Certamente Emma Dante il teatro lo sa fare e io che la seguo dai tempi gloriosi di M’Palemmo e Carnezzeria conosco le sue doti di dominatrice del palcoscenico.
Avvicinata al melodramma con la Carmen ( meraviglioso esordio di Anita R, e scoperta di Jonas per i poveri italiani digiuni dei suoi grandi successi in giro per il mondo) in quegli anni lontani era ancora presa dalla paura dell’horror vaqui in palcoscenico per cui ci metteva un po’ troppa roba , poi piano piano si è raffinata e adesso ha avuto la ghiotta occasione di mettere in scena l’operona francese di Verdi Les vepres siciliennes nella sua Palermo ed è stato come invitarla a nozze : ci ha messo tutto , ma proprio tutto quello che di siciliano aveva in mente .
Giù tutta la paccottiglia del suo teatro , piu tutta la galleria degli stereotipi dell’isola .
Ma lo spettacolo c’è e si vede tutto con molto diletto , anche se in streaming, causa la maledetta piaga che mi impedisce di riprendere i treni e gli aerei con lo spirito di una volta.
Ed ecco l’operona alla Mayerber con tanto di balletto ,nei cinque atti e pure in francese , comme il faut.
Ci riconosco momenti che sarebbero poi confluiti nel Don Carlo (ma a Verdi questo secondo grand opera gli sarebbe venuto decisamente meglio ) e prima dell’”Innominabile” anche questa opera di cui spesso ascoltiamo solo il preludio ( dove c’è già tutto ) l’avevo vista a Monaco nel 2018 in forma orribile , unica nota positiva fu la direzione di Omer Meir Welber che ho puntualmente ritrovato in questa più intelligente revisione anche perché mi è sembrata molto divertente la spartizione del balletto in pillole qua e la.
Si può vedere su Arte e anche se so bene che non è la stessa cosa ho potuto comunque ascoltare un bravissimo Mattia Olivieri , davvero un ‘eccellenza in palcoscenico con una presenza e una musicalità affascinanti : il suo Monfort è veramente il protagonista indiscusso.
Bravo anche Erwin Schrott , che giogioneggia un po’ meno del solito e stando in barca ( bellissimo coup de teatre ) ci regala la sua aria ‘o tu Palermo veramente pregievole ( mentre a Monaco mascherato da pupo siciliano dimostrava proprio di non divertirsi.
Brava la Seletti , ma la parte è durissima per chiunque e decoroso Caimi , non si può chiedere di più, non sono in molti ad avere la parte in repertorio.
L’idea di per sé abbastanza scontata di portare la messinscena ai giorni nostri : i cattivi la Mafia e i buoni gli isolani con gli stendardi Borsellino , Falcone più Impastato ed altre vittime ahimè molto note era di facile lettura , in definitiva si racconta l’ennesimo tentativo popolare di rivolta, purchè una volta tanto ci riescano davvero a liberarsi dai gioghi più o meno importati.
Ottimo il coro preparato da Ciro Visco ( bell’acquisto per il Massimo) e buoni anche i balletti .
Unica nota stonatissima i costumi , ma sembra che da quelle parti Dolce e Gabbana colpiscano anche involontariamente.