La zona gialla

Ci si affeziona a tutto e quando passi da zona arancione a zona gialla noti con fastidio che ci sono più macchine in giro , più difficoltà a parcheggiare , troppa gente in giro .

Nostalgia del vuoto ? in qualche modo è vero , mi sono sempre piaciute le strade vuote di ferragosto , il tempo che si fermava per una nevicata ( solo però finchè la neve era bianca ) il silenzio delle strade vuote .

Ho capito con una certa preoccupazione che ormai il mio cervello è tarato su modalità “ fermo immagine” come se il tornare ai ritmi di prima stia diventando troppo faticoso .

Ho rimpianto per un anno e seguito a rimpiangere la mia vita di ieri , il mio calendario basato sui viaggi , sulle date delle opere da correre a vedere ma ho capito che forse è anche scattato il tempo delle  pigre rinunce .

Non è una bella sensazione constatare cambiamenti di questo tipo , vuol dire che la pandemia ha provocato anche le mutazioni inconscie , le impercettibili fasi di scivolamento senile , insomma forse ha provocato in me lo stop alla vita attiva del passato.

In questo mi aiuta il nuovo televisore che è in realtà una specie di scatola magica in cui c’è veramente di tutto e anche se per ora non ho ben capito quanta preziosa musica contenga  ho comunque provato una specie di orrore pensando che questa offerta smisurata possa significare la fine del mio mondo di ieri.

Allora serve reagire accettando le troppe macchine in giro , i troppi umani sui marciapiedi , la confusione nelle stazioni.

Questa è vita, anzi  sarebbe , perché non è ripresa davvero del tutto ;  si corre ancora il rischio di ritornare precipitosamente indietro grazie ai pericolosi assembramenti giovanili , all’ansia diffusa di chi non vede l’ora di rientrare nel caos e speriamo che oltre alla nostra immunità personale i futuribili vaccini ci regalino anche l’immunità di gregge intesa nel senso nobile , cioè che non prevalga la voglia di ritornare nel gregge della stupidità che sicuramente neanche la pandemia è riuscita a sconfiggere.