Il suo capolavoro Necropolis lo aveva scritto nella sua lingua madre, lo sloveno , Boris Pahor , nato a Trieste e morto oggi alla ragguardevole età di 108 anni.
Fu grande il mio stupore quando lessi che il suo libro era già stato tradotto in francese , inglese , catalano , tedesco e perfino in esperanto prima di essere tradotto anche in italiano.
Un intellettuale colto e prolifico , aveva studiato a Padova e insegnava lettere italiane e slovene nella città giuliana .
Impegnato politicamente con la resistenza antifascista slovena era stato arrestato dai nazisti e internato nel lager di Natzweiler-Struthof . Ha raccontato la sua storia con grande ascuittezza e con la forza del testimone che sente l’urgenza del trasmettere il ricordo dell’orrore , senza però lasciare che la perfetta analisi storica prevalga sull’emozione.
Ho letto Necropolis qualche anno fa , probabilmente Pahor era già centenario e l’asciuttezza della sua narrazione mi aveva colpito perché la sua testimonianza era nata dalla necessità di raccontare l’orrore vissuto cercando di lasciare nel lettore la consapevolezza che quello che aveva vissuto dovesse per forza essere trasmesso alle generazioni future ..
Era tornato da turista nel Lager che lo aveva visto prigioniero , assurdamente considerato italiano , lui che della sua identità minoritaria era stato attivista e testimone attivo.
Così era nata l’urgenza di raccontare in un libro la sua vicenda di prigioniero ed era nato il libro che si fa leggere tutto d’un fiato, ricordo l’emozione della lettura e sapere che l’autore era ancora vivo mi aveva stimolato a cercarne un contatto.
La narrazione è veloce , si entra nel girone dell’orrore puro e quando se ne esce ci si porta dietro tutta la vergogna e il peso di quello che è stata l’onta della storia del Novecento.
Ho visto molte interviste di questo lucidissimo vecchio dallo sguardo sereno che ha avuto molti grandi riconoscimenti , tra cui la Legion d’Onore francese .
A lui figlio di quella Trieste cosmopolita e affascinante che amo l’Italia non ha riservato ,forse , tutti gli onori che meritava .