
Così è intitolato un prezioso documentario visto in seconda serata sulla 7 , una televisione sempre molto documentata.
Un giornalista del Corriere : Andrea Nicastri , in un’ora mi ha spiegato con semplicità le ragioni geo-politiche che raccontano la Siria di oggi.
E’ un paese nel quale sono stata due volte in diverse occasioni lontane e ho i miei ricordi : le bellissime tovaglie ricamate a Damasco , il vecchio tappeto ad Aleppo e tante emozioni legate alla gente molto gentile ed educata , avevano anche una elegante tradizione culinaria , probabilmente legata al periodo di influenza francese di cui molti parlavano ancora la lingua.
La Siria è grande e ci convivono diverse etnie , ci sono i curdi ,i drusi e anche una piccola componente cristiana.
Il regime durissimo di Bashar Al Assad aveva prodotto una guerra civile che si protraeva da dieci anni quando una rivolta Jadista condotta da il capo ribelle Al Jolani ha fatto sperare in una specie di primavera araba.
In realtà il paese è passato da un regime ad un altro : la forte componete sunnita ha preso il sopravvento su quella alawita con il risultato di avere respinto i siriani indietro , riportandoli ad essere guidati da un popolo di uomini barbuti nel quale il primo segnale sembra essere l’avere respinto le donne in un ritorno alla segregazione tipica dell’Islam più retrivo.
Il documentario si arricchisce della preziosa testimonianza di un vescovo maronita e di un francescano , gli unici che hanno il coraggio di spiegare la realtà all’inviato italiano.
Le influenze esterne : prima erano la Russia e l’Iran , ora la Turchia e l’America di Trump , senza contare il ruolo del Libano sempre alle prese con l’ingombrante vicino Israele.
La triste immagine finale di un paese distrutto e con milioni di siriani fuggiti dalla patria contiene una sola via di speranza in parte ottenuta mediante l’accodo con i curdi , nelle cui terre c’è il petrolio e nell’auspicabile attenzione degli organi internazionali che non dovrebbero permettere la caduta di un antico paese civile dalla padella nella brace , praticamente da una dittatura ideologica ad una dittatura religiosa.
Il francescano sorridendo ha detto all’inviato : la religione , qualunque religione , da sola non produce la democrazia.