29 settembre

Era la mattina del 30 settembre ..”ieri 29 settembre . Seduto in un caffè io sto pensando a te”, la versione dell’Equipe 84 della bellissima canzone di Battisti .

Mi attraversò la testa come un lampo mentre mi stavo vestendo di nero per tornare in ospedale.

Ricordo anche che mio figlio grande , me lo ricordava ieri sera (quando per un saluto affettuoso mi telefonava )..in quel giorno lì e mi urlò quasi : levati quel vestito nero mamma!

Infatti il lutto poi non lo avevo mai portato eppure stamattina quando come sottofondo su Istagram ho risentito quelle note ci sto ancora male.

Ogni anno da molti anni ormai attraverso quella data come un Rubicone ma non ne avevo mai scritto pubblicamente.

Avrei voluto chiudere il mese con un piccolo pezzo di costume che riguarda il mio piccolissimo soggiorno a Monaco : nel freddo mattino piovoso dei cantanti di strada al Victualienmarkt cantavano Bella ciao , una delle tante versioni accattivanti di questo brano che vuole dire comunque tante cose e quei ragazzi tedeschi lo cantavano sorridendo alla vita .

Chissà se quella bambina mai cresciuta , che mi lasciò il 29 settembre 1969, avrebbe sorriso come me ascoltando quelle note.

Peter Grimes

Una volta tanto mi è molto difficile valutare serenamente lo spettacolo visto stasera. Da un lato c’è l’indubitabile emozione che la musica di Britten e l’interpretazione di JK mi hanno procurato  , d’altra parte c’è una certa irritazione per la messinscena che ha provocato molti interessi e interpretazioni che personalmente mi sono sembrati  abbastanza inutili.

Colpa sicuramente di una regia che ha voluto aggiungere troppi simboli ?

C’erano sicuramente i bellissimi quattro interludi da riempire e per me bastava ascoltare la musica per entrare nell’atmosfera cupa e dolente della tragica storia.

Chi non conoscesse la storia o semplicemente non avesse letto il libretto troverebbe strano vedere un solo bambino / fantasma  aggirarsi dal principio alla fine provocando se non altro dei dubbi sulla intera vicenda.

In certi casi sarebbe meglio concentrarsi sul testo originale setteceentesco di Crabbe dal quale Montagu Slater ha  tratto il testo chiesto da Britten.

C’è nella storia una doppia condanna , quella primigenia dell’emarginazione del diverso e quella sociale che riguarda la società crudele che sfrutta i piccoli orfani , agnelli sacrificali ,mentre chiude gli occhi sulle sconcezze della  propria vita .

Forse farne una sorta di sacra rappresentazione è sembrata una via giusta , personalmente ritengo che il testo richieda solo una realistica foto di gruppo , un cinico ritratto del “borgo” , metafora , quella si, di un più grande orrore presente nelle nostre società civilizzate.

Ineccepibile la parte musicale come sempre , l’orchestra e il coro della Bayerichestaatsoper sono garanzia di alta qualità, l’intero cast perfetto vocalmente, ottima la direzione d’orchestra ma non ha aggiunto niente ad una lettura corretta e puntuale.

Brilla la vocalità sempre più rotonda di Rachel Willis Sorensen , forse un po’ troppo bionda e bella per essere la triste maestra vedova che ha lo  sguardo più attento sul difficile pescatore con molti problemi relazionali.

Poi c’è Peter Grimes : vittima e carnefice insieme.

Kaufmann cerca di mettere a fuoco entrambi i lati dell’oscuro carattere , accentuando nella prima parte con gesti impercettibili di ripulsa il contatto umano con gli altri . I suoi feroci scatti d’ira sono momentanei , poi ad un tratto mostra  verso la fine dell’opera tutta la sua capacità interpretativa . 

L’ultimo quarto d’ora si resta sull’orlo della sedia , con le mani serrate e si ascolta il suo lamento di bestia ferita mentre il sottofondo del coro di condanna ci porta a quel «  good bye Peter «  di Bostridge che non è un’istigazione al suicidio , ma un segno inequivocabile di chiusura del fato.

Al mattino il borgo troverà solo una barca abbandonata alla deriva , davvero il resto è silenzio , tanto per citare il Bardo.

Inutile appendice il gesto disperato di Ellen , anche se ripeto la Sorensen é in stato di grazia.

Teatro con molti vuoti nonostante il richiamo dello startenor , forse per molti qui si è trattato di un primo contatto con un’opera ormai non più tanto moderna , anche se riflettevo che manca poco al secolo dal primo ascolto!

Non avevo visto purtroppo  l’allestimento di Vienna , di questo mi dicono sia  già  migliore di quello.

Io credo che Jonas Kaufmann abbia diritto ad una messinscena ancora più puntuale , il ruolo è per lui un viatico futuro sicuro , ne ha già fatto un suo capolavoro e non mi resta che dire di nuovo :  grazie Jonas.

Verso Monaco

Il mio primo incontro con Peter  Grimes di Britten  lo devo a sir Tony Pappano , si inaugurava la stagione di Santa Cecilia ed era dato ovviamente in forma di concerto.

Nonostante la difficoltà di capire molti passaggi , la minima drammaturgia comunque era sconvolgente , la folla dei personaggi notevole e la presenza di un delizioso ragazzino inglese mi aveva fatto capire che stavo ascoltando un capolavoro.

Poi , nel tempo del lockdown ho avuto la fortuna di imbattermi in tv in un allestimento bellissimo e del quale avevo poi parlato sul blog.

Si svolgeva sulla spiaggia di Aldeburgh , il paese dove Britten lo aveva scritto e quella rappresentazione così realistica : le barche sulla riva del mare , il vento che scompigliava gli abiti degli abitanti del paese e quel Peter quasi annullato nella folla molto inglese mi aveva convinto ancora di più della bellezza dell’opera .

Avevo infatti programmato di andare a Vienna ma il covid era ancora molto fra noi e alla fine , con rammarico , avevo rinunciato.

Da quello che sto già leggendo della messinscena di Monaco capisco quanto sia sconvolgente l’interpretazione di Kaufmann , ma ancora una volta ho l’impressione che sia veramente difficile , registicamente affrontare un testo comunque così scabroso.

Tra pochi giorni finalmente potrò vedere Jonas alle prese con un personaggio complesso e difficile , ne avevamo anche parlato quando lui è venuto ad Ancona .

Il suo approccio al personaggio mi pare estremamente corretto , infatti lo affronta sapendo di trovarsi davanti un uomo difficile , forse anche menomato da qualche problema psicologico , invece mi pare del tutto fuori posto l’idea di omosessualità strisciante che da quanto ho capito la regia sembra indicare.

Bisogna ricordare che Britten aveva scritto l’opera per il suo compagno Peter Pers e sarei propensa ad escludere una simile idea nelle sue intenzioni di  autore.

Ma ci sarebbe ancora tanto da dire, lo farò meglio a ragion veduta la prossima settimana  quando ,spero , arriverò nella mia amata Monaco dalla quale manco da più di un anno.

Una bolla atemporale

Se ci aveva pensato da sola aveva avuto sicuramente molto tempo per perfezionare ogni particolare.

Me la immagino la regina mentre giocava con i suoi soldatini , i lord figuranti , le teste coronate da mettere in fila il giorno del suo funerale .

Probabilmente ci si era divertita e il risultato fuori dal tempo lo ha sicuramente ottenuto: come se oggi le bollette non costassero così care , come se non ci fosse la guerra in Ukraina , come se Putin , anche se non invitato, non seguitasse a minacciare il mondo.

Fuori dal tempo , con migliaia di figuranti in sgargianti costumi , con gesti teatralmente suggestivi se ne va la regina e con lei finisce davvero un’era geologica con un funerale lungo un intero giorno.

Tutti i simboli anacronistici del potere che dovrebbero essere poi consegnati al re Carlo III potrebbero essere forse meglio utilizzati per un Don Carlo verdiano con costumi dispendiosi.

Intanto nel sottopancia della tv scorrono le banalmente tragiche notizie del mondo . Ammettiamolo , questo è teatro puro.

Certo che è costato parecchio ma il risultato registicamente è teatralmente riuscito.

Chiudiamo il sipario col suono suggestivo della cornamusa e con una punta d’invidia per questo popolo che non ha quel senso del ridicolo del quale siamo abbondantemente forniti , noi popoli del continente . 

Ricordiamoci sempre che qui siamo decisamente oltre la Manica.

Un paese senza

Gli amici cominciano a chiamarmi chiedendomi se sto bene . Io che non ho ancora visto la televisione credo stiano esagerando : ha piovuto tanto stanotte e i lampi in un primo momento mi sono addirittura sembrati fuochi d’artificio , poi ho pensato che non c’erano feste programmate in giro e ho concluso che , si, in realtà erano terribili lampi e tuoni.

Poi la televisione mi fa vedere qualcosa di incredibile a un passo da casa :i dolci paesi collinari delle miti terre marchigiane sfregiati da ondate di fango , il Misa a Senigallia che scorre feroce portando con se tronchi e automobili .

Comincio a capire , ma sono ancora lontana da comprendere la tragedia di una portata incredibile per queste terre gentili , così  (apparentemente ) ordinate e nelle quali la caratteristica prima è quella di essere sempre lontane dalle cronache.

E’ sempre assurdo vedere scene simili che sembrano così lontane da noi , ma la Natura così generosa nei confronti di chi sembra volerle bene e di rispettarla in realtà ci ricorda le colpe nascoste e le mancanze di chi dovrebbe proteggere le persone che la abitano.

Un numero pesante di vittime , il caso assurdo di chi vuole proteggere la macchina in garage , il terribile gesto di una anziana che cerca di andare a chiudere una finestra e ,  più terribile di tutti , una mamma che si vede letteralmente portare via dalle braccia il proprio bambino inghiottito da una massa nera e violenta di fango.

Tutto questo è accaduto ieri sera e oggi soffia un vento feroce sulle strade infangate dei paesi che visti dall’alto sono ancora belli , di quella bellezza placida e ordinata che fa delle Marche quel gioiello di pace urbana che credevamo fosse anche solida .

E invece . Comincio a ricordare. 

Era a Vienna , otto anni fa e la televisione austriaca mi aveva mostrato il paese dove vive uno dei miei figli con le strade allagate , il fango che entrava nei portoni e ricordo il mio stupore di  quella volta.

Che cosa hanno fatto gli amministratori locali da allora e soprattutto la Regione e lo Stato?

Ci hanno messo sei anni a cominciare a pensare urgenti interventi di tutela del territorio e una ordinanza folle ha pure impedito che i contadini potessero andare a raccogliere il legname che scorreva nei piccoli corsi d’acqua della campagna perché “ dipendeva dal Demanio”!

Intanto l’estate più siccitosa di sempre preparava la sua vendetta sui terreni induriti e riarsi, la pioggia caduta è stata sicuramente molto più abbondante del normale ma se quegli interventi che già si erano visti urgenti fossero stati avviati siamo sicuri che non sarebbe successa una tragedia di queste dimensioni?

La Procura ha aperto un’inchiesta : omicidio colposo contro ignoti.

Il mesto pellegrinaggio

Ci vogliono ore agli inglesi silenziosamente e ordinatamente in fila per fare la lunga strada che li porta a dare l’ultimo saluto alla regina.

Anche se volessi evitare di seguire l’evento , la tv generalista ci inonda di immagini che riguardano quest’ultimo omaggio dei sudditi del Regno unito: ma aldilà dell’aspetto coreografico , aldilà dell’inevitabile curiosità che riguarda i singoli atteggiamenti dei partecipanti ( come sono vestiti , a che punto del corteo sono ) ad un tratto mi passa per la testa un pensiero , come un lampo chiarificatore : non è che tutti stanno partecipando al funerale della monarchia?

Già le intemperanze del bizzoso re alle prese con le penne ci rende legittimo il dubbio che riguarda oggi l’inutilità di questo retaggio storico che sancisce un diritto divino (sic!) che sa tanto di operetta viennese.

Una volta si diceva che nel mondo sopravviveranno i quattro re delle carte e la regina d’Inghilterra.

Ma oggi , con un mondo pieno di nuvole apocalittiche che riguardano la vita dei comuni mortali alle prese con la prospettiva di vedere calare tutti i benefici che il benessere diffuso aveva concesso a questa parte di mondo che non per sua scelta comunque abita una bella fetta privilegiata del pianeta, sarà possibile per i mesti britannici in  fila per l’ultimo saluto accettare rituali scenografici costosisimi , mantenere castella e privilegi ricavandoci sicuramente un bel ritorno di merchandising ma di cui ben poco ritorna nelle tasche dei comuni cittadini?

Il dubbio si è inserito come un verme nella mia testa repubblicana , abbiamo ancora qualche giorno di compianto per pensarci sopra.

Godard

Qualche giorno di silenzio , mi sono concessa un momento di depressione osando l’acquisto di un nuovo computer:
Il mio ormai aveva dieci anni e anche se ci ero molto affezionata quando ci metteva le mani qualche nipote mi diceva : nonna è lentissimo!

Ed eccomi qua con questo tentativo di riprendere la mia abitudine , scrivere qualcosa da inserire nel blog.

Sono successe tante cose in pochi giorni , ma come al solito quelle che mi colpiscono di più sono le lente e inesorabili dipartite di tutto quello che fu una volta il mio mondo.

Così non ho che l’imbarazzo della scelta e questa volta scelgo il più cervellotico e importante ( insieme a Truffaut ) esponente della Nouvelle Vague , quel Jean Luc Godard di cui tutti ricordano A bout de soufle e invece il mio ricordo personale più importante è  Le mépris girato in gran parte in Italia con le splendide immagini di casa Malaparte a Capri.

Tratto da un romanzo di Alberto Moravia con Brigitte Bardot e Michel Piccoli lo si può anche rivedere adesso su piattaforma.

Godard ha deciso di andarsene , non perché gravemente malato ma per quella stanchezza di vivere che forse è la cifra più vera di chi ha attraversato la vita intensamente.

Adesso cerco di salvare questo mio primo scritto sul nuovo pc. 

Ce l’ho fatta ! sono di nuovo on line….evviva

Cose di oggi

Avvenne una grande svolta nel favoloso mondo dell’opera lirica : si scoprì che i drammi delle grandi regine della storia e di tutte le storie del tempo che fu avevano la stessa forza anche levando le crinoline e allora giù: via le gorgiere , i damaschi , i velluti pregiati.

In effetti  ci provocava un po’ di sconcerto vedere Elisabetta prima in tailleur ( e credo sconcertasse di più la povera Gruberova )  ma un po’ per pigrizia e molto perché ci sembrava di essere meno provinciali accettammo il cambiamento.

Oltretutto la musica delle opere trasferite al giorni d’oggi restavano belle lo stesso e così abbiamo avuto lady Macbeth in ascensore , Gilda nel baule della macchina e altre diffuse amenità in nome del rinnovamento e soprattutto perché sapevamo che così gli allestimenti  costavano meno e ci saremo potute permettere qualche titolo in più nel cartellone.

Poi non più tardi di ieri abbiamo visto la proclamazione dell’investitura al regno di Charles the third nel cortile di St.James e ci siamo beati dei bellissimi costumi in tecnicolor dei figuranti in scena , godimento massimo dell’occhio .

Insomma per vedere i bei costumi d’opera di un tempo dovevamo semplicemente guardare la vita in diretta .

C’è qualcosa di comico in questo nostro mondo di oggi se quello che fu il più prestigioso giornale del nostro paese esce in prima pagina con il racconto dei dispetti reciproci del calciatore e della letterina, mentre stiamo andando velocemente verso un inverno che definirlo del nostro scontento sembrerà la battuta di una soap opera.

Infine dobbiamo riconoscere al favoloso mondo della Firm che il vero colpo d’ala ce l’hanno riservato i “Fab four” belli e perfetti negli abiti di scena scendendo tutti insieme dalla macchina  tra due ali di folla sul viale all’uscita del Castello di Windsor.

Se ci mancheranno i begli allestimenti d’antan ci potremo consolare col prossimo capitolo della serie televisiva più vista degli ultimi tempi. 

London Bridge is down

Lo avevamo già capito tutti , si aspettava solo la comunicazione ufficiale , esattamente alle 19.30 ( in Italia) mia nipote legge sul sul smatphone :” è morta” e allora io per un gesto incontrollato mi alzo in piedi per un attimo . Mia nipote mia guarda un po’ stupita : ci dobbiamo alzare nonna?

No , lei no , perché ha 27 anni e non sa quanta parte della mia vita sia stata accompagnata da quell’immagine perfetta del concetto di sovranità che ha attraversato tutti i miei ricordi.

E’ stata incoronata in un Impero , è morta in un Regno molto meno potente ma ha tenuto insieme tutti quei sudditi che tiravano via da tutte le parti l’unione del suo paese.

La Scozia e l’Irlanda del Nord non sembrano molto convinte di restare nel regno unito e la sua “moral suasion” in favore del Remain con quel cappello che la diceva lunga sul suo pensiero circa l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa unita non è riuscito a fermare la disastrosa brexit ma è comunque riuscita a far passare il suo pensiero.

Lascia un paese molto malmesso , affidato a una grigia Premier che avrà il solo merito storico di essere l’ultima ad averla vista ancora in piedi , eroicamente sempre uguale a se stessa , con quel sorriso rassicurante che tutto sommato ci rassicurava tutti.

La pensavamo eterna e infatti  la sua morte ci ha comunque colti di sorpresa , i miti non muoiono mai.

Il suo grigissimo figlio , vecchio e non specchiatissimo nuovo monarca saprà sicuramente agire perfettamente come da protocollo nell’immediato , lo hanno educato per decenni per quello!.

Poi il futuro dirà ai posteri se la fine di quel regno infinito segnarà anche la fine di una monarchia che ritenevamo eterna.

Intanto sappiamo che Bukingam Palace diventerà un museo…. 

Sprechi

Alla ricerca di un piccolo filo di connessione USB apro un cassetto della mia scrivania : è profondo e mi rivela tesori nascosti .

Di quelle connessioni ne ho quattro o cinque , più vari auricolari di telefoni remoti , caricabatteria non so bene di cosa caricassero, preda alla ricerca compulsiva apro anche un altro cassetto . ho ben tre macchine fotografiche inutilizzate da anni e mi ricordo di averne anche regalate un paio a nipoti che ovviamente le avranno cestinate da un pezzo.

Una delle ultime comprate ( ero a New York e l’euro era più prezioso del dollaro ) l’avevo comprata prima di entrare alla Carnegie Hall da un pakistano che aveva un negozio fantastico sulla Quinta.

Tutta roba inutile e non parlo del secolo scorso!

Adesso che si parla insistentemente di crisi energetica , che si paventano ritorni a più sobri consumi come la mettiamo con tutta questa tecnologia obsoleta?

C’era una volta una famosa battuta : fermate il mondo , voglio scendere….

Mi guardo intorno , ho in casa tre apparecchi tv, due dei quali a visione ridotta e il mio vecchio carissimo amico tecnico mi ha detto sconsolato : non ci metta decoder in più tanto il prossimo anno cambia di nuovo tutto.

Io non ho paura a stare un po’ più al freddo ma come faranno i ragazzi abituati stare in Tshirt durante tutto l’inverno ,capiranno che bisogna mettersi un maglione in più e magari girarsi a spengere la luce uscendo dalle stanze?

La vedo dura , mi sembra che si stia cercando di rimettere il dentifricio nel tubo , non saranno certamente i banali consigli degli esperti a far davvero ridurre i consumi .

Per quanto mi riguarda da anni ho chiuso tanti radiatori del mio impianto di riscaldamento , chiudo il rubinetto mentre mi lavo i denti e la doccia la faccio velocemente  , ma ho avuto una splendida scuola . Ho vissuto in barca tanta parte della mia vita e so quanto è piccolo il serbatoio dell’acqua e quante ore si perdevano nei porticcioli greci per ricaricarlo e  soprattutto adesso so che le mie bollette erano già diventate mostruose “ prima” del fatidico giorno in cui cominciò la guerra in Uckraina.

Frammenti di memoria

Estate 2021 , un concerto di Kaufmann a Lubiana.

Mi ci avevano portato gli amici in macchina e il concerto doveva essere all’aperto , poi la paura che potesse piovere aveva fatto  slittare l’evento all’interno del Narodni Dom ( col mio pochissimo slavo avevo capito che era la casa del popolo.)

In perfetto stile socialista nascondeva in realtà un pregievole auditorium e noi che avevamo cambiato i biglietti fra i primi ci trovammo in una splendida posizione visivamente privilegiata.

Questo per spiegare il bellissimo frammento di Ombra di nube che riuscii a riprendere con braccio fermo e ottima vista.

Ebbene, da quell’ormai lontano 12 agosto piano piano , non avendolo neppure messo su YouTube non passa giorno che non ci sia qualche appassionato che non lo guardi.

Sono arrivata a 6500 visioni e non sembra che ci sia una tendenza a fermare il flusso di persone che ancora , a distanza di un anno , ogni giorno vadano a visitare il mio profilo che contiene il ..quasi prezioso cimelio , che peraltro non è proprio completo perché ,quando ho deciso di alzare il telefono per filmare, il bis era cominciato da qualche istante . Contiene pure un lieve colpo di tosse e certamente Jonas non ne avrebbe autorizzato la pubbblicazione.

Di quel concerto ho anche un altro cimelio  solo audio , quello un po’ più pirata , ma non avevo resistito e ho registrato il meraviglioso Preislied dei Meistersinger , una pagina rara perché non ne esiste una registrazione ufficiale.

Tremando un po’ , perché rubavo di nascosto , mi sono regalata una pagina prezioza.

Quando sono giù di corda me lo ascolto con il gusto della rarità rubata , devo anche dire che l’Orchestra di Stato slovena suona Wagner davvero bene. 

Aida forever

Un programma televisivo “ vintage” in seconda serata che riguarda l’Arena di Verona , una nota firma del giornalismo del secolo scorso , Enzo Biagi. 

Mi metto a a guardare e vedo una signora elegantemente seduta sugli spalti , abbigliamento composto stile negli anni sessanta che racconta come il suo papà , noto tenore a inizio secolo  una sera seduto con amici sul Liston si era messo a pensare cosa fare per il centenario della nascita di Verdi.

Alzando gli occhi aveva guardato l’Arena . Con gli amici , tra cui il Maestro Serafin , era entrato e piazzandosi dove c’è adesso il palcoscenico aveva intonato Celeste Aida.

Dal lato opposto , in alto , gli amici avevano scoperto come la voce corresse perfettamente in quello spazio e così nel 1913 nacque la prima Aida areniana.

 Passano poi nel programma vari spezzoni di diverse edizioni : quelle tremolanti in bianco e nero con gli animali in scena , quelle un po’ più recenti dove gli animali non c’erano più ma rimanevano le grandi masse.

Incredibilmente suggestiva una  messinscena con tutto il popolo che corre sui gradoni fino in altro , più di mille persone ; un’altra con la lunga fila dei sacerdoti che arrivano fino in cima , tutto un florilegio di immagini una più grandiosa dell’altra.

Il Maestro Renzetti giovane giovane , la Cossotto che racconta e io penso quanto Aida e l’Arena siano un tutt’uno ; molto intelligentemente ha fatto Kaufmann a cimentarsi per la sua prima volta con un’opera intera il classico dei classici in questo spazio così fortemente identitario.

Personalmente , pur essendo stata varie volte a Verona avevo evitato l’Aida , mi pareva troppo banale.

Invece i classici vanno  considerati per quello che sono e se dovessi consigliare in futuro dei giovani un metodo per avvicinarsi alla lirica oggi direi di andare a Verona a “vedere” L’Aida .