Tri carte , tri carte . Anche non sapendo il russo il tragico leitmotiv entra nella testa degli spettatori .
Non accendo la traduzione , non ce n’è bisogno . La musica di Tchaikowski ci dice tutto l’orrore , l’amore , la tragedia e soprattutto il terrribile demone del gioco che ossessiona il povero Hermann.
Grande testo di Puskin rivisitato dal fratello Modest che ha regalato al grande musicista romantico l’ispirazione per quella che lui considerava il suo capolavoro . Composta in venti giorni a Firenze (!) l’opera contiene pagine di ineguagliabile bellezza e per chi , come me, conosce a memoria il suo altrettanto grande capolavoro che è l’Onegin ci trova anche tante analogie , oltre alle tante citazioni che la bellissima prolusione di Franco Pulcini ci ha segnalate nell’ottima iniziativa scaligera della preparazione all’opera.
Contrariamente a tutta la critica paludata e non la messiscena mi è piaciuta . Abituata come sono alle regie tedesche non mi ha scandalizzato nulla ,forse i qualche fastidio per le luci non sempre azzzeccate che davano fastidio anche in teatro.
Semmai si potrebbe dire che essendo un allestimento pensato per la Scala si poteva essere un po’ meno astratti e ..fumosi.
Ho ascoltato l’opera orbata da Gergiev e degnamente sositiuito dal maestro preparatore Timur Zangiev ( ventisettenne ) che forse non ha i guizzi demoniaci del protestato ma che ha retto con mano sicura la compagine scaligera non sempre abituata a un repertorio meno frequentato abitualmente.
Grandissima emozione mi ha regalato Asmik Grigorian nel ruolo di Lisa , davvero una presenza carismativa in scena : è’ una di quelle creature che anche se non canta , se non fa praticamente nulla in scena ,tutti guardano solo lei .
Una buona scoperta il tenore Najmidddin Mavlyanov che in realtà avevo ascoltato anni fa a Londra in un Trovatore , ma non mi aveva per niente colpito , qui nella lunga stenuante prova di forza nel ruolo di Hermann si è riscattato dall’anonimato in cui lo avevo messo.
Strana la Contessa non vecchissima , come da ruolo spesso intepretata da dive al tramonto , forse con una voce troppo chiara per il ruolo interpretata da Julia Gersteva
Ottimo nel ruolo del principe Tomskj Roman Burdenko con una bellissima aria che ricorda quella del principe nell’Onegin.
Brava anche Elena Maxinova nel ruolo dell’amica Polina , con la sua aria cantata splendidamente in modo trasognato.
Il terzo atto , sicuramente il più riuscito e praticamente a palcoscenico vuoto finisce con il volo di Lisa nella Neva , molto Tosca da Castel Santangelo .
La conturbante continua presenza del conte di Saint Germain , quello che aveva rivelato il segreto delle tre carte alla Contessa la si capisce meglio se si è stati alla conferenza ascolto e veramente mirabile musicalmente il coro degli avvinazzati che assistono alla tragica fine del povero giocatore . Un canto sguaiato che finisce in un requem e si perde in un silenzio raggelante..
La si potrà vedere in tv , pare il prossimo 13 marzo , se non intervengono indegne censure.