Dai Cento consorti a Turandot

Una serata conviviale in un club di servizi , di quelli che hanno nello statuto che si parli di tutto fuorchè di politica eppure raramente ho trovato come nella bellissima conferenza della colta autrice di un piccolo prezioso libro che racconta la storia della nascita e della vita dello Sferisterio di Macerata tanta politica vera , intesa nel senso più genuino di interesse , curiosità e vocazione della polis.

Affascinante affabulatrice la garbata scrittrice ci ha raccontato come nello Stato della Chiesa in un tempo lontano sia stato possibile tanto fermento culturale ( lo stesso che ha prodotto un numero di teatri condominiali enorme rispetto alla povertà della popolazione ) quasi una forte risposta laica che racconta una realtà carbonara , piena di fremiti innovatori .

Il piccolo prezioso libro scritto da Lucia Tancredi si intitola semplicemente Lo Sferisterio di Macerata e l’avventura dei Cento Consorti.

Lo si legge tutto d’un fiato , godendo delle tante citazioni storiche che partono da tanto lontano , dall’importanza che il gioco della palla aveva anche in epoca romana  fino ad arrivare a raccontarci le strane coincidenze che fecero nascere a distanza di pochi colli della bellissima cornice di colline della Marca classica sia Giacomo Leopardi sia il suo eroe  del gioco della palla Carlo Didimi  e sia quell’architetto Ireneo Aleardi che di questo monumento fu l’artefice maggiore .

Passava in quei giorni la cometa di Halley e i cento consorti ( che poi proprio cento non erano , ma era più carino scrivere cos)ì si firmarono sul frontespizio dell’originalissimo monumento

L’oratrice ha intrattenuto una platea attenta e silente  che non ha rischiato l’abbiocco post-prandium , rischio sempre presente in queste dotte occasioni.

Onore al merito al LionClub di Ancona che ha organizzato la serata che è poi finita in gloria con un prezioso inserto della ZDF , la tv tedesca che ci ha raccontato , giusto nell’anno centenario della nascita, anche la serie di prestazioni fantastiche che Franco Corelli regalò al pubblico marchigiano in quegli splendidi anni 70.

Come si dice in questi casi “io c’era” e mi ricordo le bellissima straniante Carmen in cui Corelli cantava in francese e il coro rispondeva in italiano , nonché la preziosa testimonianza di Birgit Nielsen , la possente Turandot di quegli anni lontani .

Il bellissimo Corelli rispondeva da par suo “ gli enigmi sono tre , una è la vita!

Da troppi pochi giorni ho nelle oreccchie il diverso modo di cantare Turandot che ho tanto apprezzato all’Auditorium di Santa Cecilia a Roma.

Alla fine il Presidente della Fondazione delle Muse ha annunciato che il premio Corelli quest’anno lo abbiamo assegnato a Jonas Kaufmann. Speriamo che trovi il tempo di venirlo a prendere.