Il pianista di Yarmouk

Unknown

 

Il Festival Adriatico Mediterraneo si è aperto come ogni anno con la consegna del premio che viene consegnato nella stupenda cornice della Cittadella di Ancona che fu progettatta dal Sangallo e che è attualmente la sede del Segretariato permanente per la Macroregione Adriatico-Jonica.

 

Il premiato , tenero e minuto , è un pianista ,anzi Il pianista di  Yarmouk come recita il titolo del suo libro .

Aeham Ahmad è nato vicino a Damasco in un campo profughi palestinesi e quando nel 2013 cominciarono gli attacchi di una guerra ancora non finita e che seminavano il terrore tra la popolazione lui prese il suo pianoforte e lo portò per strada dove suonava soprattutto per i bambini , cercando di portare briciole di serenità.

Poi il Califfato nel 2015 si impadronì del campo e Aecham  si vide bruciare il suo piano .

Ma ormai le sue foto tra le macerie avevano già fatto il giro del mondo e lui cominciò una fuga che lo portò attraverso i Balcani , seguendo tutta la  trafila dei rifugiati fino a che arrivò in Germania , dove fu accolto e gli procurarono ancora una volta un piano con il quale lui ricominciò a suonare per le strade , soprattutto per i bambini , poi ormai diventato un simbolo di amore e di pace i suoi concerti li fa davvero un po’ dappertutto.

Piccolo , minuto , dolcissimo e sorridente è una risposta viva a tanto terrore , tanta intolleranza che ci circonda .

Nel ricevere il premio ha ringraziato  e con un filo di voce rotta ha ricordato suo fratello al quale ha dedicato il suo libro , che ancora combatte lontano da lui.

 

Nel ringraziare faceva un gesto con la mano portandosela sopra il capo , la figlia dell’Imam presidente dell’OCOI , mi ha spiegato il significato di quel gesto , quasi strano:

“io ti metto sopra di me “, ti rispetto , non è un inchino anche se è un gesto antichissimo siriano, un gesto quasi di devozione.

Quando mi sono avvicinata a lui per dirgli quanto le sue parole mi avessero commosse quello stesso gesto lo ha fatto anche a me , sicuramente per i miei capelli bianchi e io invece mi sono sentita tanto piccola e indegna di essere oggetto di  un tale gesto di devozione.
La sera , nel cortile della Mole Vanvitelliana ha suonato per noi , il suo messaggio di pace e di speranza seguita a essere  una piccola voce nel mare di intolleranza che ci circonda .

Grazie Aeham.

 

La vergogna

 

Unknown

 

Questo mio piccolo spazio nasce musicale , vorrei solo parlare di musica , per tutto il resto cerco di essere presente attraverso il mio diario .

Ho fatto mio l’accorato “ mi vergogno” di Massimo Cacciari , un filosofo importante del quale ho seguito sempre con ammirazione le conversazioni , le conferenze , riflettendo anche quanto il suo parlare filosofico fosse così intrinsecamente legato alla lingua tedesca , lingua filosofica per eccellenza .

Averlo sentito gridare quel “Mi vergogno” in bell’iitaliano mi ha spinto ad emularlo .
Ho ripetuto quell’imprecazione e molti mi hanno seguito , ma restiamo lì , la nostra cultura , il nostro rispetto per le istituzioni , oserei dire la nostra democrazia così connaturata al nostro pensiero ci proibisce di andare oltre.

Sono però troppi giorni che non posso aprire la televisione senza sentirmi male .

Quei disgraziati sulla nave Diciotti sono come un grido che non mi può lasciare ancora silente:
sono uomini e donne come noi e sono prigionieri di una follia demagogica di un branco di cialtroni che un popolo di cialtroni più di loro ha portato in posizioni di potere , pericolosissimi e che potrebbero ( o temo fortemente porteranno ) questo nostro paese in una situazione oltre che di ridicolo a livello internazionale anche allo sfascio economico.

 

Il livello di approvazione da parte del popolo bue cresce , l’uomo forte e il povero imbelle al seguito che nella folle rincorsa a chi la spara più grossa si butta sul grave problema dell’ILVA , l’uno ormai preda ad una incontrollata sete di potere , l’altro smarrito in cose tanto più grandi della sua modesta preparazione  vanno verso un baratro istituzionale sotto gli occhi benedicenti del terzo inqualificabile “ avvocato-professore” che giustamente un amico intelligente definisce Coso e formano un terzetto demenziale al quale l’Europa ovviamente non risponde.

 

Come andrà a finire la tragica vicenda dei poveri eritrei : probabilmente con un escamotage , il controllo identità a bordo prima di scendere.

Me lo auguro , Salvini è messo all’angolo dal giusto silenzio del Capo dello Stato , il polverone siderurgico arriverà alla naturale scadenza e il contratto sarà siglato.

A quel punto saremo a metà settembre , ma intanto la mia vergogna cresce e con la mia cresce la vergogna di tutti coloro che seguitano ad assistere a questa nostra decadenza politica e morale .

 

 

 

 

Riassuntino

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Ora che tutti i miei giri estivi sono finiti posso dire : è stata una bellissima estate musicale , nonostante il caldo che costantemente mi ha accompagnato da Monaco a Salisburgo , ovviamente a Caserta ma anche nella lontana Gstaad ,praticamente in alta montagna.

Mi sono stati fedeli compagni l’ombrello ( non si sa mai ) e un piumino che ha viaggiato su e giù per l’Europa senza avere mai l’occasione di essermi utile.

Ho fatto il pieno di Wagner , credo di avere assistito al più bel Ring della mia vita e sono scesa fino al sud per godermi una bellissima notte italiana.

 

Ho avuto anche il brivido del “tenore azzoppato “ , praticamente non mi sono fatta mancare niente ma adesso posso dire come Forrest Gump: sono un po’ stanchina….

Per fortuna Jonas Kaufmann va in ferie e oltre che curarsi il piede rotto mi consente un mese di ben meritato riposo senza tentazioni di andargli dietro anche se certe tentazioni , come per esempio un’altra Tosca o un altro Chenier non  mi sollecitano più.

Non so se è l’età che avanza o la curiosità che cala . In lotta con il tempo spero di arrivare a sentire il suo Tristano , se non ci mette troppo tempo!

 

 

Dopo anni di orgogliosa solitudine ho apprezzato di nuovo la gioia di viaggiare in compagnia di cari amici e amiche , probabilmente ho degli amici speciali e tutto sommato sono stata molto felice di non essere sola in giro per il mondo.

 

Cosa ho visto e sentito di bello l’ho ampliamente raccontato sul mio blog e quindi non mi pare il caso di ripetermi , facendo un breve riassunto spicca la quantita di musica wgneriana : sette opere e un concerto, e tutto di alta qualità.

Per questo programma ho sacrificato la presenza nei Festival marchigiani ,chiaramente  proprio tutto non si puù fare.

 

Ora mi resta solo da mettere a posto i piccoli programmi di sala e i grossi libri di Monaco , non li ho comprati tutti anche per questioni di peso e adesso comincio a spulciare i programmi invernali qua e là …sempre col solito filo conduttore da monomaniaca quale sono.

 

Piccola pausa di fine agosto , però ho un altro piccolo impegno che mi aspetta a breve, a stare proprio ferma mi annoio.

 

Il ricordo più bello ? ne ho molti . L’immagine più suggestiva quella che ho messo in copertina., i piedi scalzi erano sani…Parsifal visto due volte ,, anzi tre se ci aggiungo lo streaming in  piazza.

 

 

 

 

 

A Gstaad

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Molti pensano che Huber sia un’applicazione per trovare un servizio taxi , invece Huber è una deliziosa signora ed esiste davvero . Con lei si fanno viaggi straordinari , anche un po’ folli se si vuole , ma pieni di sorprese e varie amenità.  Huber qualche volta si fa chiamare Luisa così che tutte le aspiranti Telma possano goderne i servizi e la compagnia.

Fu così che le cosiddette Telma e Luise si trovarono in Svizzera per un raid velocissimo alla ricerca del solito startenor bavarese che salta come un grillo da un lato all’alto del globo al solo scopo di incantare le molte affezionate , spesso attempate e fedeli seguaci.

Però qualche volta a forza di saltare si rompe pure e così si è avuto il raro caso di ascoltare un Sigmund seduto , col piede bene in vista appoggiato ad una specie di sgabellino .

La Siglinde di turno , imponente e bene abbigliata cantava fiera al pubblico mentre il povero Sigmund , entrato in palcoscenico con improbabili scarpe da tennis celesti e zoppicando vistosamente si accasciava molle di sudore scomparendo quasi alla vista della platea adorante .

Questo però  non gli ha impedito di farsi un Wälse infinito ed una Winter und Sturm altrettanto memorabile .

Per la prima volta però la Telma di turno non vedeva l‘ora che si arrivasse ad estrarre Notung dal sacro frassino perché chiaramente il poveretto non ne poteva più.

Si sono anche inventati un bis orchestrale per concedergli una fuga strategica veloce , la cosa comica era che il bis fosse anche la suoneria del telefono per cui la Telma di cui sopra per un attimo ha pensato pure  di avere lasciato la suoneria accesa!

 

Ma torniamo al racconto del blitz in terra elvetica che di momenti curiosi ne ha avuti parecchi : intanto la ricerca della meta da raggiungere perché anche se la dotazione di navigatori , telefoni e Googlate varie non mancava , la ricerca dell‘Hotel inserito in un contesto fatto centinaia di prati con mucche in verticale , ghiacciati persi tra le nuvole e indicazioni sibilline non è stato facilissima..

Poi l‘albergo abbastanza curiosamente arredato era anche dotato di personale mediamente imbecille e assolutamente incapace di dare indicazioni chiare e servire velocemente .

Si scopriva anche che la camera dava parzalmente su un tetto e che questo era dovuto al fatto di avere prenotato camera con …restricted wiew….mai dichiarata in prenotazione …

La caccia al tesoro per scoprire anche il luogo dove si sarebbe svolto il concerto non è stata male , le indicazioni erano sempre oscure e solo “occhiodilince” Telma individuava la ridicola tensostruttura dai rossi pinnacoli molto scarsamente segnalata .

Però le spericolate , una volta individuata la cosa si sono fatte una bella seduta di prova orchestra aprendo avventurosamente le porticine nascoste nel retro.

Non male anche la caccia al ritrovamento automobile nel cuore della notte , questo paese è dotato di molte rotatorie guarnite di fiori e caprette , tutte praticamente uguali e le due erranti ci hanno messo una buona mezz’ora per ritrovare quella giusta .

Per fortuna sempre ridendo e dandosi dei grandi “five” ad ogni conquista .

La fine in gloria è stato un Negroni ottimo e abbondante che però ha anche un po‘ alterato il tasso alcolico, ma anche questo era già  stato messo in programma .

Non è stato facile neanche la partenza , si sono sbagliati due o tre volte anche a fare il conto ….

Huber è anche una straordinaria ladra di immagini e registrazioni , di queste ne godranno solo gli aderenti al club  ….

Ponti di Liguria

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Per molti anni sono passata sugli aerei viadotti liguri con una certa regolarità: alti e suggestivi , con le case piccole piccole di sotto e quel bellissimo mare Tirreno luccicante sullo sfondo .

Ogni volta tiravo un respiro di sollievo quando erano finiti , mi facevano paura ,guidavo disinvolta ma arrivata a Tangoni ( sulla via del ritorno verso il più pallido mare di casa mia) sorridevo al nome “marinaro” della frazione.

Ci lasciavo il cuore a Genova , nipotini adorati , la luce di Albaro .

Io amo tutta l’Italia , ma questa fetta del nostro bellissimo paese mi è particolarmente cara nel ricordo di un periodo sereno nella mia vita.

Guardavo stancamente la tv ieri quando , praticamente in diretta , ho visto quel terribile ponte crollare .

Non sono riuscita a staccarmi dal seguire tutto il giorno l’angosciante evolversi dei tragici eventi.

Mi sono ricordata di un bellissimo racconto di Buzzati sulla fatalità del destino : un aereo militare tranciò casualmente i tiranti della funivia del Lagazuoi , morirono tante persone che , per caso erano in quella cabina , quel giorno , a quell’ora : appunto il caso, il momento , l’attimo in cui la vita di alcuni finisce nel nulla della casualità.

Poi sappiamo di vivere in un paese fragilissimo , in cui i regolamenti ancora borbonici impediscono  un vero rinnovamento .

Con un brivido ho visto la situazione di un altro ponte Morandi (il povero ingegnere che credeva di avere fatto dei capolavori di ingegneria!) tra Agrigento e ..Montelusa a dirla con Camilleri.

 

Combattiamo con i No Tav , No Vax, No Gas  e quel ponte restava su , nononostante i molti problemi che dava , quotidianamente .

Nel momento in cui ancora i meravigliosi uomini della Protezione civile , dei Vigili del fuoco , della Polizia di Stato stanno ancora cercando poveri resti tra le mostruose placche di cemento si comincia a sentire lo squallido rimbalzare  delle colpe , delle responsabilità.

Siamo bravi , paese di terremoti , di frane , di alluvioni a radunare le forze “dopo” ogni sciagura . Un po’ meno bravi a cercare il silenzio ,perlomeno nel momento delle tragedie.

Mentre il ponte crollava in diretta si è visto un lampo nel cielo , un effetto quasi cinematografico.

Probabilmente quel lampo era casuale , se casuale può essere un cedimento così clamoroso in  pochi secondi .

Ci saranno inchieste , processi forse , risarcimenti sicuri , ma le povere vite tagliate dal caso resteranno nel cuore di tutti coloro che se le sono viste sparire così , sotto la pioggia di un Ferragosto terribile , nella amata terra di Liguria.

 

 

 

 

 

La notte di Valpurga

 

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In verità una italica strega che rispondeva al nome di Streghilla Fetentilla lo aveva pronosticato , ma le festanti gioiose maghe italiche non le avevano dato ascolto : vedrai , saranno contente di vedere tanti ricordi di una bella serata !

Invece …al grido di lesa esclusività le assatanate streghe cavalcando le loro scope social si erano radunate al grido di lesa maestà!

Venivano dal regno di Spagna , dalla Catalogna , dal reame di Francia , dall’Allemagna , dalle Fiandre , dall’Albione ed ovunque ove il divino principe avesse cantato le preziose melodie che le aveva incantate .

Impazzite di dolore urlavano nella notte stellata , planando verso il Regno di Napoli laddove si era verificato il terribile evento , del quale molte di loro non avevano neppure avuta contezza e il non averlo saputo aumentava il feroce dolore per lo smacco subito!

 

Mentre urlavano nel vento cominciarono già durante il volo a inviare stilettate furiose tramite i loro clan segreti ( mica tanto poi) con feroce impudenza e con molto sciovinismo stigmatizzando  tutto : pochi applausi , niente fiori , pubblico non all’altezza di sua maestà di Baviera.

 

Mentre le poche streghe saggie ( ce ne sono anche oltralpe ) mandavano commoventi ringraziamenti alle sciagurate italiche che si erano esposte pericolosamente cercando di condividere , orgogliose che una loro grande cantante cilentana fosse riuscita nell’impresa di incantare il monarca assoluto , il sire delle tenebre che agli occhi delle furie nordiche avrebbe dovute scendere sotto il confine , diciamo così , del Brennero , solo per prendere il sole…la grande orda kaufmanniana ululante calò nella notte sulla Reggia di Caserta .

Poco contava non sapere che il grande evento era così popolare che si poteva godere anche con soli 25 Euro ( un’offesa anche quella?) , che il Re della Campania ci aveva messo tanti bei soldoni , che il beato principe felice avesse accettato con letizia , l’offesa era stata fatta .

 

La notte di Valpurga ebbe inizio e il mattino seguente davanti agli occhi stupiti dei custodi della Reggia si parò davanto lo spettacolo orribile :piante divelte , statue dalle teste mozze , cancellate abbattute, ovviamente il tutto solo in senso metaforico….

Nel frattempo il sire della notte se ne era andato tranquillo a mangiare parlando il suo tranquillo italo-napoletano anche perchè lo aspettavano ancora nelle brume del nord un paio di concerti prima di rituffarsi nel mare azzurro delle vacanze mediterranee che tanto amava .

 

Le streghe impazzite hanno fatto la loro bella figura di cretine, Streghilla Fetentilla le aspetta al varco : al primo selfie  , al primo frame di concerto rubato ci sarà da vendicarsi .

Basta cominciare a far notare che non è postando la foto di quanto il Principe pesava dieci chili abbondanti di meno che si possono arrogare diritti di fedeltà.

Per questo basta la grandissima Prussiana che tutto scrive , tutto vede , tutto ricorda e che , guarda caso ,anche lei era presente all’evento incriminato.

A Monaco

Forse qualcuno si stupirà per questo pezzo così diverso , così lontano da tutto quello che ho scritto recentemente , ma oggi riordinando il mio tablet ho trovato questo ricordo, non l’avevo pubblicato durante i giorni del festival .

Era rimasto su Pages , l’ho riletto e ho deciso di pubblicarlo adesso , quando ormai il ricordo è più lontano : domani è di nuovo domenica e io so con certezza che quell’uomo sarà ancora una volta sotto il pulpito dorato a destra, perso nella sua incessante preghiera ; proprio come “il pellegrino russo” di un libro strano e anonimo del Seicento.

IMG_3437A Monaco

 

Succede ogni volta che ci torno , mi sento a casa , anche perché  faccio sempre gli stessi percorsi ,  vado  nel solito albergo , nel solito  caffè dietro l‘Opera .

Vado anche alla  stessa Messa se capito con una domenica nel mezzo del mio viaggio…

La chiesa che amo è chiamata affettuosamente Alte Peter , il  vecchio Pietro e ci dicono la Messa in latino con grande abbondanza di chierici e di incensi.

Il sacerdote sta girato di spalle , come usava una volta e si ascolta un organo prezioso che suona generalmente messe di Mozart o comunque sempre di notevole livello musicale.

La cantoria è all‘altezza , i libri sui banchi servono davvero perché anche i fedeli partecipano ai cori .

Ma il motivo del mio raccontino è un altro .

Sempre nello stesso posto , nel banco sotto il pulpito dorato a metà navata di destra c‘e da anni lo stesso uomo nella stessa identica posizione .

Appena entro il mio sguardo corre li con la certezza di trovare il misterioso orante immobile .

Sono anni che lo vedo : è in uomo abbastanza giovane , altissimo e sta inginocchiato in un modo strano . La testa nelle spalle , vestito di nero , piegato ad angolo retto .

Mi sembra l‘immagine di un pellegrino russo , un‘immagine fuori del tempo. Non si alza mai , non va a fare la comunione , resta immobile per ore inchiodato in quella che sembra essere una sorta di richiesta di espiazione .

Quest‘anno finalmente sono riuscita a vederne il viso ,  mi ero intestrardita e forse anche incuriosita : ha un aspetto slavo , il volto magrissimo e gli occhi leggermente allungati , i capelli neri forse avrebbero bisogno di uno sciampo , i suoi abiti sempre uguali inverno ed estate sono poverissimi , ma non è un mendicante , solo che quando passano per la questua lui viene ignorato , nessuno gli chiede niente .

Sembra far parte della scena , ma quando il mio sguardo lo cerca mi da la sicurezza di in tempo immobile che non cambia mai 

Non so assolutamente niente di lui e lui non sa quanto invece io lo cerchi ogni volta entrando . Chissà cosa darei per conoscere la sua storia …nella sua misteriosa costante presenza in fondo io cerco solo la certezza di una fede lontana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un’ estate da regina

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Solleone. L’imponente mole della Reggia di Caserta sembra sfumare nella calura, ma lassù in alto dietro la statua della fontana di Diana e Atteone si nasconde un luogo prezioso ,l’Aperia , luogo di bellezza e miele , come dice il suo nome fantasioso.

Un’ estate da Re è arrivata all’ultima serata , una manifestazione che come mi dice con orgoglio il direttore artistisco Antonio Marzullo è riuscita in un’impresa rara da queste parti : unire le forze e in questo modo arrivare alla sua terza edizione totalizzando un numero di presenze a numeri molto alti per una manifestazione estiva nata tutto sommato da poco.

Unite le orchestre del San Carlo di Napoli con l’Orchestra del Verdi di Salerno e stasera sotto la bacchetta di un maestro dall’italianissimo nome di Stellario Fagone ma che arriva , insieme al suo prezioso compagno e amico grande tenore addirittura dal BSO di Monaco,la manifestazione si conclude con un recital di canto di altissimo livello internazionale.

Maria Agresta è riuscita nell’impresa di portare a cantare in questo magico luogo il tenore del secolo : lei bellissima e affascinante nei due splendidi abiti scelti con cura per le due parti del concerto ha la statura di una vera diva , la cui voce sempre più bella e sicura incanta il pubblico che la festeggia con l’affetto dovuto ad una conterranea famosa.

Arriva circondata dai tantissimi familiari orgogliosi di lei : il papà emozionato , le sorelle trepidanti per la loro piccolina diventata così importante e commosse anche perché stasera sentono di più un vuoto recente che le accomuna nella memoria.

Lui Jonas Kaufmann , sudatissimo e del tutto informale , si è fatto come tutti la faticata in salita per arrivare a piedi al luogo delle delizie , lo si vede comunque contento di essere qui in questa Italia tanto amata e sempre più sua.
Una certa aria di improvvisazione , una confusione molto campana non riesce comunque a rovinare la festa.

Tutto all’inizio sembra abbastanza improbabile : il chioschino che non vende quasi niente , il red carper liberato dalla plastica all’ultimo momento , l’incertezza di quando e come fare aprire il cancello….

si aggiungano figuranti sciolti dal sudore in pesanti abiti settecenteschi , un presentatore “ore rotundo” oversize, le luci che proprio non riescono a inquadrare mai ,ma proprio mai i cantanti insieme, sembra creare incertezze, ma è vita e qui la vita è tale anche nell’allegra confusione disorganizzativa .

Poi siccome siamo alle porte di Napoli tutto si aggiusta , tutto funziona magicamente e che la serata abbia inizio.

Anche il programma viene abbastanza modificato al momento  , qua e là Maestro e suonatori svoltano pagine alla ricerca del pezzo giusto . Jonas la fa da padrone , si diverte molto e si vede.

Le due parti del concerto sono comunque scandite molto intelligentemente . Nella prima parte musica lirica : ci appaiono davanti Mimì e Rodolfo , Tosca e Mario  , poi infine Otello e Desdemona e in questo pezzo i due che seguitano ad intrecciarsi in teneri baci alla fine di ogni aria , fanno veramente scintille : si sente quanto questa musica sia già stata interamente loro , quando l’hanno cantata insieme a Londra lo scorso anno.

La seconda parte è dedicata alla grande canzone italiana , alle classiche romanze d’un tempo . Molti spettatori partecipano canticchiando i motivi del cuore.

Maria ci regala un paio di preziosità : il Bacio e la Vucchella fanno delirare il pubblico di casa .

Jonas si leva  la soddisfazione di cantare le canzoni napoletane in perfetto idioma partenopeo. Io  l’avevo sentito anche in anni lontani ma adesso la sua Catarì è diventata un gioiello di arte canora e di recitazione.

Poi la cosa  buffa è che anche il suo italiano , sempre più fluido si è napoletanizzato , già parlava correttamente tante lingue , adesso ne ha aggiunta anche un’altra : il napoletano e parlandoci ci se ne accorge , eccome!

I bis sono trionfali , la coppia fa scintille , il pubblico li osanna , una signora urla :siete pure belli!

La serata caldissima volge alla fine e come nelle fiabe degne di una reggia succedono anche cose rare , ma forse hanno fatto parte del sogno, il sogno di una notte d’estate nella strepitosa reggia di Caserta.

Saltzburg

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Estate caldissima , di festival in festival .

Ritrovo Salisburgo sempre uguale , sempre piena di turisti in gruppi accaldati , sempr più invasa di asiatici.

Un solo concerto  anche perché il resto é tutto sold-out ,

 La grande sala del  Festpielhaus è pienissima , il pubblico è addirittura seduto anche ai lati della fossa , ricoperta per l’occasione ma io che ho ascoltato per la prima volta questo Italieniches liederbuch di Hugo Wolf nella preziosa sala del Musikverein di Vienna capisco subito che il pubblico di Salisburgo non ha la stessa calda partecipazione .

I quattro movimenti in cui Deutch ha diviso la storia sono segnati come sempre dal colore degli scialli di Diana Damrau , il tablet nelle mani di Jonas non c’è ( il miracolo di questo mostro di memoria che solo tre giorni fa vestiva ancora i panni di Parsifal) , l’aspetto globale del racconto è addirittura accentuato dalla mimica dei due amanti dispettosi ma …la magia con il pubblico non si è creata , eppure qui sono in gran parte di madrelingua e potrebbero partecipare molto di più.

  Fuga finale di gran parte del,pubblico , un solo bis…ma il brivido che mi hanno dato i tre lieder finali della terza sezione del canto di Jonas valevano comunque la serata .

La linea melodica affidata alle voci ´, la preziosità della musica raffinata di Wolf la si coglie meglio dopo diversi ascolti che per fortuna ho potuto rivivere in una bella serie rubata da una fantastica ladra in quel di Budapest durante la passata serie di concerti primaverili , io questi stornelli che tutto sono meno che italiani me li sono goduti pienamente.

Ma faceva molto caldo e anche i tre sul palco non vedevano l’ora di finire . Direi comunque una serata minore che sicuramente ha reso bene alle casse dei protagonisti e del Festival .

Ovviamente nessuno é sceso a salutare lo sparuto gruppo di fedelissime in attesa .

L’enturage di Jonas sempre più scostante , il divismo fa di questi scherzi a chi vive di luce riflessa . Il lieder maximo sempre più ristretto nel frack sottotaglia vive bene solo in scena , nei suoi magici personaggi . Ormai ci si deve accontentare dei ritagli di un Kaufmann che fu e che per fortuna ho vissuto in anni bellissimi seguendolo .

Adesso che è preda del suo successo planetario ci dobbiamo accontentare  dei momenti magici che comunque con la sua diabolica arte vocale riesce ancora a regalarci .

Diana Damrau è deliziosa , Deutch prezioso …il resto non dico …c’è sempre un nuovo appuntamento dietro l’angolo.

Ancora Parsifal

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Si dovrebbe sempre vedere uno spettacolo perlomeno due o meglio tre volte . Ho inaugurato il festival di Monaco con il Parsifal e col Parsifal un mese dopo l’ho chiuso . Ebbene , alla fine questo spettacolo  mi è piaciuto ancora di più.

Poi i cantanti , tutti quanti al termine di una bella fatica ci hanno dato dentro con maggiore forza , se fosse stato possibile.,

Una Stemme clamorosa Kundry , reduce dalle tre serate del Ring come Brunnhde , Kaufmann dai suoi giri ballerini spagnoli , Koch da Wotan e Holländer. Pape a meta ‘ con Bayereuth …e poi la rivelazione Gehrharer nel ruolo di Amfortas che ha fatto pure una Liederabend in più non prevista.

Insomma tutti ben provati e soprattutto l’elfo magico Petrenko che per l’occasione si è tagliato anche un po‘ di barba ed è addirittura stato omaggiato con lancio di fiori ..dall’orchestra.

Se vogliamo capire la standing ovation bisogna viverla qui in certe magiche serate.

Ho addirittura cambiato idea sul finale e sulla regia , discreta ma molto più decisa di quanto non avessi apprezzato in prima battuta.

Il finale con la luce bianca è proprio bellissimo .

In tranquilla defilata posizione Frau Merkel ogni volta mi fa vergognare dei nostri politici italiani . Di tutti gli schieramenti.

Notarelle a margine : Kaufmann che raccatta sistematicamente i fiori al proscenio , Pape che se ne va senza lasciare mai un autografo , la folla delusa perché  i divi sono rimasti a festeggiare dentro , le pochissime  persone nel backstage …scelto con criteri misteriosi dalla Frau segretaria che mi ricorda tanto la Frau di  Frankenstine ….

In delirio  di potere .

Ho visto tantissimi amici veri , amici facebookiani e lettori dei miei piccoli pezzi del blog.

Si parte per Saltzburg , la calda estate continua.