Principesse

Guardo la foto ufficiale della duchezza di Cambridge , un tempo chiamata semplicemente  Kate Middleton e penso che studiare da regina sia  veramente un impegno molto serio al giorno d’oggi.

Un tempo ( assai lunge non ora) le regine si succedevano tra un parto e l’altro e se  sopravvivevano ad avvelenamenti e congiure e il loro ruolo era quello di finire in un bel quadro ad olio in un museo più o meno importante a seconda dell’autore che le aveva immortalate .

Salvo poi con la fine del secolo scorso apparire al mondo il favoloso ritratto della povera Sissi che dette un vero scossone all’immagine regale e anche la potentissima regina Vittoria , nonostante il lunghissimo regno e le alte qualità che addirittura arrivarono a crearle intorno l’aggettivo “vittoriano”  dovette cedere il passo alla leggiadra infelice moglie dell’imperatore di Kacania.

Era nato il mito dell’immagine regale e più le genti diventavano repubblicane più si diffondeva il mito ; era la realizzazione della fiaba che accomunava le sartine e le dame , decisamente molto più affascinanti delle attrici cinematografiche , anche di quelle massimamente mitiche  del secolo scorso.

Si arrivò così alla   immensamente amata Lady Diana , lei veramente il massimo di ogni  immagine  regalmente triste, :Candle in the wind , ci si mise pure Elton John a cantarne la memoria .

Ancora oggi se si vuole fare audience basta un banale programma tv sulla infelice sorte della bella Lady D. per avere successo.

Neppure  la povera cognata americana Megan ,che pure  di chances sulla carta ne aveva parecchie ,è riuscita a intaccare l’intoccabile stile della aspirante regina Kate.

Basta fare il confronto dell’uscita dall’ospedale dopo il parto : per tre volte la duchessa è uscita sulla porta sottile come un giunco mentre la moglie di Harry era umanamente ancora appesantita come succede a tutte le donne normali.

Infatti non le è rimasto che riparare nelle lontane Americhe mentre la splendida Kate suonava l’organo nella Abbazia di Westminster e non sbagliava un cappottino o un sorriso vicina alla vecchia immensa Regina e a  quella inutile Camilla con la quale addirittura non c’è gara.

Oggi sui giornali c’è la sua foto leggiadra e felicemente flou che ci racconta i bellissimi quarant’anni della perfetta principessa.

Non si è negata niente , neppure il bravissimo fotografo italiano : si direbbe proprio che non ne sbagli una.

Giordania

Una gran botta di nostalgia : oggi sfogliando i giornali ho trovato un bell’articolo pubblicitario sulla Giordania.

Ci sono stata tanti anni fa , quando il mondo era tutto a portata di mano e non ce ne rendevamo conto ,

Petra era stato per me un sogno da realizzare e una sera al tramonto siamo arrivati ( viaggiavamo da soli e senza problemi mio marito ed io ) ed abbiamo alloggiato in un albergo  anonimo fuori dall’entrata  del famoso corridoio che ci avrebbe aperto la mitica città dei Nabatei .
Il mio primo e unico problema fu l’essere costretta a montare a cavallo , si andava in fila  al passo , ma io ero abbastanza intimorita tanto che il ragazzino giordano che teneva il cavallo per la cavezza rideva della mia paura .

Poi la meraviglia quando uscimmo dal buio e vedemmo il grande tempio , quello famoso delle guide turistiche . Primo scatto della macchina fotografica poi fine della storia , non avevo più pellicola  perché era stata vana e inutile la ricerca di trovare un qualunque tipo di negozio che le vendesse .

 Il resto della bellissima giornata è rimasto tutto nei miei occhi che comunque  funzionano meglio di qualunque foto ricordo.

Il momento magico fu quello in cui sentii scendere dalle rovine il suono di un flauto : c’era un pastorello che si faceva compagnia guardando il suo gregge. Non ce l’aveva messo l’ente per il turismo perché non esisteva nessuna promozione a quei tempi  se non l’avere visto Indiana Jones , ovvero Harrison Ford  correre tra quelle pareti ! 

Ripartendo il giorno dopo avevo preso da un vaso fuori della porta dell’albergo un rametto di una bellissima pianta grassa fiorita , all’aeroporto il tollerantissimo doganiere vedendola  mi aveva detto :romantic woman!: Trapiantata a casa ha seguitato a fiorire per qualche anno ma non ho mai saputo dire come si chiamasse. Aveva piccoli bellissimi fiori rossi.

Befana 2022

Questa Befanina ormai vecchia e stanca ha svolazzato per una ventina d’anni sul camino della casa di montagna , anni belli e pieni di gioia , di stanchezze sane dopo giornate di sci , di risvegli faticosi dopo capodanni pieni di neve e di “botti” , poi trasmigrò alla fine di quell’era lontana e non sapendo proprio dove posarsi trovò rifugio sotto la lampada del mio studio , proprio dietro il computer .Ormai se ne sta lì tutto l’anno e di anni ne sono già passati quasi altrettanti da quando aveva cominciato a volare sulla mia calza a righe , quella calza che nessuno riempie più perché alle vecchie befane i regali non li fa più nessuno.

E’ una vecchi amica impolverata e stasera però mi è venuta voglia di dedicarle una storia , anche se io le storie non sono proprio capace di farle.

Ho scoperto che è molto restia a farsi fotografare , ci ho perso una buona mezz’ora per renderla al meglio si sé e non sono sicura di essere riuscita a fotografarla degnamente.

Rappresenta , a pensarci bene , qualcosa di  irripetibile e lontano , un pezzo di memoria che fa fatica a trovarsi bene in questo giorno di Epifania nel quale ho già riposto tutti gli orpelli natalizi anche perché non mi pare che stiamo vivendo giorni molti festosi.

Qualcuno ha detto che questa quarta ondata di pandemia ci ha messo definitivamente in ginocchio , in effetti siamo davvero tutti stanchi e impauriti .

Non avrei mai pensato di arrivare a respirare con la FFP2 incollata sulla faccia ogni volta che metto il naso fuori di casa.

Sta meglio la Befanina al sicuro sotto la lampada , lei perlomeno continua a svolazzare libera da impedimenti.

Controreplica

Turbata dalla mia favola nera “quirinalizia” una lettrice del blog mi scrive su un social : era meglio quando parlava di JK!

E l’accontento subito perché è di ieri la notizia di una Tosca napoletana che non era nel calendario del grande tenore e che sembra non coincidere con quanto precedentemente programmato  per quel periodo.

Evidentemente il Covid stravolge i programmi di tutti , anche il mio che ho ancora in tasca un biglietto per il Peter  Grimes di Vienna e  francamente non so se ci potrò andare , sia per problemi personali che per l’avanzare di questa strisciante e dilagante variante Omicron.

Ma il  motivo per cui anche oggi mi accingo a scrivere risiede nel commento moralistico della lettrice milanese.

Penso di avere capito quanto a lei piacerebbe una fine diversa della favola nera che ci ossessiona, evidentemente l’idea del vecchio che vorrebbe farsi re non la spaventa , in fondo lo hanno votato per tanti anni in tanti e non solo a Milano!

Quello che mi ha fatto sorridere , e poi francamente anche irritare è il tono saccente della controrisposta che tenacemente ribatte la seguace del matto : evidentemente lei considera gentili solo le persone che la pensano come lei.

Dal caso personale all’episodio di costume . Nel mio piccolo e personale orticello scelgo di dire quello che penso e se il nostro caro tenore tace durante le vacanze di Natale , non per questo tace il blog.

Con buona pace di chi vorrebbe “solo” notizie frivole e indolori.

Una storia italiana

In Italia c’è un vecchio pazzo che vuole farsi re ; corrotto e corruttore ha governato questo paese con largo consenso delle plebi , connivenza con i vassalli , complicità con la malavita.

Per molti anni il paese , una volta civile , è arretrato culturalmente perché il re possedeva un mezzo magico che emanava da una magica incantata scatola luminosa storie volgari , banali e seducenti.

Ritirati nelle loro nicchie di superbia i sapienti , gli illuminati,  lasciarono correre i decenni finchè , come la storia ci insegna, anche quel regno corrotto finì, non nel sangue o attraverso un bagno rivoluzionario , solo con un lento risveglio dal letargo delle genti che però non erano più abituate al  pensiero libero.

Naquero dei mostri ribelli , gruppi strani di potere ,ma con l’incapacità di comprendere il presente  attraverso la storia in realtà nessuno fu capace di dare veramente un calcio a quel furbo sporcaccione che fu lasciato a vivere nelle sue dorate dimore contornato da odalischette attirate come mosche dal potere emanato dal re di denari.

Cosicchè oggi assistiamo al tragico risveglio del corruttore attorniato ancora una volta da vassalli svergognati che attraverso quella scatola luminosa che fu la fonte del potere del suo impero seguitano a proporre l’ascesa del vecchio mummificato ai massimi fasti senza provare neppure l’imbarazzo che dovrebbe generare solo la oscena proposta.

Questa follia di potere non ha la tragicità scespiriana di un re Lear , sembra piuttosto uscita da una farsa plautina , mi domando e vi domando : saremo capaci di respingere democraticamente questa ennesima onta ?

C’è ancora un paese civile capace di dimostrarsi all’altezza dei suoi giorni migliori ?

A breve , molto a breve l’ardua sentenza.

Evviva le donne.

Non mi interessa l’appello delle donne che sperano di vedere una donna presidente della repubblica , non solo non mi vedrete mettere la firma su quel genere di richiesta , ma l’idea banale che si risolva un problema politico mettendoci una specie di tappabuchi in quanto donna mi mette solo una grande tristezza.

Eppure ce ne sono state di donne degne di quel ruolo nella storia breve della nostra repubblica e l’elenco non ha appartenenze politiche o partitiche .

Dalla cattolica partigiana Tina Anselmi , alla barricadera radicale Emma Bonino senza dimenticare la comunista Nilde Iotti  di donne in grado di rappresentarci più che onorevolemente il paese ne ha avute tante e tutte in grado di assumere il ruolo primario  lasciando alle spalle la loro provenienza

Ho vissuto troppi anni per non sapere che quando sono arrivata a rappresentare il mio partito è successo solo perché sul mio nome innoquo si trovarono d’accordo le opposte fazioni e quando , il danno ormai era fatto e si accorsero che tanto innoqua e pilotabile non ero, non videro l’ira di rimandarmi nell’orticello “culturale “ dal quale ero venuta. 

Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi e , aggiungo io , beati quelli che non ricorrono a mascherate aperture di “genere” .

Nel nord Europa sono anni che le donne hanno assunto ruoli primari e non mi pare che quei paesi siano finiti in disastri economici o dittatoriali.

Per cui non tiferò per una donna al Quirinale finchè quella donna non sia davvero l’espressione più alta della nostra capacità di rappresentarci tutti.

A prescindere dalla taglia , dal colore dei capelli e dalla inutile metamorfosi della donna in carriera.

Mi piacerebbe anche che fosse frivola e piena di fiorellini nella veste , se quello è  il suo stile .

La capacità di comandare , di decidere , di intermediare , in ultima sintesi la capacità di gestire con equilibrio un popolo sta nella testa e nel cuore : sintesi che non sempre trovo nell’altra metà del cielo. 

La radio

Tarda mattinata del giorno di Capodanno. Percorro in silenzio in macchina la strada che mi porta verso Chiaravalle , a casa di mio figlio .

Nebbia fitta , il mare alla mia destra neanche si vede , guido in silenzio poi  ad un tratto obbedisco ad un impulso  :

 accendo la radio  e improvvisamente la mia Pandina è inondata di musica felice , compatta , fantastica : il ritmo terziario del valzer mi inonda : sono nella Goldensaal dei Musikverein , tra gli stucchi dorati di quella magica scatola e sorrido al ricordo , sono veramente a Vienna e mi sento felice.

I Wiener nel loro splendore , sento la pienezza della fantastica orchestra , so che li dirige Daniel Baremboim , io guido sorridendo e non c’è più nebbia intorno a me e nel mio cuore.

Poi ad un tratto , un attimo di silenzio e sale piano piano un coro quasi sottovoce , penso addirittura ad un salto di canale , poi realizzo , sono i Wiener che cantano , dolcemente e in maniera fantastica :

del coro capisco poche parole  ma sembra una riflessione molto intima , parlano fra loro gli straordinari musicisti , come se fossero davanti al fuoco in una baita di montagna .

Poi la musica riprende , l’attimo di vera emozione lo vedrò poi in differita mentre sono a tavola con  la famiglia .

Io giro le spalle alla tv ma vedo con la coda dell’occhio il direttore molto stanco e dimagrito e anche  il gesto non mi pare proprio il suo.

Ed ecco cosa cantavano gli straordinari musicisti nel coro :

amico mio cosa ne pensi?

ci avviamo verso casa o restiamo qui ancora un po?

Che ne pensi ?

Finché non appare il sole , poi rientreremo a casa a dormire

Andremo a casa a dormire.

Nachtschwarmer Walzer di Carl M: Ziecher.. 

Non lo avevo mai sentito , i Wiener in un momento magico in macchina mi hanno regalato la felicità.

 

Buon anno ai miei lettori !

A mezzanotte , come da tradizione e nonostante i divieti , tutte le case che vedo dal mio terrazzo erano rumorosamente scoppiettanti di fuochi d’artificio ma con uno strano effetto surreale non vedevo niente , la nebbia più fitta , quella che viene dal mare aveva avvolto tutto in una fantastica bambagia. 

Ogni tanto , qualche barlume illuminava la nebbia , sembrava di stare a teatro , quando si vuole fare un effetto speciale : sentivo  ma non vedevo.

Ho pensato che modo migliore per salutare un bruttissimo anno che se ne stava andando  e accogliere nel mistero questo nuovo anno in arrivo fosse il modo migliore : nascondere e nasconderci , un po’ oracolo di Delfi , un po’ Sibilla cumana , tra i fumi lasciare il certo negativo alle spalle e tra i fumi accogliere l’incerto misterioso che arriva.

Il mio blog , misteri della rete, ha battuto ogni record di lettori durante l’anno nonostante che non ci fosse poi così tanto da raccontare dal punto di vista dei viaggi e delle musica vista e sentita : più di 38mila visitatori sono tanti per un piccolo spazio senza pubblicità e riservato ad un pubblico di nicchia.

Vi ringrazio tutti , mettermi qui al computer per parlarvi mi fa sentire meno sola , anzi per niente sola ,visto che se sto qualche giorno senza scrivere ci pensa l’algoritmo a richiamarmi al dovere!

Grazie a tutti , con l’augurio vero e sincero che questo anno che arriva tra ondate pandemiche e incertezze di ogni genere ci porti perlomeno la possibilità di restare insieme , perlomeno per parlare di musica e di bellezza nella fiducia che “ con la cultura si mangia” e ci si nutre nonostante tutte le brutture che ci circondano.