Mefistofele a Roma

ll Teatro dell’Opera di Roma ha inaugurato la stagione con il Mefistofele di Arrigo Boito, opera un tempo molto amata e da un po’ di tempo considerata , abbastanza a ragione , un reperto molto datato di una stagione lontana nel gusto corrente.

Ovviamente si cerca di modernizzarla  attraverso trovate registiche e riletture anche se il mito di Faust , come ho scritto già a caldo , aveva avuto già molte rivisitazioni musicale.

Mi domando allora se forse non sia il caso , visto il pastiche del libretto di trovare il coraggio di rimetterlo in scena all’antica : col diavolo dotato di corna regolamentari così che la sua aria del fischio gli consenta tutti gli svolazzi del mantello utili alla bisogna , con il dottore/ filosofo seduttore che alla fine si pente e torna in gloria , magari non nella casa di matti che ho visto ieri  ( peraltro copiata di sana pianta da quella del Bayeriche di qualche anno fa ).

Dalla Damnation di Berlioz al doctor Faustus di Busoni , passando per il più banale Faust di Gounod troppi spettacoli sono passati sotto i ponti della scena operistica per non provare tutto il fastidio e l’irritazione che si prova vedendo la messinscena di Simon Stone che stavolta non ci ha proprio preso e mi dispiace perché avevo molto amato per esempio la sua città morta di Korgold. 

Cosa si salva dalla prima romana : sicuramente Maria Agresta , sempre più splendida sia come cantante che come attrice , la sua aria “ l’altra notte in fondo al mare” è sicuramente il punto più alto della sua interpretazione.

Salvo anche Mariotti che cerca di cavare dalla partitura raffinatezze e riletture come pure Ciro Visco alle prese con un organico corale davvero cospicuo.

Dove casca l’asino è nell’abbondanza di “rumori fuori scena “ attese incongrue tra le scene e alcune amenità registiche davvero sconcertanti .

Si va dalle palline colorate ai soldati (?) in mimetica tra le colonne volutamente ironiche della scena di Venere , ma forse si dovrebbe spiegare al provocatore che certe provocazioni non provocano proprio un accidente di niente.

Buona la prestazione del tenore Joshua Guerrero ,che ha voce ma non sa recitare e nella norma il diavolone di John Reya , abbiamo visto di meglio , anche recentemente.

Nell’insieme una prima molto modesta , a parte i commenti pomposamente esaltanti del commentatore televisivo di turno.

Il commento migliore quello di De Cataldo nel primo intervallo , almeno lui sapeva davvero quello che stava dicendo.

Una frase infelice

Con cinismo crudele ho sentito Pietro Senaldi , direttore di un giornale Libero che di libero certamente non ha il pensiero, dire una cosa orribile relativamente alla manifestazione spontanea e grandissima che ha visto migliaia di giovani radunarsi un tutte le piazze d’Italia.

Per sminuirne la portata ha detto che si trattava di una specie di moda e che se fosse avvenuta tre mesi fa sicuramente anche l’assassino di Giulia Filippo Torretta ci avrebbe partecipato come tutti gli studenti che ci sono andati.

Come dire , ma a mia avviso ha detto quasi una bestemmia ,che le masse giovanili non  erano spinte da un senso civico talmente diffuso da diventare una marea , ma che  si sia trattato di un episodio da inquadrare in un pomeriggio di sabato , tanto per fare una passeggiata tra amici.

Voleva dire una cosa riduttiva , forse il suo cinismo è stato talmente mostruoso che neanche i conduttori del programma hanno saputo ribellarsi.

Invece io non ci ho dormito, come è possibile non capire che questo efferato delitto ha fatto tanto male ai ragazzi che non immaginavo mostri tra i loro compagni di studi.

La marea si è mossa guidata dalle parole della sorella di Giulia , Elena ,quella fortissima e pallida ragazza che come Antigone non accetta il silenzio sull’orrore e chiede con forza una totale presa di coscienza perché finalmente il pensiero patriarcale predominante sia cancellato con la forza della cultura che vuole parità dei generi e che finalmente si cominci a pensare che non è più accettabile la sopraffazione del maschio dominatore. 

Se Senaldi pensa ancora che anche Torretta avrebbe potuto partecipare alla manifestazione , oltre ad offendere la memoria della sua vittima ,non ha capito che si è trattato un punto di svolta per la coscienza collettiva e che nessuno , perlomeno lo credo e lo spero sia andato in piazza per riempire le ore vuote di un pomeriggio di festa.

Una orribile pubblicità

Una donna un po’ affannata e già stanca perché probabilmente aveva già apparecchiato la tavola  e poi alla fine del pranzo dovrà anche sparecchiare e riordinare il tutto si appresta a tirare fuori un arrosto dal forno.

Si asciuga anche il sudore dalla fronte e si avvia verso la sala da pranzo : una bella tavolata di parenti che tutt’a un tratto si trasforma ai suoi occhi nei supernoti cuochi che pubblicizzano di tutto : dal detersivo alla padella antiaderente e la rimproverano coralmente di non avere messo abbastanza animo e  sentimento nella preparazione del cibo .Il colpo di grazia glielo da un ragazzino che le dice con fare sprezzante : è così che si impatta un arrosto !?

Sgomento della povera donna , a seguire le pubblicità infausta di un programma di cucina che non voglio neanche nominare.

Ebbene , nel giorno della giornata mondiale contro la violenza verso le donne quel pubblicitario  che l’ha pensata ,quelli che gliela hanno pagata , nonchè Sky che la passa tranquillamente sui suoi canali mi dimostrano che ancora abbiamo molta strada da fare se  su tutti  i fronti dobbiamo ancora  far capire agli uomini che un simile messaggio non vogliamo e non dobbiamo più subirlo , neanche in uno spot pubblicitario.

Se siamo ancora a questo punto hai voglia a dire che non si dovrà più subire nessuna offesa e nessuno sgarbo quando si ha ancora il coraggio di propinarci una simile storiella , addirittura a fini pubblicitari.

Propongo a un pubblicitario intelligente di aggiungere una coda inattesa : la signora si gira , va verso la finestra e getta giù l’arrosto con tutta la pirofila , poi si allontana sorridente levandosi il grembiule e sbattendo la porta.

Alla faccia di tutti i cretini che ancora non hanno capito che ci siamo stufate davvero e che certe pubblicità se le devono rimangiare con tutto il condimento che resta!

Razzismo musicale

Le dame ferraresi e i nobili albanesi , cito il Da Ponte del  Così fan tutte per iniziare una riflessione sul ruolo che lo straniero , il diverso specie se esotico serviva per  essere preso a pretesto in maniera molto divertente  in tempi lontani nei quali era permesso di tutto e infatti si usavano certi esotismi per prenderli in giro nei libretti. 

Pensiamo ai poveri turchi del Ratto dal serraglio,nel  libretto di Christoph Bretzner  che non ci fanno una gran bella figura,come i magrebini nel nel divertente libretto di Angelo Anelli dell’Italiana in Algeri.

Non sempre il pubblico ci fa caso a quello che viene cantato anche perché non sempre risulta ben chiaro il testo che spesso non è tanto intellegibile.

Ma quando il Moro ( che forse era un cognome veneziano , ma che è stato sempre tinto di nerofumo ), il geloso Otello esclama furioso “forse siam qui tra i saraceni? O la turchesca rabbia è in voi trasfusa?” anche Boito non ci va giù leggero in quanto a razzismo. Sicuramente nelle parole di Boito se ne  trova un bell’esempio peraltro messo in bocca ad uno straniero anche se al soldo della Repubblica di Venezia.

Nel meraviglioso mondo della lirica per nostra fortuna non esiste la cancel culturedi gran voga negli USA, qui si cantano serenamente situazioni che alla luce di certi revisionismi appaiono addirittura impossibili se ascoltate attentamente ai giorni nostri.

Ma la turchesca furia un po’ mi fa sempre sobbalzare e meno male che quando si ascolta la musica  alle parole gli americani non ci si fanno troppo caso.

Infine per chiudere mi fa venire un certo brivido “ quell’orgoglio musulmano sepolto è in mar.”

Con i tempi che corrono …..

Della cultura patriarcale

Due anni fa le amiche di un sindacato mi avevano chiamato perché le aiutassi a montare uno spettacolo tratto da Ferite a morte di Serena Dandini. Ho una       qualche esperienza di regie teatrali e ci abbiamo lavorato insieme  per qualche mese..

Ne era venuto fuori un reading di forte impatto ( scelta di musiche e luci , qualche accorgimento di mestiere ) e come si dice in gergo lo spettacolo ha girato per la regione , con grande orgoglio delle lettrici/ attrici per caso.

Purtroppo il tema non si è risolto col nostro contributo , anzi in qualche modo si è acutizzato e i femminicidi sono cronaca quasi quotidiana.

Risentire , lette dai volti noti della tv le stesse storie che a forza di insegnare alle non- attrici avevo quasi imparato a memoria  mi fa una certa impressione.

La cultura patriarcale che tanto disturba la nostra Presidente del consiglio se gliela nomini perché lei forse è convinta davvero di esserne liberata ed è invece il classico caso “del dito e la luna” seguita a produrre mostruosità anche solo verbali in uomini incapaci di leggersi davvero dentro.

Un elegante e colto commentatore ha fatto un lungo sproloquio per raccontarci che lui “aborrisce la violenza e che non deve chiedere mai!” A lui le donne gliela danno volentieri e se rifiutano non pensa di ucciderle , ma si allontana discretamente.

Bravo , ma ha mai riflettuto davvero sul suo rapporto con le donne “direttrici d’orchestra” che lo lasciano perplesso , sulle donne che letteralmente lo servono nella vita quotidiana , sul suo non risolto rapporto familiare ( ci ha scritto un bellissimo libro che ho letto e apprezzato) , sul suo essere incapace di leggersi fino in fondo e di essersi assolto da ogni sospetto di sessismo.

Sarà che sono abbastanza vecchia da avere ormai decantato le mille forme di discriminazione che hanno accompagnato anche la mia vita per non sapere che anche tutte le battaglie che le donne hanno vinto negli ultimi cinquanta anni non sono bastate a cambiare l’atteggiamento di fondo che porta gli uomini , tutti, a considerare le donne spesso come rivali e mai come compagni di strada.

Da sante a puttane siamo sempre qualcosa di diverso , la parità di carriera , salariale , progettuale vale solo per le eccellenze.

Una volta circolava tra noi vecchie femministe una frase emblematica : quando una incapace assurgerà a cariche prestigiose avremo davvero raggiunta l’eguaglianza .

Per adesso abbiamo ancora bisogno di esser più brave dei nostri compagni , abbiamo bisogno di studiare di più e meglio . Il rischio poi è quello di essere ammazzate se arrivi prima a laurearti del tuo fragile , irrisolto compagno.

Parliamone ancora

Un commento educato di una sconosciuta mia lettrice del blog che mi legge in traduzione ( grazie Malgozada ) e non condivide la mia osservazione sulla mancanza di regia nell’Otello di Vienna portando  a sua tesi l’dea che Kaufmann abbia cambiato l’interpretazione del personaggio in modo differente seguendo le diverse regie –

Ho avuto la fortuna di vedere il suo Otello di Londra dal vivo , poi quello di Monaco e quello napoletano e posso dire con sicurezza che lui ha sempre interpretato Otello in modo uguale a se stesso e lo dico con la sicurezza di chi lo segue amichevolmente da anni e qualche volta ne ha parlato col diretto interessato nel backstage.

Il suo personaggio lo ha sicuramente costruito insieme all’amico Pappano e poi con Petrenko lo ha affinato  approfondendone   la psiche ma sempre rigorosamente seguendo il filo musicale che parte dalla partitura e mai , dico mai influenzato dalle regie , con le quali in alcuni casi semmai ha polemizzato.

Se l’amica lettrice pensa che i costumi , bellissimi quelli di Londra , problematici quelli di Monaco e innovativi quelli di Napoli possano avere influito sulla sua interpretazione si sbaglia di grosso .

Mai il rigoroso tenore tedesco ,ed è la sua forza , ha ceduto sulla linea musicale , si possono sovrapporre gli audio delle performance e ci si accorgerà che sono sempre uguali i suoi acuti , i suoi pianissimo , le sua pause eloquenti.

La mancanza forte di regia viennese appartiene piuttosto alla filosofia del teatro, d’altra parte quasi ovunque nel mondo della lirica anche a livelli alti si riducono i giorni di prove e se i cantanti sono importanti arrivano addirittura negli ultimi giorni .

Diverso è il caso degli allestimenti nuovi , per i quali i tempi di prova sono necessariamente più lunghi e accurati ,ma non era questo il caso della ripresa viennese.

Oserei dire che nel caso in questione “ l’abito non fa il monaco “ per citare un noto proverbio , semmai mi piace apprezzare lo sforzo di Jonas per il suo non aumentare troppo di peso con l’aumentare degli anni , infatti non ha bisogno di stare sempre in camicione e il suo momento migliore , esteticamente ,lo abbiamo quando in camicia e pantaloni nel terzo atto ricorda ancora il Cavaradossi d’antan.

Otello

Ho finalmente visto l’Otello di Vienna , era notte fonda quando ho finalmente trovato il tempo per ascoltarlo serenamente.

Come al solito Vienna punta sulla qualità delle voci e anche questa volta ha puntato in alto , sicuramente al massimo ,perlomeno per quanto riguarda i due protagonisti maschili. 

Sapevo che non era una messinscena mirabile dal punto di vista della regia, ognuno ha cantato da par suo in un ruolo ormai fatto proprio da tempo con tutti i limiti teatrali che una scelta simile comporta.

Modesta scenografia , abbastanza classica per non scontentare il Melomane Medio , costumi un po’ discutibili e spesso neanche tanto donanti e soprattutto una direzione d’orchestra  non eccelsa , altrimenti anche in tempi recenti abbiamo potuto godere di ben altre raffinate interpretazioni musicali.

Ovviamente Jonas Kaufmann ormai è Otello , il personaggio lo ha talmente introitato da permettersi anche di scordarsi di non arrotondare le erre , tanto in terra d’Austria non se ne accorge nessuno ,ma la sicurezza con cui affronta l’impervia tessitura è da leone vincente , anche a occhi chiusi è stato un godimento ascoltarlo.

Ugualmente direi del sodale Tezier , ormai non hanno neanche tanto bisogno di provare insieme , è un sodalizio cementato da una lunga frequentazione e amicizia , semmai per il bravissimo baritono oserei qualche modesta critica interpretativa , ma si sa quando non c’è regia ognuno ripete il suo personaggio nel proprio cliché.

Un gradino sotto la Sorensen , gran voce ma la sua Desdemona non mi ha provocato i brividi necessari per renderla quella donna ferita e offesa che in altri allestimenti , con altre cantanti aveva ottenuto una vibrazione maggiore.

Di notte , quando il mio diavoletto critico è più vivace avevo notato qualche banalità di troppo , tipo la pelliccia di Otello sul bavero del mantello ( a Cipro!), qualche inutile passeggiata in attesa di riprendere la battuta ma ho anche apprezzato un giovane Cassio di sicura voce e presenza e una Emila forte e sicura.

Poi via via che cresce l’angoscia e la musica di Verdi prende il sopravvento Kaufmann diventa davvero quel Leone di Venezia sconfitto e piegato dal perverso gioco diabolico che lo fa vittima di sé stesso.

Grazie alla preziosissima amica che mi consente di apprezzare la visione grazie alle sue mirabili capacità di registrazione , avevo rinunciato al biglietto che avevo , mi devo accontentare di questa preziosissima registrazione e a presto perchè se tutto andrà bene , mi aspetta la principessa di gelo e spero proprio di sentirla dal vivo.

Fantasy al potere

Non so se dipende dall’età , non ci avevo mai pensato davvero ma ho qualche problema per riuscire ad apprezzare la letteratura fantasy anche se invece ho sempre amato la fantascienza  , quella classica di Azimov per intenderci.

Ricordo un mio amato nipote che ha perso interi pomeriggi a spiegarmi Il signore degli anelli e l’unico aggancio che ci trovavo era addirittura L’oro del Reno di wagneriana memoria.

Mi è andata meglio con i film , girati in Nuova Zelanda, ci riconoscevo i paesaggi perché c’ero stata al seguito di regate importanti ed erano per me un motivo di interesse.

Solo recentemente , quando d’estate per le letture da spiaggia ho ripreso in mano Tolkien sono ripartita dallo Hobbit e lì mi sono di nuovo fermata.

Proprio non riesco ad entrare in quella logica infantile.

Leggo con stupore con a Roma adesso al Museo d’arte moderna si fa addirittura una mostra su Tolkien , evidentemente una strizzata d’occhio alla destra governativa e seguito a non capire quanto il messaggio della storia narrata si possa inquadrare politicamente.

Sempre con lo stesso stupore leggo che le feste della stessa parte politica prendono nome dal protagonista della Storia infinita , un altro libro fantasy per ragazzi : il nome Atrejus viene da lì e chi l’avrebbe mai detto che alla base di tutta una cultura oggi al potere ci sarebbe stata niente meno che una letteratura per ragazzi! 

Peraltro conosco persone colte e intelligenti che amano questi libri anche se non credo ne abbiamo mai fatto fonte di ispirazione ideologica , qui siamo nell’ordine del gusto personale e io dichiaro pubblicamente di essere colpevole di incapacità fantastica anche se  seguito a dubitare della portata del messaggio politico di questi libri.

Credo che anche Tolkien ne sarebbe un po’ stupito.

Un appello

Lo so che ne hanno già scritto tutti , che non c’è nessun bisogno che ne scriva anch’io , ma non ce la faccio oggi a stare zitta perché questa ennesima morte di donna giovane mi fa davvero molto male.

Sarà che ho una nipote della sua stessa età , sarà che fin dal primo momento , prima ancora che si vedesse quel filmato del centro commerciale ho avuto la paura che purtroppo ci sarebbe stata la fine assurda e atroce che ha avuto conferma nel ritrovamento di Giulia buttata giù nel canalone , spero solo che fosse già morta in quel momento.

C’è un elemento pesantissimo in questo ennesimo femminicidio : due ragazzi della stessa età , di famiglia agiata , colti , stessi studi universitari. 

Nessun malessere sociale apparente , solo che lei si stava per laureare prima di lui , solo che avrebbe scelto autonomamente una strada diversa , solo che voleva vivere liberamente il proprio futuro.

E questo un certo tipo di maschio non lo tollera ancora .

Esiste infatti nel comportamento maschile una zona d’ombra che assume tratti ancora non bene individuati , un buio di fondo che spero dal profondo del mio cuore i miei tre figli maschi e i mei tanti nipoti abbiano perduto nell’evoluzione culturale basata sulla civile educazione che abbiamo cercato di dare loro .

Ci siamo riusciti? Me lo domando oggi perché cerco di ritrovare nel ricordo tutti i possibili meccanismi sbagliati che magari inconsciamente i genitori trasmettono .

Certo che ai miei tempi , che non erano quelli del film della Cortellesi , ma non erano ancora i tempi per i quali anche io ho contribuito col mio impegno civile a fare  evolvere e devo ammettere con amarezza  evidentemente non abbastanza , e ancora poteva succedere che un marito affettuosissimo qualche volta mi dicesse : zitta te che non hai fatto il Classico !

Era uno scherzo ma ripensandoci adesso era un ribadire una certa superiorità alla quale per fortuna rispondevo ridendo ed era la mia forza.

Chiudo facendo un appello , mi raccomando ragazzi , rispettate sempre le vostre compagne e voi ragazze non  sottovalutate anche ogni piccola forma di sopraffazione e controllo sulle vostre vite . Siate padrone del vostro destino , solo così sarete le compagne giuste per coloro che avete scelto per partner nel vostro cammino , qualunque sia la durata dello stesso.

La percezione della paura

Una cara amica milanese mi raccontò che la madre si era rotta un braccio cadendo perché incrociando un extra comunitario era scesa dal marciapiede impaurita .

Il povero magrebino non le aveva fatto assolutamente niente di male , anzi poi l’aveva soccorsa dopo la caduta , ma la signora si era fatta male per la paura di essere aggredita.

Chiaro esempio di percezione della paura che porta a comportamenti irrazionali.

Non che non ci sia da avere paura , specie nelle grandi città , ma la televisione sembra volere ampliare il disagio raccontando con abbondanza storie atte a terrorizzare le persone tranquille.

In questa logica si inaspriscono le pene fino ad autorizzare i poliziotti a portare un’arma “ più leggera “di quella d’ordinanza ( non sapevo pesasse tanto ) anche quando non sono in servizio.

Si allungano le pene per le borseggiatrici incinte ( testo sottaciuto “leggi” Rom) e forse ci si scorda di un bel film in cui Sofia Loren , da una storia vera entrava e usciva di galera perché sempre incinta e questo non la fermava nel suo contrabbandare sigarette nella Napoli del secolo scorso, così magari aumentiamo il numero di bambini che crescono nelle patrie galere fino al raggiungimento dei tre anni.

Si inaspriscono e si allungano le pene invece di aumentare i controlli di sicurezza che sono scarsi per mancanza di personale sulle strade . l’elenco è abbastanza lungo e non mancano pregevoli aspetti che riguardano il triste fenomeno delle truffe agli anziani ma in generale il decreto sembra essere più un messaggio fatto per tranquillizzare psicologicamente i cittadini impauriti piuttosto che fornire strumenti concreti di difesa aumentando i controlli e la vigilanza.

Un altro tassello di immagine , tanto per distrarre dal fatto che i nostri carrelli della spesa seguitano ad essere sempre più vuoti , che i giovani specie al sud se ne vanno a lavorare lontano , che non si trovano i soldi per garantirci il sacrosanto diritto alla salute in tempi decenti nelle nostre strutture pubbliche , che le nostre scuole sono spesso in edifici fatiscenti , che ci sono ancora miliardi di evasione fiscale e guai a toccare l’economia al nero che resta comunque fonte sicura di successo elettorale.

CI RISIAMO

Dalla prossima settimana Meta ti tasserà e ti porterà via le tue foto , sarai preda di vessazioni digitali terribile , quindi “ copia e incolla “, mi raccomando non condividere e sarai salvo.

Il bello è che ci cascano persone colte e intelligenti , persone capaci , perlomeno spero , di ragionate con la propria testa e se questa sibillina , tremenda minaccia ci arriva periodicamente perché sta per decadere una prossima settimana metafisica e non meglio identificata vuol dire che forse la paura ancestrale di un moloch ignoto e che magari prende le innocue forme familiari di Facebook

finisce per agisce più sull’inconscio che sul ragionamento reale.

Sono anni che minacce più o meno simili periodicamente riappaiono in rete e assomigliano anche ad altri , magari più pericolosi e sottilmente furbi avvertimenti circa il fatto che l’amministratore del sito ti avverte che … l’app che stai usando contiene controindicazioni eccetera eccetera.

Queste trappole fanno il paio con le truffe telefoniche , anche queste sempre più pericolose per le menti deboli e soprattutto per gli anziani indifesi tipo “ mamma mi si è rotto il telefono , mandami le tue coordinate “ oppure “ versami subito tot euro perché ho un problema” ,  e via cantando di questo genere.

Dato che a me se mi prendono le foto mi fa solo piacere e se condividono il mio pensiero non mi preoccupo più di tanto lascio che passi la terribile minaccia , l’Armageddon settimanale in attesa che la prossima formula sia ancora più articolata e vessatoria , forse smetteranno di rimettere in circolo queste novelle forme di catene di Sant’Antonio che divertono alcuni ma che fanno ancora paura a molti e che il Signore ci protegga dal giudicare il quozienteIIntellettivo di chi periodicamente ci ricasca.

Risveglio

L’ho visto il film della Cortellesi e ho pianto come una scema alla fine.

Perché è un film utile adesso , proprio adesso che abbiamo un Premier donna e anche un segretario del maggior partito di opposizione donna , proprio adesso che magari qualche giovane donna si sente arrivata , proprio adesso che forse non si ha più voglia di andare a votare , tanto è inutile.

In tempi lontani , quando facevo politica e  di battaglie ne abbiamo anche vinte tante , ogni tanto dicevamo che le nostre figlie non dovranno  dare tutto per scontato quello che stiamo conquistando per loro.

Lo dicevamo nelle Consulte , eravamo già contente di quegli organi consultivi dove i partiti ci mettevano per darci l’illusione di contare , lo dicevamo quando qualcuna  ( ma per solito era la moglie di , la figlia  di , e comunque con qualche uomo di riferimento ) arrivavamo un po’ più in alto e conquistavamo spazio politico reale.

Non diamo tutto per scontato noi che abbiamo conquistato il diritto di famiglia e poi il divorzio e l’aborto , non tutto ci è stato facile .

Avevamo ragione , ancora oggi lo stipendio delle donne è inferiore a quello degli uomini ,  ancora solo quattro donne su dieci hanno un conto corrente ( leggo oggi un bell’articolo della Di Gregorio sul tema) , avevamo ragione perché ancora alla donna è richiesto molto di più che ai propri compagni uomini e ancora adesso  una grandissima parte dello stato sociale è sulle spalle delle donne che magari hanno conquistato un lavoro , ma spesso la conquista non rappresenta una libertà maggiore , semmai un maggiore onere nei confronti di sé e della famiglia.

Le folle che fanno la fila per vedere il film di Paola Cortellesi mi hanno fatto sperare che sia ancora possibile una specie di richiamo sociale e politico e possa contribuire al risveglio delle nostre opache vite di imbolsiti cittadini sempre più vecchi e adagiati sul divano di casa cercando la serie sulla piattaforma della multinazionale.