
La casa Verdi , ovvero la casa di riposo per musicisti fondata da Giuseppe Verdi è a Milano , in una larga piazza con un monumento in mezzo,io ci sono capitata quasi per caso quando mio cugino , in realtà cugino primo della mia mamma, il tenore Angelo Loforese vi fu accolto con tutti gli onori perché essendo stato molto famoso la fondazione accentandolo fra i suoi ospiti si gratificava della sua presenza.
Prima lo andavo a trovare nella sua bella casa piena di ricordi e nella quale ancora insegnava ai suoi allievi cantanti, tanti erano coreani e me lo diceva con un sorriso disincantato.
Poi fu casa Verdi e fu un periodo nel quale conobbi anche tanti altri meravigliosi personaggi , tutti rappresentavano momenti di glorie passate , tutti erano dei libri aperti di memorie musicali.
Non passava volta che entrando nel cortile non andassi ad omaggiare la tomba del grande maestro fondatore di quella che lui considerava la sua opera migliore , quel rifugio per vecchi musicisti che si ritrovavano insieme alla fine della vita.
Poi , proprio durante il tragico periodo della pandemia mio cugino se ne andò e non potei neppure andare al suo funerale anche se poi sulla sua tomba ci andai con sua figlia , una deliziosa lontana cugina.
Adesso per avere notizie di Casa Verdi vado su Facebook, un bravissimo baritono tiene aggiornati sull’attività della Casa.
Così , devo dire con triste frequenza , vengo a sapere della scomparsa di tante splendide persone che avevo preso a frequentare andando a trovare il lontano cugino ritrovato.
Il ritmo scandito del tempo mi comunica spesso la dipartita di qualche ospite ma mi racconta anche che ogni tanti ci fanno dei concerti con i ragazzi del Conservatori , insomma la dentro la vita continua tra le naturali scadenze e le novità di nuova vita che vi succedono.
Io mi considero una privilegiata per essere stata in quella bellissima istituzione , non come visitatore occasionale ma in qualche modo come appartenente alla casa.
Ricordo ancora con orgoglio quando la prima volta che ci andai e chiesi di mio cugino in portineria il portiere con sussiego mi disse:
il Maestro l’aspetta di sopra.