Dove sta Zaza


Alla fine della visione di Zazà di Ruggero Leoncavallo sul Canale Classica , canale 126 di Sky , mi sono chiesta perché nel nostro belpaese in cui non si esce mai dal seminato di Tosche e Rigoletti avessi dovuto aspettare che una bella opera del Novecento verista mi venisse offerta , devo dire in maniera splendida,da un teatro viennese.
Il Theater an der Wien di Vienna è un teatro vecchiotto e non ha il lustro dello Staadsoper ,ma le sue messinscene sono molto interessanti e spesso niente affatto banali.
In questo caso per me si è trattato di una vera scoperta anche perché non avevo mai avuto occasione di vedere l’opera in nessun teatro italiano nella mia lunga vita di frequentatrice melomane.
All’An der Wien hanno chiamato uno dei registi a mio avviso più interessanti attualmente in attività : Christof Loy.
Avevo visto da poco la sua splendida Salome da Helsinki e ne avevo apprezzato la preziosa eleganza e la sua rara qualità di far “recitare “ ogni cantante o comparsa in scena-
Niente è lasciato alla sciatteria dei coristi nostrani che se escono un momento dall’inquadratura li vedi persi nei loro pensieri lontani , qui tutti , dico veramente tutti ,sono sempre veramente in parte.
Ovviamente la qualità d’insieme è enormemente più realistica e il risultato finale è di preziosa fattura.
La compagnia di canto all’altezza : ho riconosciuto Nikolai Schukoff e Christopher Maltman , non conoscevo Sveltana Aksenova nel ruolo del titolo , ma l’ho trovata veramente perfetta.
Orchestra della ORF , scene semplici e funzionali , evviva il teatro fatto bene!
Dell’opera che dire ? Ci sono alcune bellissime pagine , si riconosce lo slancio delle pagine che ritroveremo nei Pagliacci , solo forse la debolezza sta nel testo ; per un’opera verista le tinte sono decisamente delicate , una storia di psicologie semplici e di valori lontani.
La rinuncia di Zazà non ha le tinte forti del periodo verista e forse sta in questo la mancanza di un vero successo nel tempo.
Comunque ho letto che al debutto sul podio c’era un giovane di sicuro avvenire : Arturo Toscanini .
Sarebbe troppo sperare che in questo nostro convenzionalissimo panorama qualche direttore artistico trovasse la fantasia di riproporla?