiamo a chiamare Terra.

Rileggere I Persiani

L’Iran  attuale è un paese grande cinque volte l’Italia e ha novanta milioni di abitanti.

Una volta si chiamava Persia ed era un paese importante con una grande cultura e una grande storia che fu sconfitto a Salamina da un esercito molto inferiore di forze ma molto più abile e agguerrito.

Ce lo racconta Eschilo nella prima tragedia che ci è arrivata integra e che ci narra della battaglia di Salamina nella quale Serse , forse per eccesso di Yubris , ne uscì sconfitto .

Ma la tragedia è proprio raccontata dalla parte degli sconfitti  e  qui sta la grande potenza del pensiero greco . 

Raccontare una guerra vinta dalla parte dei perdenti rappresentò un meraviglioso messaggio di civiltà.

Tanti anni fa misi in scena la tragedia , dopo averne visto una straordinaria messinscena fatta dal Teatro della Tosse di  Genova dentro  capannoni industriali dismessi .verso Sestri.

Con i ragazzi del Liceo  ( e quella volta furono davvero tanti ) mettemmo le donne persiane col chador , ricordo che eravamo andati a comprare quei cenci nel mercato arabo  e mettemmo i personaggi della Corte persiana su due enormi barili  di greggio.

Fu un grande spettacolo e ci furono altre scuole , colpite dal nostro lavoro , che ci vollero come tutori per i loro lavori futuri.

Perché oggi ripenso a quel testo , al nostro lavoro , al senso di ritornare col pensiero verso l’antichità ?

Dal 472 a.C. ad oggi quanta storia è passata per quel popolo antico?
Oggi Israele attacca l’Iran degli hayatollah , un paese autocratico , retto da un regime totalitario e  forte di un potere religioso fortissimo.

Cosa sappiamo noi della moderna Persia ?

Ho il ricordo di un paese molto aperto e libero nel quale le donne non portavano il velo , ma a comandare erano sempre uomini seduti su barili di greggio, con equilibri internazionali complessi.

Avranno raggiunto un livello di potenza nucleare e quei novanta milioni di persiani avranno davvero la volontà di liberarsi dai loro capi religiosi ?

Cosa ne sappiamo noi occidentali del raffinato antico pensiero poetico persiano  da credere che possa essere facile scardinare un regime per mettercene un altro di uguale o forse peggiore corruzione?

Io intanto mi rileggo Eschilo , forse.In quelle pagine ci sono tante più risposte di quante noi possiamo credere di averne.

Guardare un quadro

Un noto divulgatore culturale ci spiega che il tempo in cui il visitatore medio dedica ad ogni dipinto in un museo è di otto secondi.

In anni in cui viaggiavo con il compagno della mia vita avevamo un modo diversissimo di visitare una pinacoteca.

Lui , per me era esasperante ,stava un tempo lunghissimo davanti ad ogni quadro mentre io facevo in tempo a girare tre sale mentre lui ne visitava una,

Ma il mio modo di guardare era diverso . una prima visione lampo poi regolarmente tornavo indietro per una seconda visione più selettiva e poi alla terza mi fermavo davanti ad un quadro solo , quello che mi aveva colpita al cuore .

Ho sempre guardato con attenzione quello che mi diceva qualcosa di più , qualche volta era una tela famosissima , più spesso un quadro molto meno noto e poi negli ultimi anni mi sono divertita a restringere il mio interesse :ormai dei quadri che mi interessano guardo tutti i particolari.

Non credo che ci sia nulla di accademico nel mio metodo strano , però posso giurare che quel quadro li, quello solo , anche a distanza di anni mi ricordo perfettamente il museo , l’autore e  la sala .

Solo una volta ebbi problemi con il mio metodo , eravamo al Mauritshuis dell’Aia , per una mostra eccezionale di Vermeer e c’erano i tempi contingentati per la visita , ogni mezz’ora entrava un nuovo gruppo e noi dovevamo uscire.

Io feci una cosa molto irregolare e senza farlo apposta , scopriì che oltre la mostra c’erano dei bellissimi Rembrant ignorati in una deserta sala vicina.

Persero le mie tracce e io ritornai serenamente e non redarguita seduta davanti alla Veduta di Deft e ci rimasi una buona mezz’ora.

Così , ringraziando Marcel Proust , ebbi tutto il tempo per  fare entrare nella mia memoria la famosa “ parete gialla” che ovviamente non dimenticherò mai più.

Un attimo in più

Ha suscitato interesse e una certa curiosità il piccolo reel sul sistema di entrare nel personaggio prima di entrare in scena di Jonas Kaufmann postato un attimo prima di entrare in scena nei Pagliacci.

Per chi ha un po’ di memoria non ha fatto vedere niente di nuovo , identico momento di concentrazione fu ripreso , ormai molti anni fa , quando a Parigi si concentrava sull’ingresso in scena di Werther , il famoso Werther parigino.

Quel momento prima di fare quel passo che , come un tuffo nel buio della scena ,assomiglia al salto nel vuoto di un atleta prima della prova.

Il metodo di Kaufmann è sempre lo stesso e noi che amiamo di lui , non soltanto la sua meravigliosa voce , la sua tecnica perfetta ne apprezziamo quel prezioso valore in più : entrando in scena lui entra nel ruolo , quei passi di concentrazione totale gli permettono di diventare , attraverso una totale concentrazione “altro da se” e di assumerne la personalità , i gesti , i pensieri e i sentimenti.

Non tutti i cantanti ne sono capaci , spesso prevale la concentrazione sulle difficoltà musicali , sul rischio della perdita di memoria , sulle mille cose che un cantante in scena deve ricordare. 

Kaufmann no , lui entra nel personaggio e si scorda di ogni altra paura che potrebbe sopraggiungere e noi nel pubblico lo sentiamo , ce ne accorgiamo e questo , aldilà di ogni altra pur preziosa qualità è il suo enorme segreto.

Si chiama carisma.

Lettera aperta 

Cara signora Siglinde

Lei non sa quante mamme hanno palpitato con lei durante l’ultima partita del Roland Garros , nel caso mio anche qualche nonna ,e le garantisco che le ero veramente vicina mentre soffriva insieme a noi per ogni punto di suo figlio , per ogni momento della lunga , interminabile partita .

Lei però che è una mamma speciale , con i suoi due figli dei quali andare orgogliosa e di tutta la sua famiglia che quel ragazzetto dai capelli rossi non manca mai di ringraziare alla fine dei suoi incredibili risultati , anche quando , molto raramente direi , gli capita anche di perdere deve essere comunque molto fiera dei risultati che ha ottenuto.

Se le sue foto hanno fatto il giro del web non se ne dispiaccia , dimostrano solo la verità del suo amore e già che ci sono le faccio i miei complimenti anche per il suo bellissimo nome , carissimo ad ogni wagneriana innamorata dei suoi eroi.

Non so se in Pusteria il suo nome è così diffuso , sicuramente lo è nel cuore di tutti gli appassionati della storia della sua omonima eroina , forse la figura più tenera di tutta la saga dei Nibelunghi.

Adesso tornando nella sua bellissima valle , (che belle passeggiate ho fatto dalle sue parti!, )  dia un bacio per me a quel ragazzo che è nel cuore di molti di più di quanto lui nemmeno si immagina.

Con stima ed affetto  da parte di una vecchia nonna italiana che amava sciare dalle sue parti , che non capisce niente di tennis ma che soffre come lei quando guarda le partite del suo straordinario figliolo,

Guardaroba

 

Ho troppe giacche eleganti nell’armadio.

Me ne sono accorta facendo il cambio di stagione , su e giù di corsa perché ,come era da immaginare , è arrivata in anticipo un’estate calda e poi non è detto che poi ricominci un periodo di pioggia anche in giugno.

Ho vissuto molto anni saltando qua e la nei teatri d’opera , correndo negli aeroporti , dormendoci pure per terra in qualche occasione.

Poi ci fu la svolta della pandemia  e senza rendermene conto immediatamente fu anche un passaggio netto da una anzianità portata bene e una vecchiaia decisa.

Ieri al seggio mentre cercava il mio nome sugli elenchi una scrutatrice mi ha guardato incuriosita , le pareva impossibile la corrispondenza tra il mio aspetto e la mia data di nascita .

Ci ho riso su , nessun  merito , è tutta genetica.

In Toscana di quelle come me si diceva : è della repubblica di SanDonnino , la c’ha cent’anni e un li dimostra!

Io invece me li sento addosso i miei anni quando la mattina mi alzo tutta rotta e più stanca della sera  perché  l’aria di mare è bella ma l’umidità delle mie lenzuola non perdona.

Dicevo delle giacche , troppa roba da teatro , adesso che ne faccio , le mie occasioni mondane si riducono e poi non ci bada più nessuno a certe forme d’antan.

La testa funziona ancora , ma il massimo sforzo lo riserbo a evitare di pensare a tutte le cose storte che vedo intorno a me , cerco di pensare che il mondo non mi riguardi più , ma è un attimo e mi ritrovo sempre immersa in tutto quello che di storto mi circonda .

Ho troppe giacche e troppi nipoti per non pensare al mondo che ereditano e non sono proprio sicura che in qualche modo , nel profondo non sia  stata anche colpa mia.

Non mi assolvo , “ pensieri , opere e omissioni.” , soprattutto le omissioni sono quelle che  mi fanno camminare in una sorta di pensiero centrale , cercando di non cadere qua e là , quando la notte è lunga e il sonno tarda ad arrivare.

Referendaria

Fra due giorni in Italia i cittadini saranno richiamati alle urne per rispondere a cinque referendum che molta probabilità non raggiungeranno il minimo necessario per ottenere un qualsiasi risultato.

Allora il pensiero ritorna a ottanta anni fa esatti , quando un numero incredibile di persone andò a votare per scegliere attraverso un voto referendario la forma politica che dette all’Italia la sua struttura repubblicana  e fu la prima volta nella quale votarono le donne , fu una festa collettiva del paese che usciva dall’infausto ventennio fascista e bene lo ha raccontato nel suo commovente piccolo film Paola Cortellesi : C’è ancora domani.

Da molto tempo ormai i referendum non trovano più la partecipazione necessaria per raggiungere l’obbiettivo , ormai è troppo alto il quorum della metà degli aventi diritto più uno.

La nostra democrazia satura , (è nella media dei paesi europei )

non sente più  quel richiamo ,direi sentimentale ,che portava i cittadini a scegliere i propri rappresentanti neppure quando si tratta di andare a votare per l’Europa e /o per i governi nazionali .

Un po’ di più quando si vanno  a scegliere gli amministratori locali , comunque sempre però molto lontani dalle maggioranze definite “bulgare” della metà del secolo scorso.

Comunque domenica mattina compirò il mio diritto-dovere di cittadina . il mio certificato elettorale è già qui bene in vista sulla scrivania .

Voterò Si e No , ho studiato abbastanza per avere le idee chiare e soprattutto andrò al seggio perché sento un dovere rispettare col mio gesto tutti coloro che per consentirmi questa libertà lottarono e addirittura persero la vita per permetterci la libera espressione del voto.

Ero andata a firmare per il referendum sulla cittadinanza , mi pare che fossero più di un milione le firme raccolte quella volta ma temo che i giovani , quelli che a scuola hanno avuto compagni con tutti i colori della pelle . quelli che ci fanno orgogliosamente vincere le gare , quelli che hanno amici con strani esotici nomi preferiscano andare al mare , dopotutto in questo caso questo anticipo d’estate non li aiuta a deviare al seggio prima di correre nel fresco delle onde.

La vecchia via

mattino

Sono ancora qui , la strada per il mare è tranquilla.

Dopo l’orda selvaggia del primo weekend di giugno oggi vado con tutta calma  , le stesse curve che scoprono la stessa visione del mare , la stessa casa che alla luce del mattino sembra un Casorati , le stesse spalliere di ginestra , quest’anno un po’ precocemente sfiorite , il parcheggio a monte ancora fortunatamente vuoto , il semaforo cha ancora lampeggia , si scende veloci alla Piazzetta.

Incrocio il primo 92 vuoto , la fila ordinata delle macchine dietro , un imbecille in moto che scureggia sorpassando.

Stessa spiaggia , stesso mare , solo che la mia non  è spiaggia, sassi rotolanti su onde che sbattono sui piedi dolenti degli sprovveduti senza scarpette.

L’Adriatico mi si apre davanti , luccica sotto il sole e dietro il Conero verde di fronde sembra proteggere queste arenili scarse , scavate dal mare .

Dall’altra parte c’è la Dalmazia , quel pezzo di antica terra veneziana che ora si chiama Croazia ma quando cominciai a frequentarla si chiamava Jugoslavia , ne abbiamo ancora certi suoni dei dialetti consumati anche da questa parte del mare.

Za , sarebbe con dicevano le vecchie “ la sdraia za i bracci , la donna za il ciuccio ( che non è il somaro ma lo chignon , per essere eleganti).

Za diventa sa , è più dolce da questa parte del mare dove l’acqua è più bassa e non ha il colore intenso dell’altra riva.

Qui il mare verdolino si tinge di azzurro intenso sessanta miglia più in la , verso nord-est.

Da noi gli “albisti “si godono il levare del sole  , gli si andava incontro nel rito della notte di San Giovanni tanto tempo fa.

Ed eccomi tornata a casa ,qui a raccontare il primo giorno di mare , benedetto dal silenzio e ancora scevro di incontri a contarci chi c’è ancora e che non c’è più.