Tristan ( prime impressioni)

Non vorrei essere troppo enfatica ma credo di avere vissuto una di quelle serate magiche che capitano di rado e non avrei potuto riprendere in modo migliore la mia vita di spettatrice di quanto ho vissuto ieri sera a Monaco.
Cercherò di essere obbiettiva e di analizzare i tanti perché di questa particolare e splendida messa in scena del Tristan und Isolde , in assoluto la migliore della mia vita.

Molti fattori hanno contribuito al risultato : la meraviglia delle voci , la direzione dî Kiril Petrenko e anche la idea registica di Warlikovski che ha seguito una sua scelta che si trasforma in una pietra miliare che combacia perfettamente con il pensiero wagneriano.

Dal momento del preludio in cui si alzano in volo due albatros sul mare che vediamo dall’oblô del lungo corridoio mentale in cui cammina una sperduta Isolde si entra in una dimensione rarefatta in cui il realismo della storia e la precisione di un pensiero si fondono nel risultato eccezionale.

Una Isolde furiosa , un Tristan che di muove angosciato sullo sfondo , la tensione che comincia a salire fino al splendido scioglimento del suggestivo effetto del fitro.

Il secondo atto che comincia con il gioco frenetico di Isolde che spegne e riaccende la luce , con Brangäne che la scruta trepida e il lungo duetto , premessa della scena proiettata sullo schermo : un film realista in bianco e nero , l’annunciato siucidio di una coppia che ricorda una canzone di Aznavur : ..io lavoro al bar di un albergo a ore ….
Il nascondersi di Tristano fino a camminare carponi durante la splendida dolorosa confessione allo zio . Il suicidio interrotto . Io vado in una terra lontana , se vorrai seguirmi Isolde io la ti aspetto….

E poi la fine annunciata da sempre : l’amore impossibile che ha una bella sola soluzione , nel sorriso dei disperati amanti finalmente pacificati .
Si può piangere per una storia che si conosce da una vita?

Capisco che Kaufmann desiderasse da sempre cantare il suo Tristano : ci è riuscito perfettamente, coadiuvato da una incredibile Ania Harteros e da quel mago dei suoni che è Kiril Petrenko . Come ho scritto ad un amico : due voci non wagneriane che cantano Wagner come credo Wagner avrebbe desiderato, da questa messinscena senza ritorno si parte da Monaco per rileggere un’opera magica che proprio da qui prese il volo la prima volta.