Questa Befanina ormai vecchia e stanca ha svolazzato per una ventina d’anni sul camino della casa di montagna , anni belli e pieni di gioia , di stanchezze sane dopo giornate di sci , di risvegli faticosi dopo capodanni pieni di neve e di “botti” , poi trasmigrò alla fine di quell’era lontana e non sapendo proprio dove posarsi trovò rifugio sotto la lampada del mio studio , proprio dietro il computer .Ormai se ne sta lì tutto l’anno e di anni ne sono già passati quasi altrettanti da quando aveva cominciato a volare sulla mia calza a righe , quella calza che nessuno riempie più perché alle vecchie befane i regali non li fa più nessuno.
E’ una vecchi amica impolverata e stasera però mi è venuta voglia di dedicarle una storia , anche se io le storie non sono proprio capace di farle.
Ho scoperto che è molto restia a farsi fotografare , ci ho perso una buona mezz’ora per renderla al meglio si sé e non sono sicura di essere riuscita a fotografarla degnamente.
Rappresenta , a pensarci bene , qualcosa di irripetibile e lontano , un pezzo di memoria che fa fatica a trovarsi bene in questo giorno di Epifania nel quale ho già riposto tutti gli orpelli natalizi anche perché non mi pare che stiamo vivendo giorni molti festosi.
Qualcuno ha detto che questa quarta ondata di pandemia ci ha messo definitivamente in ginocchio , in effetti siamo davvero tutti stanchi e impauriti .
Non avrei mai pensato di arrivare a respirare con la FFP2 incollata sulla faccia ogni volta che metto il naso fuori di casa.
Sta meglio la Befanina al sicuro sotto la lampada , lei perlomeno continua a svolazzare libera da impedimenti.