
Ho troppe giacche eleganti nell’armadio.
Me ne sono accorta facendo il cambio di stagione , su e giù di corsa perché ,come era da immaginare , è arrivata in anticipo un’estate calda e poi non è detto che poi ricominci un periodo di pioggia anche in giugno.
Ho vissuto molto anni saltando qua e la nei teatri d’opera , correndo negli aeroporti , dormendoci pure per terra in qualche occasione.
Poi ci fu la svolta della pandemia e senza rendermene conto immediatamente fu anche un passaggio netto da una anzianità portata bene e una vecchiaia decisa.
Ieri al seggio mentre cercava il mio nome sugli elenchi una scrutatrice mi ha guardato incuriosita , le pareva impossibile la corrispondenza tra il mio aspetto e la mia data di nascita .
Ci ho riso su , nessun merito , è tutta genetica.
In Toscana di quelle come me si diceva : è della repubblica di SanDonnino , la c’ha cent’anni e un li dimostra!
Io invece me li sento addosso i miei anni quando la mattina mi alzo tutta rotta e più stanca della sera perché l’aria di mare è bella ma l’umidità delle mie lenzuola non perdona.
Dicevo delle giacche , troppa roba da teatro , adesso che ne faccio , le mie occasioni mondane si riducono e poi non ci bada più nessuno a certe forme d’antan.
La testa funziona ancora , ma il massimo sforzo lo riserbo a evitare di pensare a tutte le cose storte che vedo intorno a me , cerco di pensare che il mondo non mi riguardi più , ma è un attimo e mi ritrovo sempre immersa in tutto quello che di storto mi circonda .
Ho troppe giacche e troppi nipoti per non pensare al mondo che ereditano e non sono proprio sicura che in qualche modo , nel profondo non sia stata anche colpa mia.
Non mi assolvo , “ pensieri , opere e omissioni.” , soprattutto le omissioni sono quelle che mi fanno camminare in una sorta di pensiero centrale , cercando di non cadere qua e là , quando la notte è lunga e il sonno tarda ad arrivare.