Teatro a scuola

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Da tanto tempo ho voglia di parlare di un’attività che mi è stata tanto cara e sulla quale penso di potere dire qualcosa di non troppo banale :

il teatro a scuola . Sembra una piccola realtà semplice e senza tanti motivi di interesse e invece io so che è un mare nel quale si potrebbe affondare da quanto è profondo.

Intanto c’è una enorme differenza tra la recita scolastica dei bambini all’asilo , per intenderci quella dei bambini con le alucce di angioletto che cantano le canzoncine di Natale e un saggio di fine anno di ragazzi vicini alla maturità.

 

Poi c’è la differenza tra il fare teatro nei vari paesi ( limitandomi all’Europa perché il teatro per esempio negli USA è quasi una materia curricolare in molte scuole ).

Ho passato una vita a fare teatro in un Liceo Classico nella mia città senza essere un’insegnante , ma anche grazie alla mia specifica esperienza nel settore anche a vedere molto teatro della scuola in tante rassegne nazionali e non .

Ho anche scritto un manuale edito da una piccola casa editrice specializzata su un settore particolare del teatro scuola : il teatro classico antico.

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Come ho cominciato a interessarmene ? quasi per caso tanti anni fa quando mi fu chiesto di disegnare dei costumi per uno spettacolo che poi finì per non andare in scena.

Ma il tarlo era entrato in me , la malattia di chi ama il teatro è pericolosa e così per un numero notevole di anni ho passato gran parte delle mie serate a provare clandestinamente , a lavorare sui testi insieme alle volentierose inegnanti che seguivano i nostri sforzi e i nostri adattamenti dei testi sacri per renderli compatibili con le esigenze e i regolamenti delle rassegne , dolorosi tagli che colpivano indifferentemente i classici della tragedia e della commedia.

Poi tutto è finito quando una preside cretina ( la categoria non è esente da simili soggetti) pensò bene che era più utile dare retta ad una insegante di ginnastica che prometteva grandi successi e poco impegno facendo sgambettare i ragazzi in stereotipate e per me aberranti recite di musical.

Così chi svolazzava a scuola di danza poteva esibire le proprie bravure , chi canticchiava la canzone americana di turno urlata alla maniera televisiva aveva il suo momento di gloria e tutti potevano improvvisarsi musicisti con quello che avevano imparato fuori della scuola .

 

Per quanto mi riguarda quello che orgogliosamente mi resta di tanto tempo perduto in compagnia di intere generazioni di giovani è il ritrovarli ancora ( loro riconoscono me , io qualche volta loro) nelle professioni , nei teatri e quando questo capita mi sento ringraziare per quel ricordo che per loro resta il momento più importante dell’intera formazione scolastica.

 

Questo aldilà del valore culturale delle singole esperienze : una cosa è leggere Eschilo e ben diverso farselo proprio interpretandolo. Resta in chi ha fatto un teatro rigoroso e duro nella preparazione un senso prezioso del lavoro di squadra , la consapevolezza di avere costruito insieme qualcosa che sempre è andato aldilà della semplice “recita scolastica”.

Ho sulla coscIenza anche la colpa di avere seminato un amore tanto forte per il teatro che alcuni dei miei “attori” poi attori lo sono diventati davvero , ma per la maggior parte i miei ragazzi sono persone normalissime che comunque hanno portato nelle proprie vite professionali qualcosa di diverso e di più di una normale formazione scolastica.

Questa volta il mio blog ha girato al privato , ma il mio amore per il teatro in tutte le sue manifestazioni si è materializzato spesso anche attraverso le conoscenze diremmo “interdiscipinari “che mi hanno sempre ispirato .

Non a caso una delle ultime messiscene è stata un’Elektra di Sofocle in cui la protagonista scandiva A-ga_mennon ..sulla musica di Strauss e con alcuni inserti da Hofmannsthal.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

pensieri alla rinfusa

 

 

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Anche aprile sta per finire: gioiranno le povere fans dello startenor orbate di novità e costrette a riciclare foto vecchissime ed altrettante vecchie interviste a favore di chi è arrivato da poco a scoprire il “piùgrandetenore del mondo” il quale saggiamente invece programma poco di nuovo anche perché non gli resta molto di nuovo da cantare se si escludono le due montagne Otello e Tristano.

Nel frattempo il mondo ha seguitato a girare e molti amici girano per i teatri italiani , devo ammettere che si fa molta musica anche nel Belpaese , magari non sempre di altissimo livello , ma qui poi entra in gioco anche il gusto personale .C’è che esalta un evento e chi lo aborre ….

Ovviamente tutti devono parlare del nuovo Cd kaufmanniano Das Lied von der Erde …anche a sproposito perlopiù. C’è chi l’ha sentito in diretta al TCE notando un suono diverso , ovviamente la registrazione è stata fatta al Musikverein ma senza pubblico e anche questo se lo spiegano gli uni con gli altri , quasi nessuno approfondendo davvero l’eccelsa qualità delì’operazione che un critico vero ha definito “probabilmente irripetibile”.

 

Passo a parlare di cose un po’ più serie e ovviamente l’argomeno del giorno sono le Primarie francesi e il risultato che ha fatto tirare un respiro di sollievo , perlomeno in prima istanza , a tutti gli europeisti convinti come me.

Ma nel mare di informazioni che riguardano il vero vincitore della partita , quell’Emmanuel Macron uscito dal cappello a cilindro di una Francia sconcertata e delusa dai partiti tradizionali , c’è una notizia marginale ma curiosissima .

Leggo e credo si tratti di un refuso : accompagnato dalla moglie sessantaquattrenne …. mi documento meglio : in effetti Macron ha una moglie tanto più grande di lui , era la sua insegnante di teatro quando aveva sedici anni e nonostante la famiglia contraria quando ha potuto se l’è sposata felicemente.

Considerazione assolutamente non politica che riguarda piuttosto i comportamenti maschili in generale : gli uomini deboli invecchiando cercano sempre più spesso la donna giovane , quella che si illudono di controllare .

Al contrario gli uomini forti , quelli che non hanno niente da temere dalle donne serenamente amano compagne mature , anzi viene da dire molto mature e senza problemi le amano di vero amore .

Non è una variante del toyboy , quello davvero lo lasciamo al gossip dello spettacolo . Si tratta di una scelta culturale , molto francese e ne esistono esempi simili in ambito artistico anche nel passato.

 

I miei lettori mi perdonino il volteggiare tra gli argomenti , ma questa primavera tanto capricciosa che ha fatto riprendere i piumini a mezza Europa mi ha invitato alla leggerezza , anche se l’immagine che mi è restata nel cuore in questi giorni è la foto del volto pulito del poliziotto francese ucciso sugli Champs Elisées dal solito folle terrrorista idiota : quel ragazzo che lascia un compagno e un figlio adottato da poco è l’immagine vera di questa nostra società matura e tollerante , questa società che ancora una volta la Francia ci ha ricordato nei suoi valori più alti.

 

 

 

La democrazia

 

 

 

 

Unknown

 

 

Sono nata in un paese che viveva sotto una dittatura , ma sono poi cresciuta in un paese felice di essere democratico , in un paese povero che usciva dalla povertà , dalla guerra e dalle privazioni .

Per molto tempo ho considerato le banane come un dolce , pensavo fosse giusto che i miei vestiti allungati all’inverosimile poi passassero alle mie sorelline .

A casa mia si spengeva la luce uscendo dalle stanze , il primo frigorifero arrivò qundo io mi sposai e insieme arrivarono le prime automobili , la televisione.

Si dice sempre “ ai miei tempi “ con un sospiro di nostalgia anche se so benissimo che i bei tempi erano belli solo perché si era giovani , ma una cosa dei bei tempi comincia a mancarmi davvero .

Il senso di gioia che mi dava il gusto della libertà di vivere democraticamente , convinta come ero che la democrazia , difficile da conquistare e sempre da proteggere, fosse la forma migliore che gli uomini si fossero dati per garantire i propri ed altrui diritti.

Ultimamente però i miei inossidabili principi cominciano a franare sotto una serie di colpi “democratici” che fanno vacillare la mia sicurezza.

Democrazia la Brexit , democrazia l’elezione di Donald Trump e ultimo colpo gobbo la democratica elezione a dittatore di Erdogan.

C’è qualcosa di imperfetto in questo mondo dove la platea “degli aventi diritto “ si è allargata smisuratamente insieme alla grande massa di informazioni vere o manipolabili a disposizione di intere popolazioni.

Allora ho ripensato alla mia mamma maestra , forte dei suoi quarant’anni di insegnamento quando priva di statistiche e di grafici mi spiegava che in una classe ( ai suoi tempi le classi erano molto numerose ) c’erano uno o due molto dotati , quattro o cinque mediocri , alcuni furbi che fingevano di capire e poi quelli che proprio non capivano niente …e concludeva amaramente : poi da grandi votano tutti !

Forse la mamma non era proprio un modello di democrazia ma sicuramente era , oltre che una gran brava maestra , una persona che conosceva il mondo e non si faceva tante illusioni.

 

 

 

Bentornato Jonas

 

 

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Negli ultimi giorni mi sono divertita con un gioco quasi infantile perché quando ordino un disco su Amazon dalla Germania poi mi diletto a seguire il percorso del pacchetto (che comunque mi viene spedito sempre dall’Inghilterra) , misteri della Sony!

Das Lied von der Erde mi doveva arrivare il 18 aprile , nessuna fretta da parte mia . Ho la registrazione live del concerto di Parigi e i preziosissimi video del generoso amico francese che li ha messi tutti su YouTube.

Ma il giochino di vedere a che punto era il viaggio del pacchetto mi divertiva ogni giorno.

Il tracciato sistematicamente disegnato in verde , il lento avanzamento della linea , l’attesa che impreziosisce l’arrivo.

Poi , due giorni prima di Pasqua una scamapnellata imperiosa , l’orario improbabile . Chi può essere?

Beh , invece dell’uovo di Pasqua mi è arrivato il Cd con cinque giorni di anticipo .

Ho già tanto ampliamente scritto di questa pagina musicale , questa sinfonia non-sinfonia , questo ciclo di Lieder che è qualcosa di più e di diverso di un ciclo di Lieder che potrebbe sembrare inutile tornarci ancora sopra .

Lo faccio perché con mio grande stupore non tutti hanno apprezzato questo modo straordinario e inusuale di eseguire l’intera serie di brani con una sola voce.

Un amico che stimo ha parlato di esperimento inutile , qualcuno ha dubitato persino che fosse

doppiata falsamente la voce sull’orchestra .

Un ironico commentatore ha scritto che in questo modo con le registrazioni multiple Kaufmann arrriverà a incidere da solo il quartetto del Rigoletto!

Mi era venuta voglia di rispondergli : beato lui che lo può fare , ma mi sembrava cretino seguire i commenti cretini.

Sono sicura che il Cd venderà moltissimo , che sarà un solito disco d’oro da mettere nella collezione del Nostro e quindi non mi metterò a difendere una operazione che sicuramente non ha bisogno di difersori .

Mi limito percià a riportare la chiusa di un dotto commentatore che ha scritto alla fine di un’analisi attenta del ciclo , dividendo i brani in tre sezioni. che comunque un’operazione come questa resterà nella discografia in quanto rara e preziosa e soprattutto probabilmente irripetibile vista la straordinaria vocalità e sensibilità dell’interprete.

E dopo la divagazione sulle opinioni negative , molto rare in realtà e dopo aver avuto qualche perplessità sul Cd Dolce vita mi sento di condividere quello che ha scritto il commentatore di Presto Classical : bentornato a casa Jonas!

 

 

 

 

Tempo di Pasqua.

 

 

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negli ultimi anni in questo periodo ero spesso in giro per teatri , la settimana di Pasqua è una settimana di Parsifal , Oratori , Passioni e Messe solenni .

Non c’è che l’imbarazzo della scelta , io invece sono a casa e se da un lato mi dispiace dall’altro ho capito qualcosa circa il desiderio di fermarmi , di passare ore vuote a leggere con calma .

Spesso a ri-leggere …mi basta prendere un libro in mano , magari per spolverare e riaprendolo scoprire il gusto della rilettura , gusto che si affina nel tempo e che spesso mi fa chiedere quanto ci avessi capito a leggere quel determinato libro quanto avevo trent’anni .

Sono però arrivata al convincimento che in effetti la conoscenza è fatta di qualcosa che assomiglia agli strati sovrapposti di un dolce che si assaggia una prima volta e se ne coglie il primo gusto , il primo brivido di piacere , poi si riprende e si gusta di più e si sentono meglio i componenti che lo fanno pregievole .

In tarda età poi diventa un trionfo di memorie , il godimento assoluto.

Un po’ banale paragonare un bel libro ( ma questo succede anche con la musica ) ad un budino ben fatto , ma credo che il paragone riduttivo spieghi bene quello che provo io in certi momenti.

Quindi spazio all’ascolto e alla lettura anche se la mia natura portata al movimento rischi di girare in malinconia tutta questa pace e questo tempo di riflessione .

Pensare troppo per me è sempre stato un po’ pericoloso, nel fermarmi si annida un lento veleno che vela di tristezza le mie giornate.

La piccola valigia viola dei miei viaggi lampo è chiusa nell’armadio e ci starà per un lungo periodo ,mi sono saggiamente limitata , un po’ perché non ho trovato i biglietti che volevo , un po’ perché così mi concentrerò di più per i programmi estivi.

 

Ho riaperto pagine e pagine di scritti sparsi sul mio computer , la bozza informe di un nuovo libro che stenta a trovare una forma compiuta , non credo però che sia questo il momento psicologico per riprendere là dove mi ero fermata.

Le informazioni di stampa sono angosciose , spesso enfatizzate  ,sembra che la stampa cerchi di rincorrere i social soltanto sparando titoli che il giorno dopo si sgonfiano come palloncini gonfiati male.

Peraltro i social in mano alla massa sono diventati illeggibili , anche rifugiandosi su piccoli siti dedicati emerge sempre di più il lato becero , approssimativo delle notizie .

 

Pasqua alta , già il glicine sul terrazzo comincia a perdere i fiori viola , aspettiamo gli sviluppi della folle escalation di guerra tra Trump e la Corea del nord, aspettiamo le elezioni francesi , aspettiamo per capire se esiste ancora la Ragione nel mondo .

Buona Pasqua a tutti i fedeli amici del blog.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giorni di silenzio

Unknown

 

Giorni di silenzio , il blog tace : è impossibile un’altra volta commentare a caldo l’orrore .
Molti anni fa le foto delle povere vittime dei gas asfissianti in un villaggio curdo sconvolsero il mondo . Pensavo non doverne rivedere mai più e invece l’orrore bussa di nuovo alla mia porta , anzi sul mio pc , anche se velocemente per paura o per orrore ho cancellato l’immagine del bambino che non respira , i piccoli visini pallidi degli innocenti ammucchiati su povere coperte mi restano negli occhi anche se vorrei cancellarli dalla memoria .
Sarà che mi ricordano tanto i visini dei bambini malati delle crudeli malattie che ancora dannatamente colpiscono nei nostri paesi civilizzati . Il male che non si riesce a vincere nonostante la ricerca , la lotta continua che ancora si combatte per vincere i mali una volta detti incurabili che colpiscono anche nei paesi più avanzati la nostra infanzia .
Perché associo queste immagini? non lo so , ma a tutti i bambini si chiede solo di vivere e di crescere e non c’è guerra che giustifichi la loro morte , specie se si tratta di una guerra assurda , infatti anche ai commentatori autorevoli riesce faticoso rintracciare nessi plausibili nella tragica escalation siriana.

Ho visitato un tempo una Syria bellissima , piena di memorie archeologiche : la ruota di Homs ci sarà più? e la impressionante rocca di Aleppo?
Tutto cancellato dalla furia umana : la faccia del tiranno per caso ( quel chirurgo oftalmico che non era destinato a regnare sull’orrore mi sgomenta ) ma mi sgomenta anche il tycoon americano che lancia i missili come se credesse davvero di giocare alla guerra dall’alto della Trump tower .Mi sembrano marionette di uno spettacolo crudele dove il terzo incomodo , l’ex agente KGB gioca al gatto e il topo dalle stanze dorate del Kremlino.

Intanto nella vecchia Europa continuano a correre i camion follemente lanciati sulle folle inermi , contiamo i morti sul selciato dei nostri mercatini , dei nostri centri commerciali , sui ponti di Londra .
Anche se in realtà noi non contiamo niente : siamo solo vittime e spettatori .La nostra unica risposta è quella di continuare a vivere , di ripetere da tutti i teleschermi : non ci fermeranno .
Restano però i volti bluastri dei bambini di uno sperduto villaggio del nord della Syria a ricordarci come un monito la nostra colpa di europei incapaci di essere protagonisti , incapaci di stare uniti e forti che sarebbe forse l’unico modo per entrare davvero con autorevolezza nel terribile gioco .
Le notizie scivolano dalle prime pagine per poi ritornarci puntualmente dopo ogni strage : le elezioni si avvicinano e tutti i paesi europei, incapaci di restare davvero coesi seguitano a guardarsi l’ombelico , come le scimmie senza memoria di un grande zoo metropolitano.

Oggi parliamo di cinema.

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Jean Pierre Melville è stato un regista di pochi film , un autore speciale . Io lo conobbi attraverso un film bellissimo “ Le silence de la mer “ tratto dal racconto di Vercors.

Poi di lui ho visto i suoi polizieschi un po’ particolari ,girati con grande maestria e con attori straordinari .

Ieri sera in Tv un tuffo nel passato . il titolo italiano stupido , bellissimo quello originale : Un flic.

Il film è del 72 e racconta di un commissario parigino addetto alla notturna : disinvolto e cinico ( uno stupendo Alain Delon), la sua vita scandita da compromessi , soffiate nel sottobosco del malaffare , indifferenza.

Non racconto la trama , se vogliamo banale , ma il film mi ha riportato indietro ad una Parigi come la ricordavo io , con le sue strade pulite e vuote di notte con i cabaret e gli alberghi vecchiotti e affascinanti .

Nel film c’è anche una crudele e bellissima Catherine Deneuve , un insieme di attori notevoli ( tra cui l’italiano Renato Cucciolla ) in una parte tristissima.

Le coproduzioni italo-francesi in quegli anni erano fantastiche.

L’ho visto col rimpianto di una Parigi tranquilla , nessuna angoscia terroristica, i problemi di ordine pubblico gestiti da una polizia efficente e tanto all’antica : nella macchina nel commissario c’è un anacronistico telefono vero in parete …non c’è l’esercito sulle strade , scorrono sotto i marciapiedi all’alba i rivoli d’acqua per la pulizia delle strade ,la componente multietnica proprio non c’è.

Per le strade le Citroen rare , Pigalle illuminata e quando il film con una fine ambigua , come erano sempre i film di Melville, è finito ho fatto i miei conti e ho capito di avere messo la testa nei miei ricordi , quando Parigi era la mia meta ideale , quando in definitiva ero tanto più giovane anch’io.

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Affinità elettive

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devo alla cortesia di una cara amica francese la documentazione fotografica completa di questa piccola conversazione , quasi un reportage , ovviamente mi sarebbe piaciuto pubblicare tutte le foto ma temevo di sembrare troppo vanitosa o peggio farmi protagonista di una piccola cosa avvenuta in una sera magica dopo una splendida serata all’opera di Monaco.

Quella che pubblico è praticamente la risata finale della conversazione : una volta tanto il mio blog parla proprio di me anche a dimostrazione che ho fatto pace , dopo la delusione londinese , col caro tenore che ha ricominciato a cantare davvero bene

 

era da tanto che volevo togliermi una curiosità , soprattutto dopo che alcuni miei pensieri , sensazioni , direi quasi intuizioni sul Kaufmann-pensiero da me inseriti nei miei resoconti sul blog li avevo ritrovati identici nelle sue dichiarazioni in merito a sue interpretazioni .

Finalmente in un incontro ravvicinato del terzo tipo ( vale a dire all’uscita degli artisti a Monaco) mi sono fatta sotto e gli ho chiesto a bruciapelo se lui leggesse il mio blog.

Con un certo stupore ha negato e mi ha anche chiesto il perché con grandi occhioni perplessi , quasi a cercare qualcosa nella memoria.

Gli ho raccontato le analogie dei nostri pensieri e ho concluso :allora abbiamo le affinità elettive !

Volto curioso, interrogativo. Il suo italiano , peraltro ottimo non ci arrivava proprio .

Allora io suggerisco “Goethe” …ancora nulla .

A questo punto Adriana la prudente si era scritta la lunga parola tedesca che non avrebbe mai osato pronunciare davanti a lui : Wahlverwandtschaft .

Finalmente sorridente me l’ha ripetura nel suo perfetto hochdeutsch e questa parola lunghissima e ostica diventava facilissima e dolce , sembrava il verso di un Lieder….

 

La breve conversazione è finita lì anche se resto dell’idea che se non proprio lui , forse qualcuno del suo staff qualcosa di mio lo legga , le parole erano proprio le stesse, ma anche se tutto ciò restasse solo un caso mi piace pensare a quelle famose affinità tanto difficili da pronunciare.

Ho anche il classico selfie , fatto fa lui , dove lui riesce sempre bene e io orribile , anche quello fa parte del reportage segreto della serata.