
Molti anni fa ad Ancona durante la stagione lirica 2008/9 vidi un Rigoletto di buon livello , dirigeva Bruno Bartoletti , con Wladimir Stoyanov nel ruolo del titolo.
Gilda era Annik Massis ma chi mi colpi molto fu un ragazzino americano con una pessima pronuncia italiana ma di bell’aspetto nel ruolo del Duca di Mantova.
Il nome Stephen Costello rivelava origini latine ma era talmente timido che anche a cena dopo teatro non riuscii a cavargli nessuna notizia sulla sua formazione
La recensione locale lo bocciò come “ingolato” e invece a me piacque e non solo perché era molto carino .
Gli anni passano e ogni tanto leggevo il nome di quel tenore che intanto in America faceva la sua carriera.
Poi pochi giorni fa su Instagram vedo un bel Don Carlo nei saluti finali a Monaco con il vestito nero, per me iconico , perché fu la prima volta che chi lo indossava era Jonas Kaufmann.
Per me chiunque se lo mettesse era un po’ “lesa maestà” ma questa volta il giovane tenore mi ha incuriosito.
Breve ricerca , era il ragazzino timido che muoveva i suoi primi passi in un teatro della provincia italiana era quello Stephen Costello che in questi giorni canta nel ruolo del titolo e che tanto ingolato non doveva essere se è arrivato a calcare le scene dell’Opera di Stato della Baviera.
Leggo il cast completo : dirige Zubin Metha , il mio meraviglioso coetaneo.
Quel Don Carlo tutto nero , in una scatola di legno nera, è ancora un ottimo spettacolo e guardando il calendario mi accorgo che a Monaco vivono ancora di rendita del meraviglioso periodo Bakler.