In “quasi” lookdown

Un tempo vuoto ,un lungo fermo immagine nel quale passare da uno streaming all’altro ; da una suggestione provocata da una lettura ad un’altra in una specie di gioco della mente per salvarsi dalla pigrizia mentale che in certi momenti si concretizza anche in una pigrizia fisica .

Perché vestirmi se non devo andare da nessuna parte ?  Il rischio è concreto e allora leggo di persone che riordinano cassetti chiusi da troppi anni , riemergono foto del passato , memoria di cui non si ha quasi neppure più memoria.

Così mi è successo di trovare programmi di sala di concerti dimenticati , di opere sicuramente viste ,ma di cui non ricordo nulla , di sicuro non mi avranno colpito se invece di altre visioni ho memorie nettissime , addirittura emozionanti nel ricordo.

Un gioco divertente è stato quello di ricostruire una costellazione : dalla lettura biblica   riemerge il Salmo 37 : lamento dell’esilio in Babilonia del popolo ebraico e un verso in particolare mi riporta alla poesia di Quasimodo : ma come potevamo noi cantare ….le cetre appese.. .Allora parte un ricordo , vago all’inizio e poi fonte di forsennate ricerche : queste parole le ho sentite anche in una corale , forse a Santa Cecilia .

Non ricordo né l’anno , né l’autore . Ricerca tra i programmi di sala , come sono messi alla rinfusa ! 

Infine , ecco Il festino di Baltazar di Warton , stagione 2008/2009 , mi era molto piaciuto , ricerca su YouTube , trovato !

Non è la stessa cosa , evidentemente dal vivo faceva tutto un altro effetto.

nello stesso programma , direttore Ashkenazy una corale di Beethoven : fantasia corale numero 80 , mi pare di non averla sentita mai…eppure c’ero quella sera .

La cerco e l’ascolto : l’aria è quasi identica all’aria di Berta nel Barbiere , buffissimo plagio non plagio .

Si dirà che scopro l’acqua calda , ma in tempo di pandemia questo è tutto quello che mi serve per continuare a pensare e a vivere .

Tutto sommato ci sono persone che stanno molto peggio, altri giochini li racconto la prossima volta.