Un olandese molto borghese

Si racconta che Richard Wagner in fuga da Riga e dai suoi debiti durante la traversata del mare del Nord fosse incappato in una terribile tempesta e che questa sua paura quasi viscerale  abbia generato in lui l’idea di mettere in musica la antica leggenda dell’Olandese volante.

Leggenda romantica che ho molto amato , anche per la mia esperienza di marinaia che di tempeste ne ha vissute parecchie.

La nera nave che solca i mari e che tutti vedono da lontano con il suo equipaggio di morti , quel comandante angosciato che per una antica colpa è costretto a navigare incessantemente e solo ogni sette anni gli è concesso di gettare l’ancora per cercare una donna che lo ami e che sia disposta a seguirlo per morire per lui e con lui ha sempre infiammato la mia fantasia romantica.

Ho ascoltato per radio la splendida edizione di Bayereuth e dalla bacchetta magica e potente di Oksana Lyniv sono uscite tutte le note meravigliose che accompagnano la triste storia .

Direzione decisa e potente , raffinata e colta , mai avevo sentirto cosi’ nettamente sortire il tema d’amore e di morte che si intreccia con il vento e la disperazione dell’Olandese .

Anche il dolente appello d’amore inascoltato del perdente Erik è stato assecondato con tutta la raffinatezza necessaria ( c’è già Lohengrin dentro) e lo si coglie con faciltà nell’ultima bellissima aria che inutilmente l’infelice innamorato canta all’ostinata Senda ormai perduta nel suo sacrificio.

Tutto questo ho provato ascoltando questa splendida edizione poi grazie alla generosità di cari amici ho visto la messa in scena di Tcherniakov e non ci ho trovato niente di quello che speravo e credevo di vedere.

Un antefatto inutile , un villaggio molto stilizzato e moderno , una recitazione impeccabile e niente vele , niente albero di maestra nero , niente equipaggio fantasma, niente ritratto misterioso , niente del fascino misterioso del dannato capitano.

Una bravisima Asmik Grigorian  ,esaltata ragazzina sempre un po’ sopra le righe , un bar del porto , un interno borghese e quell’antefatto che ci racconta , come al solito avviene con le regie odierne , tutta un’altra storia che finisce ovviamente sovvertendo il finale dell’opera –

Ci sono rimasta male .

Pur apprezzando l’elegante regia , la cura della recitazione degli interpreti tra cui spiccano oltre alla già citata Grigorian ,il solito e solido Georg Zeppenfeld ho ascoltato un notevole marinaio ( Attilio Glaser) dalla bellissima voce  e un po’ meno a me gradito il canto molto wagneriano delll’Erik di Eric Cutler nonchè l‘inadeguatezza vocale di John Lundgren nel ruolo del titolo non mi resta molto altro da dire .
Forse , senza volere spoilerare niente risulta evidente la possibilità di utilizzare la musica wagneriana come colonna sonora adatta a tutti gli usi .

Oggi Wagnar avrebbe fatto i soldi inventando i suoi meravigliosi leitmotiv per raccontare storie di Kundry che ammazza Klingstor ( ed era pure accettabile ) di Isolde che spara a Tristan e fugge con Kurwenald ( molto meno accettabile) , di una non ben definita vendicatrice che spara all’Olandese e di questo passo si arriva cambiando anche l’autore , peraltro apprezzato da Nietzche, a Carmen che uccide Don Josè.

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