Neve

Forse il mio sogno più bello è sciare in un luminoso mattino e scendere giù dal rifugio della Tofana : mi sistemo le racchette , premo sugli attacchi e parto felice .

Conosco tutte le curve  del percorso , non sono mai stata una spericolata ma la sensazione di libertà , la gioia dello scricchiolio della neve sfiorata dagli sci , ecco forse questo è il momento più bello dei mei ricordi felici.

Quando ho saputo della morte della bella giovane discesista caduta tragicamente in Val Senales mi si è chiuso il cuore , penso che tutti avevamo sperato che ce la facesse e poi ho anche pensato che fra tutte le morti crudeli che colpiscono i giovani in questi giorni infausti a lei il destino ha serbato una morte meno atroce , una morte di quelle che una volta erano riservate ai beniamini degli dei .

Non ho mai affrontato la velocità , anzi la mia conquista era stata quella di sciare bene , anche su piste difficili , sapendo contenere il controllo del mio mezzo, ce la facevo a scendere dallo schuss , curva su curva e solo alla fine mi liberavo di slancio , ce l’avevo fatta!

La giovanissima discesista si allenava , stava per cominciare la stagione agonistica e penso alla sua felicità di ricominciare a scendere con vento in faccia con  la gioia di essere tornata nel suo mondo agonistico.

La montagna che regala tante gioie a chi la ama può essere anche tanto crudele con i suoi appassionati , il rischio qualche volta scelto per passione può essere anche tanto pericoloso , ma  io quando sogno di essere felice sogno ancora di fare una bella sciata in neve fresca.

So che la sorella della sfortunata discesista seguiterà a correre anche per lei e sono sicura  che il suo spirito la accompagnerà fedelmente . 

Tutti gabbati

Mi fanno ridere quelli che non vanno sui social per non essere spiati e poi vanno a fare una corsetta al parco col misuratore dei passi o una gita in bicicletta con l’attrezzo che indica il tempo trascorso in sella e con questi semplici strumenti sono praticamente nudi davanti a chi vuole scoprire i vizi e le virtù di ogni vita .

Quando leggo elenchi pazzeschi di persone spiate nei loro conti in banca e nelle loro faccende private penso chi ci sia anche qualche Vip dispiaciuto per non essere abbastanza importante da essere spiato. 

Personalmente penso al vecchio proverbio “male non fare , paura non avere” , resta però la sensazione sgradevole che nessuno è ormai libero neppure in casa sua.

Infatti recentemente mi è successa una cosa ridicola e ne ho parlato sul mio blog perché anche la libertà di espressione è controllata per cui mi hanno cancellato un post semplicemente perché il censore Fb ha letto una parola che evidentemente sta in una lista nera .

La cosa assurda è che invece in rete il mio post è restato tranquillo nello spazio di mia proprietà , quello per cui pago il mio diritto a pubblicare.

Mi raccontava un elegante signore a Milano che non riusciva a completare una parola considerata pericolosa in un suo privatissimo whatsup . 

Viene voglia di sorridere davanti a tanta imbecillità manifesta , ma è un riso amaro perché piano piano il grande fratello si sta allargando sulle nostre teste e ben sappiamo che le menti deboli , quelle per intenderci che erano già influenzate dalla rete televisiva privata , quella che la mia sarta a Cortina teneva accesa tutto il giorno , che di fatto  permise la conquista del berlusconismo in tempi ormai lontani. 

Brogli elettorali all’ordine del giorno , faticano a esprimere il pensiero le piccole nazioni satelliti della ex URSS , in tempo di elezioni si dubita di tutto , ogni risultato potrebbe essere manipolato .Forse la democrazia potrà essere salvata solo attraverso una forte coscienza culturalmente avanzata .

E‘ l’unica speranza che ci resta.

Allestimenti idioti

C’è un limite a tutto e nonostante ogni sforzo di alla ricerca disperata di un  perché non sono riuscita a capire la ragione di fondo che ha spinto due disgraziati registi a massacrare il Don Carlo come sono riusciti a Vienna e ben due volte di seguito.

Si diceva “ repetita iuvant “ , in questo caso mi pare che la ripetizione di un delitto non giovi affatto alla riuscita dell’operazione.

Premesso che amo moltissimo il Don Carlo o Don Carlos alla francese , li amo tutt’e due , soprattutto nella versione completa in cinque atti sennò mi manca sempre Fontainebleau.

Ma la visione del recente Don Carlo , versione italiana in quattro atti messa in scena a Vienna è talmente demenziale che non sono riuscita ad andare oltre la metà del secondo atto.

L’idea balzana , per non dire cretina , di mettere in scena tutto in laboratorio di costumi ,o forse si trattava di un laboratorio scientifico nel quale riesumare preziosi reperti da maneggiare con i guanti ?

non ha un senso al mondo e costringe i cantanti , che magari poverini sono anche bravi , a cantare con i manichini accanto .

Loro vestiti miseramente in abiti odierni e i pupazzi dietro e magari nella mente malata del regista ( russo ) ancora alberga la folle idea che mettere i doppi in scena sia qualcosa di originale?

Forse non basta che l’operazione abbia poco successo di pubblico , penso sia ora passata che anche i cantanti , molti sono all’apice della carriera si rifiutino categoricamente di essere messi in berlina in queste situazioni .

Non mi pare che basti dire : mi pagano e mi accontento del cachet .

Mi sembra che ne vada anche della loro dignità professionale.

Va pensiero

Piccola stagione lirica di Ancona , con lieve progresso perlomeno del calendario : non si è inaugurata  quando si va ancora al mare e il secondo titolo sarà addirittura a dicembre  . Piccolo passo avanti con il solito miracolo di Vincenzo De Vivo che fa la moltiplicazione dei pani con i pochissimi soldi a disposizione.

Nabucco ,e devo confessare a mio disdoro che non sono appassionata del primo Verdi  , ma mi spiegano ogni volta che dovrei sentirlo diretto ..e qui la sfilza dei grandi nomi del passato che non mi cambiano il convincimento che Va pensiero a parte non riesco ad emozionarmi , ci sento sempre dentro il lambrusco  ,ma è colpa mia.

Fatta la premessa che mi attira gli strali verdiani devo dire che è stato un Nabucco interessante , direi fuori dai canoni attuali “ poveri ebrei con i  cappottoni”.

All’inizio ho pensato alle figurine Liebig , una stilizzazione antica e al contempo estremamente moderna  : un colloquio con il regista , Mariano Baudoin ,simpaticissimo napoletano mi ha confermato quello che avevo percepito : ha realizzato lo spettacolo come una specie di oratorio  o meglio come una sacra rappresentazione paesana .

Quindi stacchi precisi sulle scene , una certa aria da statue di cera di paese e si si entra nel mood ci si diverte  anche molto.

Ottime voci , per lo più giovani e mi piace citarli tutti a cominciare dal Nabucco di Ernesto Petti , lo Zaccaria maestoso di Nicola Ulivieri e lo squillante Ismaele di Alessandro Scotto Di Nuzio .

Brave e sicure l’Abigaille di Rebeka Lokar e la Fenena di Irene Savigliano .

Ma devo dire davvero “ bene gli altri” perché il livello generale è stato davvero ottimo.

Quando ormai di fronte ad oscene regie pseudo intellettualistiche si completa il giro e si ritorna all’antico sicuro a mio avviso si fa un notevole passo avanti .

Va pensiero

Piccola stagione lirica di Ancona , con lieve progresso perlomeno del calendario : non si è inaugurata  quando si va ancora al mare e il secondo titolo sarà addirittura a dicembre  . Piccolo passo avanti con il solito miracolo di Vincenzo De Vivo che fa la moltiplicazione dei pani con i pochissimi soldi a disposizione.

Nabucco ,e devo confessare a mio disdoro che non sono appassionata del primo Verdi  , ma mi spiegano ogni volta che dovrei sentirlo diretto ..e qui la sfilza dei grandi nomi del passato che non mi cambiano il convincimento che Va pensiero a parte non riesco ad emozionarmi , ci sento sempre dentro il lambrusco  ,ma è colpa mia.

Fatta la premessa che mi attira gli strali verdiani devo dire che è stato un Nabucco interessante , direi fuori dai canoni attuali “ poveri ebrei con i  cappottoni”.

All’inizio ho pensato alle figurine Liebig , una stilizzazione antica e al contempo estremamente moderna  : un colloquio con il regista , Mariano Baudoin ,simpaticissimo napoletano mi ha confermato quello che avevo percepito : ha realizzato lo spettacolo come una specie di oratorio  o meglio come una sacra rappresentazione paesana .

Quindi stacchi precisi sulle scene , una certa aria da statue di cera di paese e si si entra nel mood ci si diverte  anche molto.

Ottime voci , per lo più giovani e mi piace citarli tutti a cominciare dal Nabucco di Ernesto Petti , lo Zaccaria maestoso di Nicola Ulivieri e lo squillante Ismaele di Alessandro Scotto Di Nuzio .

Brave e sicure l’Abigaille di Rebeka Lokar e la Fenena di Irene Savigliano .

Ma devo dire davvero “ bene gli altri” perché il livello generale è stato davvero ottimo.

Quando ormai di fronte ad oscene regie pseudo intellettualistiche si completa il giro e si ritorna all’antico sicuro a mio avviso si fa un notevole passo avanti .

Straussiana

Milano ha scoperto Petrenko , per la verità io lo conoscevo già e lo amavo per i tanti anni in cui ho potuto godere della sua arte quando era direttore a Monaco di Baviera e ieri sera sorridevo al pensiero ricordando i meravigliosi ascolti che mi ha regalato.

Invece per quanto riguarda il meraviglioso Rosekavalier io ci avevo messo un po’ a capirlo , ricordo il mio primo Kavaler e Venezia alla Fenice e non ci avevo capito nulla anche se ero rimasta folgorata dalla bellezza della musica.

Poi molti Cavalieri avevo inseguito nel mondo , riuscendo anche a vedere l’antico allestimento di Otto Schenk.

Questo che abbiamo visto a Milano era già un po’ triste al debutto a Salisburgo e lo è ancora  di più e forse anche un po’ precocemente datato.

Ma la magia musicale che sgorga dalle braccia incantate di Petrenko valeva comunque il viaggio.

Il magico testo di von Hofmannsthal già di per sé un capolavoro letterario trova una perfetta simbiosi nella musica , ci sono infatti delle frasi ormai entrate nel mio cuore :.. cerca la neve dell’anno passato, potrà cavalcare al mio fianco, non l’ho neppure baciato….

Sintesi di parole e musica di una perfezione sublime fino al mitico ja,ja finale che qualche volta è capitato a ciascuno di ripetere.

Petrenko cesella ogni pensiero , ogni intermittenza del cuore ed è un vero godimento vedere le sue mani alzarsi ad evocare i suoni.

Dei cantanti , alcuni già ascoltati nei rispettivi ruoli , ho amato più di tutti la Sophie di Sabine Devielhe , altissimo livello della Stoyanova , grande musicalmente anche se le è sempre mancato un po’ di allure e sempre più Barone Ochs Gunter Groissbock anche se gli anni , ahimè, passano per tutti.

Forse il meno convincente per me è la protagonista del titolo Kate Lindsey  . il suo Octavian perfetto fisicamente mi pare manchi di morbidezza nella voce e lo si coglie soprattutto nel sublime terzetto finale, quello che se non ricordo male , fu addirittura eseguito durante le esequie di Strauss.

Pensavo durante l’ascolto , spesso a occhi chiusi per cogliere meglio la bellezza del fraseggio musicale che l’opera forse non è neppure di facile allestimento , infatti per me resta inimitabile quella di Baden Baden del 2009 ( e non perché c’era un particolare cantante “italiano” molto caro al mio cuore ) ma perché quel cast e la qualità della direzione sono raramente eguagliabili.

Comunque è stata una bellissima serata scaligera , ho scambiato anche due parole con un mitico amico di web ( e non solo.)

Il Cavaliere della rosa mi ha regalato anche questo.

Cancellatura

Avevo scritto un post molto tranquillo nel quale raccontavo un vecchio aneddoto familiare , quando i miei figli avevano una certa passione e compravano innocui souvenir nei loro viaggi estivi  , souvenir che non nomino sennò l’algoritmo mi cancella di nuovo!

C’era anche un finalino  edificante  , tipo vecchio tema scolastico.

Tutto era nato da una riflessione circa la propensione giovanile che drammaticamente porta a fatti criminali , infatti molto spesso finiscono male , molto male ,le liti fra certi giovanissimi.

Ma la piattaforma nella quale trasferisco i miei post , su cui liberamente trascrivo mi ha rimosso sia sullo spazio del mio nome che su quello che porta il nome del mio blog.

Ho fatto appello perché ritengo che si sia trattato di un equivoco , il post bastava leggerlo , cosa che la macchina del controllo sicuramente non fa .

Ironia della sorte vuole però che sulla piattaforma di cui sono padrona , pago il mio spazio nel web regolarmente , il post c’è ancora e che qualcuno volesse misurare la poca intelligenza del controllo di una macchina può andare tranquillamente a leggerlo.

Ho fatto ricorso , chissà se a un controllo meno superficiale mi daranno ragione !

Mi resta un dubbio se la censura sia avvenuta sulla foto che ingenuamente avevo messo sul titolo che non nomino o se la parola fa***sta sia stata l’origine della cancellatura .

Coltelli

Qualche giorno fa nel riordinare gli scaffali di una libreria che ha anche dei piccoli spazi chiusi ho trovato una misteriosa busta di plastica di cui non ricordavo il contenuto.

Quando l’ho aperta ho scoperto che conteneva tutti i coltelli che avevo sequestrato nel tempo ai miei tre figli , al tempo della loro adolescenza.

Li compravano ovunque andavano : in Grecia , in Sardegna , in Corsica e ovunque andavamo con la barca .

Coltelli a scatto , a serramanico , tipo scimitarra  e io regolarmente glieli sequestravo tra le loro proteste.

Evidentemente esiste nel maschio , anche se acculturato , il richiamo dell’arma bianca anche se nel mio caso spesso si trasformava nell’acquisto di temperini -souvenir.

Ma io li sequestravo lo stesso , mi facevano paura quegli oggetti taglienti e ce n’era anche uno , reperto storico di divisa fascista , appartenuto a qualche avo che doveva sfoggiarlo durante il Ventennio quando di doveva mettere la divisa- pagliacciata con la camicia nera.

Di tutti gli oggetti sequestrati è obbiettivamente il più bello , perché è un pugnalone con la M di Mussolini di smalto sull’impugnatura.

Perché oggi scrivo di questo ritrovamento ? 

Lo faccio perché leggo continuamente tragiche notizie di cronaca di giovani vite stroncate da coltellate assurde, girano con il coltello da cucina in mano e si uccidono in un tempo che sembrerebbe ultra-tecnologico e invece si rivela ricaduto in un regresso tribale.

Questo regresso di stampo fascista emerge nei ragazzi , a volte forse inconsciamente , ma non è per questo meno preoccupante.

Io che forse per tanti altri motivi forse non sono stata la mamma perfetta cui tutte aspiriamo di essere mi sono sentita orgogliosa di quella vigilanza lontana , anche se era sicuramente una precauzione inutile , conoscendo poi quello che quei ragazzi sarebbero diventati da grandi.

La deportazione

La visione dei centri di detenzione in Albania per immigrati sono la realizzazione di un incubo secondo solo all’idea della chiatta inglese nella quale dovevano restare i poveri cristi da rimandare in Ruanda.

Non so bene se queste idee folli e al limite della più elementare legge di rispetto della vita umana siano viste come soluzioni per risolvere ( ?) il dramma dell’emigrazione clandestina o se siano solo frutto di ciniche menti che vedono in un facile e pericoloso consenso elettorale la soluzione di problemi che sicuramente non attraverso queste inusuali soluzioni si potranno risolvere .

Infatti Starmer , premier inglese laburista , ha immediatamente fermato la folle idea “ dell’Hotel Ruanda” anche se adesso pare sia interessato all’’immaginifico progetto Meloni per cercare di dare una risposta al  vero problema  e che la stramba idea  sia utile per controllare il flusso di immigrazione senza freni che preoccupa i settori meni acculturati della pubblica opinione.

Sono in viaggio i primi sedici disgraziati maschi adulti che avevano , almeno così pare , i requisiti per essere le prime cavie umane da imprigionare temporaneamente in quelle prigioni a cielo aperto che altro non sono sia il piccolo Hotspot che il centro vero che dista una ventina di chilometri dal mare.

La brulla collina grigia che sovrasta quello che fu un mini aeroporto militare in tempo di dittatura ha un aspetto respingente , come lo hanno i moduli prefabbricati che lo compongono.

A mio avviso siamo in una dimensione  allucinante di fantascienza e spero solo che tra cavilli e leggi male interpretate questo progetto folle svanisca sul nascere.

Il solito pensatore al servizio del potere dichiara , senza vergognarsi , che questo sistema di detenzione filtro  potrà servire come strumento di deterrenza , come se nel lontano Bangladesh , o in altri villaggi lontani  ci sia lo possibilità di conoscere questo assurdo destino che potrebbe portare dei disgraziati che hanno sfidato deserti , montagne e Mediterraneo dal desistere nelle  loro fughe da dittature e miseria e quindi utile a fermarne l’esodo di disperazione perché a conoscenza di questo ennesimo trabocchetto che verrebbe loro riservato all’arrivo in Italia.

Spero che l’asino cada sul costo enorme dell’operazione che vede polizia , carabinieri , esercito , magistrati , guardie carcerarie , marina militare , avvocati e via elencando  impegnati in un progetto che seguito a considerare demenziale nonché perverso.

Rivisitazioni

Dopo la splendida Turandot prosegue l’omaggio a Puccini su Classica HD con la Tosca.

Vedere a distanza ravvicinata due opere rivisitate nell’allestimento mi ha messo davanti all’evidente dilemma se valga la pena di stravolgere la storia rendendola nell’intenzione di più facile gradimento o se invece queste operazioni siano utili solo al regista che le propone.

Ebbene la mia risposta è semplice : non esistono allestimenti giusti e allestimenti sbagliati , esistono quelli belli e quelli brutti e il confine è nel buono o nel cattivo gusto dei medesimi.

Della Turandot avevo tanto parlato quando la vidi a Vienna lo scorso anno , rivederla mi ha solo confermato che è stata bellissima , che il recupero integrale del finale di Alfano ( non quello tagliato arbitrariamente da Toscanini) rende la storia molto più credibile e forse spiega anche il misterioso appunto di Puccini “ e adesso Tristano” ,certo ci vogliono cantanti- attori all’altezza e a Vienna c‘erano sicuramente.

Diverso è il discorso della Tosca di Salisburgo del 2018 , volgarmente piena di coup de théatre inutili  nel finale , non mi era piaciuta allora e confermo la mia impressione rivedendola ,
se aggiungo che questa estate ho visto a Monaco una Tosca ancora più brutta penso che il peggio non ha mai fine.So che la rassegna continuerà con  allestimenti più datati , so già che alcuni saranno interessanti e altri meno, sarà comunque bello 

Incubi della notte

Ormai sono pronta a tutto : alla vittoria di Trump in America , alla sconfitta totale del povero ex comico Zelensky che si è trovato a fare davvero il presidente della repubblica in Ucraina e che adesso deve arrendersi allo Zar Putin che vuole ricostruire la santa Russia e pensare che con valide iniziative diplomatiche , forse , il problema delle regioni russofone del Donbass avrebbero potuto essere amministrate con un sistema misto di accordi ( come il Sud Tyrol e l’Italia) senza il terribile spargimento di sangue e di dolore che quella guerra sta ancora provocando.

Sono pronta a vedere retrocedere le truppe Onu di pace nel Sud del Libano , tanto quell’altro omicida di Netaniahu vuole annettersi una bella fetta di Libano  e sono anche pronta a  vedere l’ultima traccia di umana pietà a Gaza.

Di notte tutto si ingigantisce , poi la mattina arriva e porta con sé la sensazione che il mondo andrà ancora avanti , che le nuove generazioni siano più mature di quella che l‘ha immediatamente preceduta, perlomeno nel nostro Occidente .

Aldilà dell’angoscioso momento storico attuale ho la sensazione che i ragazzi siano più consapevoli della necessità di fermare lo scriteriato sfruttamento del territorio messo in atto nelle politiche del secolo scorso .

Leggo di meravigliose nuove scoperte della scienza , la ricerca che avanza anche grazie  al risultato che ha portato in tempi miracolosi a trovare il vaccino anti Covid, leggo di progressi sulla cura delle malattie del cervello e di chi sta cercando addirittura strade nuove per arrivare a debellare l’infarto .

Di giorno mi pare che il  mondo abbia ancora un futuro  , il guaio è che le notti si susseguono sempre troppo veloci.

Pubblicitaria

Capita alle vecchie signore di tenere la televisione accesa , magari senza vederla , ma per farsi compagnia.

Diventa qualche volta anche un rimedio all’insonnia nelle lunge notti nelle quali l’arrivo dell’alba diventa un sollievo.

Si diventa così anche esperte di pubblicità anche se la pubblicità “del dolore” ormai ha superato ogni soglia di effetto.

Un giorno mi sono divertita a contare quante volte  ( e tutte per nobili motivi ) avrei dovuto versare ogni mese dieci euro . Sono arrivata a dieci mal contate , evidentemente con tanta richiesta non fanno più nessuno effetto.

Un certo effetto di scongiuro fanno invece quelle che pubblicizzano le donazioni testamentarie, ormai nascono come i funghi dopo un temporale estivo.

Poi ci sono quelle che entrano in testa come il misterioso “ un buon sistema letto” che non si sa assolutamente cosa vuol dire oppure “provala, dai! “offrendo una visione respingente di cioccolata sciolta..

Poi ci sono quelle che invitano all’ignoranza : che te ne fai dei classici ? Vendili che è meglio , così  si cresce meglio con gli occhiali da sole nuovi!

Ormai come faceva la mia vecchia mamma che con la radio ci parlava io adesso parlo alla tv e sono cattivissima quando sbagliano la dizione e gli accenti ; da ex regista teatrale urlo per le “è “ aperte a sproposito e anche di quelle egualmente chiuse a caso.

Mi hanno spiegato ( nipoti informati ) che alcune sono fatte apposta per ricordare meglio  il prodotto.

Io non ci credo perché l’irritazione supera la memoria e l’effetto , se mai c’è viene azzerato automaticamente.

Però ogni tanto il pubblicitario geniale l’azzecca davvero e di quegli spot serbo gelosa memoria ,come quella del bambino vestito come Darth Fener che con le manine tenta di accendere i fari della macchina da dietro i vetri del salotto o quella del signore che rimprovera la moglie di tutto perché non usa il tablet e lei glielo passa quando chiede la carta igienica .

Niente da dire , anche in pubblicità può esistere  del genio.