…mi par d’udire ancor….

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foto di Adriana

 

Confortata da tanta inattesa solidarietà in rete e coraggiosamente pronta ad affrontare gli attacchi che ho già avuto col mio primo pezzo sull’argomento torno a parlare del nuovo prodotto Sony .

Con costanza ho deciso di riascoltare Dolce Vita perché ho talmente amata la voce di Jonas Kaufmann che mi pareva quasi impossibile essere arrivata ad un giudizio tanto negativo da rifiutare una prova d’appello .

Ho pensato di essere stata influenzata dalla brutta esperienza napoletana , dalla confusione che l’ha caratterizzata e forse anche dal guasto che la fatica della giornata poteva avere provocato sulla voce del tenore .

Peraltro in una sua intervista ad una tv tedesca in occasione degli Echoclassic anche lui , con il dovuto garbo che lo contraddistingue e il suo sincero amore per l’Italia ha raccontato della confusione in palcoscenico , dell’incertezza dei tecnici , dell’ improvvisazione imperante.

Ho provato a riascoltare il Cd varie volte : pessima registrazione anche dal punto di vista tecnico , a fatica si riconosce la voce appiattita da un suono banale , quasi da renderla infinitamente più anonima .

Il risultato , forse incoscio , è che per un paio di volte mi sono assopita a metà, oppure ho saltato gli ascolti delle canzoni più brutte tanto che sono dovuta tornare indietro.

Poi stanotte , l’insonnia gioca brutti scherzi ,mi sono detta che sarebbe stata la volta buona per un ascolto pacato , magari anche rilassante.

Niente da fare , l’irritazione ha preso di nuovo il sopravvento e mi sono trovata a odiare le orchestrazioni esageratamente rumorose , gli effettacci da banda di paese , le incomprensibili ,per me, scelte dei testi della compilation.

Non capirò molto di mercati discografici ,ma tutto quello che avevo apprezzato nella ricerca musicale e storica del “Du bist die welt für mich “qui non esiste proprio.

Insalata temporale , altalena tra passato e presente , tra alta musica di tradizione e bassa scelta contemporanea.

Ho pensato che trattandosi di una cover avrebbero potuto trovare tanto di meglio nella produzione italiana , diciamo grosso modo , degli ultimi quaranta anni.

Faccio provocatoriamente dei nomi : Tenco , De Andre’ , Battiato …l

 

Mi sono dovuta purificare e ho preso il Cd dei Leader di Strauss. La voce tanto amata c’era tutta , riconoscevo il mio Kaufmann , il miracolo delle sue mezzevoci, l’eleganza della sua emissione.

Ho riascoltato Verdi e Puccini , tanto il sonno non c’era più. Il,risultato è sempre lo stesso : ammirazione e incanto .

 

Mi fa comunque piacere che il disco , fatto per il mercato di lingua tedesca , entri in classifica , magari che ci resti e che salga in graduatoria . Per me resterà sempre una brutta caduta di stile, incomprensibile e volgare .

Se voleva essere un omaggio all’Italia il risultato non lo ha certamente raggiunto.