Su Repubblica di qualche giorno fa c’è una foto in un articolo che riguarda la guerra del Bellini , il mitico cocktail ,il cui nome è conteso in battaglie legali , ma il mio interesse è legato alla foto che commenta l’articolo con una foto d’epoca dell’Harry’s bar .
Ci sono nientemeno che Ernst Hemingway con Giuseppe Cipriani , il fondatore del mitico locale veneziano.
Ma la persona per me importante e che attira lo sguardo è il barman che sta nel mezzo : riconosco con tenerezza il mitico Ruggero , quello che si ricordava i clienti anche a distanza di anni.
Ero poco più di una ragazzina innamorata e per la prima volta entravo con quello che sarebbe diventato presto mio marito nel mitico bar in Calle Vallaresso.
Bevvi il mio primo Negroni e mangiai il mio primo Pierino , una meraviglia di tramezzino che si scioglieva in bocca.
Uscendo sul Canal Grande Venezia era un sogno incantato , le gondole dondolavano nella luce della luna e forse era anche l’effetto congiunto dell’amore con il Negroni!
Per anni sono tornata , quasi sempre verso settembre , a Venezia ed entrando all’Harry’s Ruggero sorridente e senza neppure aspettare l’ordinazione mi offriva il “ mio” Pierino , mentre in maniera complice ci preparava i Negroni.
Mi riconosceva sorridente ogni volta , sapeva della mia vita , dei figli che nascevano ,garbatamente parlavamo della comune passione per la montagna e credo che il grande successo del locale dipendesse anche dalla grazia un po’ ruvida di tutti i camerieri “amici “che sveltamente con un incastro incredibile riuscivano a trovarci il posticino ai prestigiosi tavoli sempre super prenotati dai big di tutto il mondo.
Passano addirittura i secoli , Ruggero non c’è più , non ci sono più neppure i mitici camerieri che velocemente arredavano i tavoli per la cena ,ma Arrigo c’è ancora e quel ragazzino che una volta stava accanto al padre ormai credo faccia finta di riconoscere nella vecchia signora una delle tante clienti passate di lì nel secolo scorso.