Lirica Ucraina

Solo immagini , nessun commento .

Francesca  Mannocchi racconta con uno sguardo fedele e insieme crudele la guerra in Ucraina  , l’hanno premiata ai David di Donatello per questo documentario così semplice e privo di ogni  effetto retorico.

C’è qualcosa di impudico nel fotografare una stanza che fu piena di vita : la pentola sul fornello , le piccole cose nella credenza sventrata  , i libri bruciacchiati di scuola di bambini che forse non ci sono più, le foto ingiallite di lontane cerimonie .

Povertà e decoro nel freddo villaggio innevato di neve sporca mista a fango.

Non racconta niente di nuovo questa testimonianza che nel susseguirsi di immagini sempre uguali e sempre terribili , ogni tanto un cartello : “bambini” segnala che forse bisognerebbe risparmiare quella casa , quella macchina , quel giardino.

Un altro cartello : cadaveri e le immagini di infinità pietà ci mostrano appena qualcosa che forse fu un uomo , forse il piede che sporge dalla coperta fu di una donna , non commenta la macchina da presa , ci lascia attoniti e con cuore stretto.

Questa è la guerra , solo questo orrore quotidiano che violenta le povere vite dei villaggi abitati da un popolo antico che avrebbe vissuto banalmente in maniera tranquilla se ad un tratto un demone invasore non avesse voluto violentare le povere vite dei villaggi seminati nella vastissima pianura ucraina.

Non c’è molto da raccontare  : ogni tanto la voce di qualcuno che rivendica il diritto di vivere sulla propria terra , qualcuno in una specie di buio scantinato che cerca di vivere scaldandosi ad una candela , qualcuno che rischia la vita uscendo nella neve sporca di fango per prendere la neve da sciogliere per cucinare.

Neanche il funerale di un soldato è raccontato con emozione :i volti dei parenti che piangono , la pietà delle povere bare di legno dipinto ci vengono mostrate nella estrema dignità di un dolore quasi tenero nella mancanza di odio per un invasore che fu fratello.

Nessuna retorica , questo di Francesca Mannocchi è grande cinema proprio perché è un occhio fermo e coraggioso , sta a noi che guardiamo capire attraverso la forza pura delle immagini quanto sia superfluo ogni commento . 

Solo la macchina da presa che si muove violentemente quando le bombe arrivano troppo vicine ci testimonia che è tutto vero , la musica straziante del sibilare dei razzi è quasi l’unico contributo  sonoro , una musica orribile che resta nelle orecchie.

Da vedere per riflettere da che parte stare.