C’è look e look

La Presidente del consiglio non è stata invitata dal presidente Macron a cena insieme al cancelliere tedesco Scholz e anche a Bruxelles ci arriva a metà meeting.

Sono lontani i tempi del treno per Kiev sul quale era salito anche un rappresentante italiano , ci eravamo illusi di essere entrati nel Gotha europeo ma non si può essere il solito equilibrista italico , le cui posizioni sono sempre fin troppo attente agli equilibri interni e molto meno al gioco importante della politica internazionale.

La cartina di tornasole di questo atteggiamento è la figura meschina che ci siamo preparati a fare anche in una occasione ludica e ritenuta a torto marginale circa la perorazione in video del presidente Zelewzki l’ultima sera del festival della canzone a Sanremo.

Piaccia o non piaccia “al volgo e all’inclita” ma il festival nazional-popolare lo guardano milioni di persone e quelli che non lo guardano direttamente ne vedono echi e commenti in tutte le testate sia video che della carta stampata per l’intera settimana.

Così ogni azione comporta una reazione , ogni look ed evento viene radiografato e schedato dal grande megafono del web.

Anche chi per snob o per noia non partecipa alla grande kermesse  finisce per saperne qualcosa , magari solo per sentito dire..

Ma per tornare a quel mancato invito a cena io una mezza idea personale ce l’ho : Macron ha pensato che la Meloni non fosse pronta , aveva visto che andava in giro con un accappatoio bianco e non si è sentito di disturbarla , forse aveva bisogno di farsi una doccia in pace.

Dalla Siria

Sono paesi  bellissimi quelli del  medio Oriente dal quale ero attirata e che ho avuto la fortuna di visitare in tempi lontani.

L’albero di Natale che metto davanti alla vetrata in salotto appoggia su un vecchio kilim un po’ liso che comprai ad  Aleppo , era da restaurare perché un po’ mangiato forse dai topi e il venditore alzò una tenda per farmi vedere i bambini per terra , al lavoro  , che lo avrebbero restaurato.

Lo pagammo in anticipo e tre mesi dopo ci arrivò  in un pacchetto di tela di sacco che già di per sé sembrava un capolavoro.

Sopra c’era scritto “Gift” e dimostrò che la fiducia è sempre ben ripagata quando è ben riposta.

Ripercorro i nomi di quelle bellissime città siriane :Damasco Latakia ,Homs e mi ricordo quanto mi aveva colpito la civiltà e l’eleganza di quella gente antica.

Nella tristezza infinita che provoca la grande tragedia del terribile terremoto che non guarda i confini politici ma colpisce senza pietà ignorando i confini politici una notizia cattiva mi fa molto male.

Il dittatore siriano Baschar Al Assad non permette che arrivino gli aiuti nella zona curda controllata dai ribelli al suo regime e addirittura la figlia diciannovenne che vive placidamente e nel lusso a Londra posta sui suoi social l’invito a non mandare aiuti ai curdi ribelli.

La Natura meravigliosa e crudele al tempo stesso sta ricoprendo quasi con pudore con un candido manto di neve lo scempio provocato dalla furia della Terra , ma non basta a nascondere la crudeltà di certe orribili scelte politiche che un dittatore senza umana coscienza porta avanti nei confronti di quella povera minoranza che ha avuto il torto di nascere nella parte sbagliata di quel paese antichissimo.

Ancora un Abschied

Non ho cambiato canale ieri sera , un pò per pigrizia e molto perché non volevo vedere altre immagini della terribile tragedia che ha colpito quella parte della Siria a cavallo con la Turchia.

Avevo come quasi ogni sera ascoltato i miei due amici dell’Almanacco e senza alzare gli occhi ho riconosciuto la “voce”” inconfondibile di Kaufmann che aveva attaccato il primo Lied del Canto della terra .

Conosco quel video che immortalò una serata memorabile alla Philharmonie di Berlino , il centenario della morte di Gustav Mahler e benché amassi in modo differente l’esecuzione dei sei Lieder ( ho sempre trovato molto debole la parte cantata da Sophie Von Otter ) ma quando ho rivisto la faccia ispirata del mio adorato Claudio Abbado , all’epoca già sofferente di quel male che quattro anni dopo lo avrebbe portato via da tutti noi suoi fedeli seguaci , ho proseguito con emozione l’ascolto di una musica per me sublime.

Inutile dire di nuovo che secondo me sicuramente nacque in Kaufmann quella sera l’idea di un prezioso progetto che lo avrebbe portato qualche anno dopo a incidere da solo l’intera “quasi sinfonia “in una memorabile tournée di due sole tappe : Vienna e Parigi e all’incisione del prezioso Cd che ne era stato la motivazione.

Ho ascoltato in religioso silenzio i Berliner seguendo la magica bacchetta di Abbado e devo dire che all’ultimo ewig stavo piangendo.

Ho allora preso il mio Iphone dove preziosamente è caricato il Cd kaufmanniano e mi sono messa all’ascolto praticamente senza interruzione.

Salta all’orecchio ( non so se si può dire così) la differenza di suono tra i Wiener e i Berliner , laddove il suono si fa più morbido , cioè a Vienna , si incide più spigolosamente a Berlino .

Diversa bacchetta , ma è soprattutto il suono diverso dell’orchestra che mi ha colpito.

Ero presente a Parigi nella seconda e ultima tappa della prestigiosa tournée e per fortuna ne esiste anche una registrazione fatta da un grande ladro di capolavori e stamani ho completato il mio ricordo guardando l’Abschied cantato con voce maschile .

Peraltro facendo delle ricerche avevo anche scoperto che Bruno Walter riteneva la possibilità di voci maschili forse anche più compatibili con il testo poetico d’ispirazione. 

Nel video , talvolta traballante si vede però con quanta musicale intensità Kaufmann segua il percorso musicale : la sua testa si muove all’unisono con i suoni , nel finale lirico il miracolo dei sette ewig si ripete …e commuove.

Ho il Cd con una preziosa dedica personale , credo che se un giorno Jonas ripensasse al Canto della terra farei follie per risentirlo, ma la magia della mano sinistra di Abbado che vola alta sullo sfumato finale forse solo il divino Petrenko oggi sarebbe capace di riprodurla.

Butto la l’idea ..visto mai che qualcuno raccolga il suggerimento.

La sciabolata artica

Oggi , 5 febbraio , la metereologa di turno in tv annuncia con aria  drammatica l’arrivo della “ sciabolata artica” .

Tradotto banalmente, farà un po’ più freddo nei prossimi giorni , forse potrebbe anche vedersi volteggiare qualche fiocco di neve in pianura .

Non c’è bisogno di sfogliare gli annali , basta andare un po’ più indietro nelle foto del telefono e si potranno vedere suggestiva foto di neve anche dalle mie finestre , il mese di febbraio è fatto proprio così, ma da quando siamo inondati di previsioni e dati ad ogni ora c’è l’urgenza di drammatizzare anche i naturali eventi stagionali.

L’enfasi con cui si raccontano le notizie ha uno sgradevole risvolto perché nell’ansia di raccontare tutto con toni drammatici si finisce per appiattire le notizie davvero drammatiche raccontandole con la stessa enfasi delle notizie più banali.

Ha in sé qualcosa di assurdo il passaggio tra le notizie , devo dire che nell’informazione italiana , peraltro mediamente pregevole confrontata a quelle che ogni tanto mi capita di vedere , non ha la qualità spesso scadente di omologhi programmi d’oltralpe , ma sulle News siamo ancora drammaticamente imbattibili.

L’alto e il basso : il dramma e la commedia si mescolano con effetto straniante . il sublime lo si raggiunge quando , dopo le guerre e le stragi si passa al calcio : in quel caso i toni si fanno epici e cavallereschi , sulla retorica calcistica non ci batte nessuno.

Solo ci permettiamo qualche volo pindarico sul coté meteorologico.

Quando ripenso alle composte signorine “buonasera” della vecchia tv in bianco e nero ho l’ennesima conferma che è pericoloso vivere troppo a lungo.

All’ironia segue spesso lo sconforto , adesso becchiamoci la “sciabolata artica “ , passiamo poi alla politica nel mondo.

Il tocco magico di Michele Mariotti

Con grande successo ha  debuttato Aida all’Opera di Roma e le recensioni si soffermano  soprattutto sulla mirabile direzione di Michele Mariotti , una preziosa scoperta del lato intimistico del “grand opera” verdiano .

Ebbene io quella straordinaria capacità dell’illustre maestro pesarese l’avevo scoperta già qualche anno prima  ed esattamente quando a Parigi , in piena pandemia dirigendo col volto nascosto addirittura dalla mascherina mi aveva regalato , per la prima volta  un’Aida tutta rivolta al dramma psicologico , al fuoco delle passioni , al triangolo fatale.

L’allestimento era quanto di più imbecille si potesse immaginare , Aida era una marionetta addirittura doppiata da una povera Rodsvanoski costretta a cantare praticamente quasi in playback, ma la sublime musica verdiana , nella elegante e intelligente versione di Mariotti riscattava quello che si vedeva in scena.

Dopo appena un anno , forse perchè la pandemia aveva dato una breve tregua , o almeno così credevamo , Sfephane Lissner ha avuto il coraggio di chiamare un prestigioso cast a Napoli e in Piazza Plebiscito , con una messinscena en espace , ho assistito di nuovo al miracolo Mariotti.

Il Vesuvio davanti , la luna alle spalle e la musica di Verdi , quella magica musica di sottili incanti è scaturita di nuovo dalla sua bacchetta.

Avevo già scritto che quella era stata la migliore Aida della mia vita e non è un caso che tutt’e due le volte Radames fosse Jonas Kaufmann.

In alto volavano i pochi aerei di quei giorni magri , scoppiettavano pure i mortaretti dei ragazzi napoletani irriverenti , ma la calda serata napoletana resterà nel mio cuore anche per tanti altri motivi affettivi..

Non ditemi però che solo adesso a Roma si è scoperto il lato intimo di Aida : Michele Mariotti ce l’aveva già regalata da un pezzo.

L’aspirante Youtuber

La lettura  di un interessante articolo sul criptico mondo delle criptovalute porta alla riflessione sul valore del lavoro come concreta strada per guadagnarsi il pane .

Pare che attraverso giochi di plus valenze da computer a computer si possa moltiplicare il denaro senza spendere per questo “ il sudore della fronte”.

Che poi le garanzie di successo non siano così certe e che alla fine il rischio di vedere annullati i guadagni sia dietro la porta non cambia il senso di questa posizione ideologica : si può guadagnare senza impegno e senza sforzo : una degenerazione terminale del pensiero umano.

Molte sono le strade che sembrano affascinare le nuove generazioni attraverso “mestieri “ nuovi al punto da sembrare frutto di un pensiero alternativo e privo di valori un tempo antichi.

Per spiegare lo sconcerto di quanto in qui esposto prendo l’esempio da un piccolo episodio , una storia di bambini che un tempo avrebbe fatto sorridere.

Quando nel secolo scorso di domandava a un bambino cosa vuoi fare da grande la fantasia infantile di scatenava tra “Il pompiere o l’ammiraglio” , tutte le strade sembravano valide nel gioco futuro.

Ho domandato ad un bambino poco tempo fa : cosa vuoi fare da grande e lui serissimo mi ha risposto : lo youtuber !

In un primo momento non ho neppure ben capito cosa volesse dire poi mi hanno spiegato che un ragazzino , attraverso un filmino per lo più idiota e forse divertente può arrivare a migliaia di visitatori e che attraverso queste sciocche storielle si possono davvero guadagnare molti soldi , anche a livello mondiale attraverso la ovvia copertura pubblicitaria che segue il successo delle suddette stories.

Non è il caso di inorridire , chiaramente la risposta ha il peso delle omologhe risposte d’i un tempo : restano sogni d’infanzia.

Ma il pericolo che oggi si pensi in termini così lontano dall’umano sentire di un tempo segna una linea invalicabile tra ciò che si considera onesto frutto del pensiero e quello che indica la corruzione del pensiero medesimo.