
E’ arrivato l‘annuncio della nomina del nuovo direttore musicale , della Scala dopo che era stato prorogato fino al 2026 l’incarico a Riccardo Chailly.
C’era al solito la giostra di previsioni, i nomi dei direttori musicali in questo assomigliano agli allenatori delle squadre di calcio.
E’ il gioco delle nomine , anche se alla fine in nomi sono sempre gli stessi, una sorta di balletto che riguarda solo gli addetti ai lavori e nel nostro caso anche i poveri melomani che aspettano trepidanti l’Habemus sovrintendente o comunque si chiami.
Ciascuno di noi ha i suoi preferiti , quelli che vorrebbero a capo del proprio teatro ma come si sa bene le scelte non sempre , anzi quasi mai , corrispondono al livello di qualità organizzativa o musicale , a seconda del ruolo da rivestire.
Ricordo bene la ridicola vicenda che aveva riguardato Il bravissimo Lissner a Napoli e il balletto di Fuertes che per fortuna è approdato a Firenze , dove credo che farà benissimo.
Abbiamo avuto dei bravissimi stranieri , e non ce ne dobbiamo lamentare , semmai hanno allargato la nostra tendenza al provincialismo sempre pericolosamente nascosto tra le pieghe del nostro pensiero , anche se sarebbe cosa buona e giusta che la politica restasse fuori da questo genere di valutazioni puramente tecniche e professionali.
Il nome del neo nominato a Milano è di prestigio : Myng-whun Chung , la sola perplessità riguarda l’età , ha adesso 70 anni , gli stessi del licenziato Chailly.
Io mi domando solo se in Italia non ci sarebbero stati dei giovani o giovanissimi direttori degni di questo incarico . Tanti anni fa Abbado fu nominato nell’incarico quando aveva 35 anni.