La mimosa nel vento

Verso la metà di gennaio avevo visto con preoccupazione il mio alberello di mimosa cominciare ad aprire i sui batuffoli gialli , troppo presto avevo pensato e l’avevo anche fotografata su Fb.

Poi lei ha seguitato a gemmare e siamo arrivati al weekend di San Valentino con l’arrivo del Burian, il vento gelido dal Nord , che da noi si chiama bora e si porta dentro il gelido soffio siberiano attraverso la porta dei Balcani  e che da Trieste ad Ancona arriva  dritto dritto a casa mia.

La povera mimosa per tre giorni , strapazzata e sconvolta ha ondeggiato stravolta con i suoi bei pampini gialli indifesi .

Non ce la facevo neppure a guardarla ,  per un giorno non ho neppure aperta la persiana , ho tenuto chiusa la finestra.

Stamani è ancora freddo ma il vento è calato e con grande gioia aprendo la persiana ho visto  la mimosa se ne sta ancora  lì diritta e in tutto il suo splendore . Si è rialzata e sembra sorridere al ricordo della tre giorni di pena  appena passati.

Mi è sembrato ben chiaro il perché questa pianta è l’omaggio che si fa alle donne , nel giorno dell’omaggio gentile alla forza femminile l’otto marzo.

Fuori di retorica , per indole , ho sempre pensato che quel rametto fosse un ben piccolo gesto a fronte di tutte le offese che l’altra metà del cielo ci riserva,un piccolo affare commerciale come tutti quelli inventati da questa civiltà dei consumi.

Ma guardando stamani questo mio albero orgoglioso mi sono ricreduta , la mimosa ci rappresenta bene ,davvero .

E’ anche vero che è molto fragile una volta staccata dal ramo , a casa insecchisce presto , i suoi batuffoli si restringono e il colore si spenge e il profumo si perde .

Forse ci serve la forza di restare sempre attaccate alle radici , potrebbe essere questo il segreto della forza delle donne.