Nel momento del crollo delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) molte piccole etnie cercarono una loro strada di democrazia , non sempre facile , non sempre riuscita completamente . Tra queste mi aveva incuriosito la Georgia per il semplice fatto che una persona a me cara e della quale mi onoro di avere un’amicizia sui social non solo formale scrive i suoi post in una lingua misterisissima e dai segni grafici eleganti.
Un giorno le ho chiesto il perché di questa strana grafia ( mi sembrava addirittura indiana ) e lei mi ha spiegato con grande orgoglio che la loro è una lingua antica , unica al mondo e che è parlata soltanto dai tre milioni di georgiani che la abitano.I suoi post spesso polemici nei confronti della gestione politica del suo paese mi rivelano quanto sia difficile per un paese povero anche se sicuramente molto orgoglioso e con una propria storia antica da proteggere trovare la strada della vera democrazia.
Dal marzo di quest’anno , sull’onda della tragedia ucraina , anche la piccola Georgia ha fatto il primo atto formale di richiesta per aderire all’Unione Europea.
Così la piccola repubblica si unisce alla lunga lista di chi vuole scegliere il proprio destino democraticamente ; sappiamo che i tempi saranno lunghi , che la lista di chi bussa alla porta dell’Europa è lunga e il percorso complicato , ma la strada intrapresa è quella giusta anche se l’allargamento a Est passerà attraverso una sorta di compromesso che veda un’unione a due velocità, i passaggi sono molti e molto complessi , ma la strada indicata è quella giusta.
Per la cronaca l’amica georgiana che mi onora della sua amicizia si chiama Anita Rachvelisvhili , credo che nessuno più di lei possa essere un ambasciatore perfetto per garantire la piena consapevolezza europea del suo paese.