Cantava il Trovator

Succede che trasportata all ‘interno del teatro la rappresentazione del Trovatore in piazza divenga una serata incredibile , in cui i cantanti , tutti in stato di grazia , tutti clamorosamente eccelsi trasformino quella che poteva essere la festa popolare in qualcosa di irripetibile e nella quale ci si ritrova a pensare quest’opera improbabile e troppo nota in una specie di revival di tutto il nostro sentire nazionale : dal Risorgimento raccontato da Visconti in Senso all’urlo belluino della vittoria dei campionati europei di calcio, perché hai voglia a pensare sempre ai fratelli Marx ma quando tutte le arie notissime delle grandissime voci ce le cantano in quel modo ci si sente orgogliosi e felici di essere italiani.
È cominciata bene : trasferiti in un palco centrale di primo ordine ci apprestiamo ad ascoltare comodamente alloggiati.
Ma è quando al primo atto il coro non butta la le zingarelle alla “carlona” che comincio a pensare che l’arrivo di Jean Luis Basso , portato direttamente da Lisnner da Parigi , faccia lievitare anche la musica a livelli preziosi.
Poi è tutto un crescendo: Anita fa schizzare in alto tutto il teatro , una standing ovation a metà opera non l’avevo vista mai , e così cresci cresci la Netrebko ci mette del suo e vola altissima tra le note , Luca Salsi ci mette l’anima nel Dardo … e persino Youssif si ripete la Pira , commosso fino alle lacrime e sommerso dagli applausi.
Decisamente è una serata particolare.
Armilliato lo capisce e segue il bistrattato pamphlet verdiano in maniera impeccabile , il pubblico un po’ eterogeneo ( i prezzi popolari della piazza non avevano attirato solo gli happy fews melomani , ma chi era li per caso o per fortuna ha avuto la possibilità di ascoltare un grandissimo Trovatore , una di quelle sere in cui siamo tutti figli del genio di Busseto.
Un mio retro pensiero mi riporta a Monaco , tutta un’altra storia , qui stasera è grandItalia , godiamocela felicemente .

Napoli è

Napoli è confusione , motorini sfreccianti nella notte con grassissimi adolescenti a bordo che ti sfrecciano accanto e sembrano dei killer .
Napoli è le scale luride dei Quartieri spagnoli , si sale tra discariche improbabili, gente seduta sulle porte dei bassi in cui capisce che la luce non ci filtrerà mai .
Napoli è il pazzo posteggiatore abusivo che in piazza Trieste e Trento ( tutto rovesciato in questa toponomastica fantasiosa) ) ripete come una litania che sembra un canto greco il suo invito ad entrare nel suo abusivo regno.
Napoli è il sole anche quando dovrebbe piovere su tutti i siti meteorologici è così ci regala una serata inimmaginabile nello splendore assoluto del più bel teatro del mondo.
Napoli è la gioia di riprendere , mi sembrava un sogno durante la dura reclusione collettiva, un caffè scekerato al Gambrinus ( e aggiungerci anche il babà per completare la realizzazione di un sogno.)
Napoli è la facilità con cui la gente ti parla davvero : un momento di attenzione e tutto diventa oggetto di pensiero filosofico , possibilità di vivere in comunione : siete sola signò, ? Nella microscopica camera in cui ci si gira a fatica . Mi dispiace ! Ed è sincera la informalissima cameriera che mi porta la colazione.
Napoli è il fascino di una città antichissima e magica , dove la gioia della vita si tramuta in un sottofondo rumoroso e carico di vita .