Nikolaus Bachler lascia il BSO con uno splendido concerto : come una gran dama mette in mostra tanti ( quasi tutti ) i gioielli di famiglia e lo fa con il grande garbo che ha sempre contraddistinto la sua encomiabile conduzione del grande teatro .
I suoi tredici anni resteranno nella memoria di molti , nella mia in particolare , con lui ho cominciato a frequentare lo splendido teatro e a viverne le meravigliose stagioni.
Sempre elegantissimo , bastava alzare gli occhi verso la barcaccia al secondo piano . Lui era sempre lì , in tutte le repliche .
Ricordo una volta , dopo un interessante messinscena del Boris Gudonov , la mattina dopo era alla porta degli artisti e io mi avvicinai a lui per ringraziarlo, sicuramente intimidita dalla sua altezza e incapace di esprimermi correttamente in tedesco.
Lui signorilmente si chinò verso di me con un sorriso , forse non capì nemmeno le mie parole ma mi ringraziò lo stesso , un gran signore austriaco.
Mentre seguivo il concerto ieri sera pensavo con tristezza al paragone con la pagliacciata dell’ultimo 7 dicembre scaligero , certo quando si hanno a disposizione tante eccellenze è più facile fare una cosa bella , ma occorre anche lo stile e quello purtroppo non tutti ce l’hanno.
Basterebbe pensare quello che tenacemente ha fatto durante il duro periodo della chiusura causa Covid : i suoi Montagstuck hanno reso meno duro il digiuno e ci hanno fatto sentire che la musica era sempre con noi.
Ovviamente non c’è stata nessuna gara : tutti i cantanti hanno regalato un momento di grazia della loro arte e non voglio qui fare graduatorie . Una sola cosa me la permetto con orgoglio italiano : Alex Esposito era l’unico che rappresentasse la nostra scuola di canto e lo ha fatto con vera maestria.
Con tenerezza ho riconosciuto il vestito di Cavaradossi addosso ad Andrea Chenier , il pulmino di Hans Sachs, il saio della piccola Hermonela , il quartetto di Beethoven del Fidelio che scendeva nelle gabbie sopra di lei, le arie della Rusalka con la vasca vuota , ma piena del vestito dell’Ondina.
Mi è piaciuta la Favorita cantata in italiano , il gesto prezioso delle mani di Petrenko, quanto lo rimpiangerò davvero questo elfo dal sorriso dolcissimo!
Basta , le citazioni diventano troppe e farei torto ad alcune e alcuni splendidi momenti di magia.
Arrivederci Herr Bachler e Vielen Danke per tutto quello che ci ha regalato.