Diario napoletano tre

I Vespri di Emma

Ci ha messo proprio tutto la Dante in questi Vespri, che forse però non risultano  il suo spettacolo migliore.

Come al solito l’opera va vista dal vivo e certi colori e atmosfere non rendono in video : resta però la fatica  di non apprezzare al pieno il polpettone nazional-popolare storico che forse nel simbolismo troppo enunciato ( Stato- Mafia) perde un po’ del suo valore.

La rivolta popolare con ostentazione di volti stra-noti di vittime illustri della Mafia risulta un po’ troppo dichiarata a tesi.

Se poi si aggiunge ( eufemisticamente) una non perfetta direzione musicale , cori così-così organico orchestrale al minimo (per un grand-opera) il risultato non brilla per perfezione.

Ma lo spettacolo piace comunque  , soprattutto per la compagnia di canto che da il meglio di sé in questa ultima replica in cartellone.

Maria Agresta bellissima e in gran forma , Mattia Olivieri e Alex Esposito verdianamente perfetti , anche Pretti ha un ottimo squillo.

Restano in negativo i costumi davvero orrendi di Vanessa Sannino , impietosi per chi non è bello del suo.

Si ha la spiacevole sensazione che mancando registicamente un numero congruo di prove ogni cantante canti per conto proprio e il magico mix risulti scenicamente scollegato.

Comunque abbiamo nell’ordine : la citazione dei Pupi in battaglia, passando per i mori portavasi di Caltagirone per arrivare anche alle luminarie di Santa Rosalia e lo scintillio degli ori di Monreale.

Non tutto ma di tutto : crocifissi e processione compresi.

Il pubblico napoletano e con amiche straniere orfane del mancato concerto di Kaufmann , gradisce soddisfatto, poi ci aggiungiamo la bellezza del Teatro SanCarlo e siamo contenti tutti.

Diario napoletano – due

Volete un aiuto ? sono in treno , destinazione Napoli e per un attimo non capisco a chi si rivolge la signora dietro di me , sono sola e se voleva aiutarmi a levare il piumino avrebbe dovuto dire “vuole “? , poi capisco, seno entrata del regno di Napoli e qui si parla napoletano e si da del voi come se fossimo in una commedia di Eduardo.

Alla stessa commedia assisto in piazza del Gesù  bellissimo show di un Pazzariello che davanti a santa Chiara vende un cornetto rosso portafortuna : tre giri con formule varie , poi : “ per cosa volete il beneficio ?

cena a lume di candela, relazione duratura o vincita al Lotto ? aggiunge tre numeri sulla ruota di Napoli , cinque euro.

Le turiste se ne vanno felici con il cornetto rosso del valore di pochi centesimi.

Il sole splende e io cammino in un mondo a parte in cui lo splendore e la sporcizia , le chiese opulente e i motorini che follemente corrono nei vicoli e che ,grazie ai molti santi partenopei non ammazzano i turisti ,fanno parte dello stesso teatro.

Qui è tutto precario e contemporaneamente eterno , capisco il fascino che questa metropoli millenaria e fatiscente  esercita sui romantici nordici , anche se personalmente troverei il viverci una vita troppo faticosa.

Caravaggio , un folle lombardo che qui ha lasciato capolavori in abbondanza : al Pio monte della Misericordia ritrovo le Sette opere di misericordia che non so perché nella memoria avevo piazzato in un altro museo.

Non affronto San Gregorio Armeno e rinunciando per sempre a pagare col bancomat un taxi che allora diventa correttissimo torno verso il mare che luccica ovviamente come da cartolina.

Al Gambrinus , fascino del vecchio caffè , ovviamente si parla con i vicini e si scoprono amicizie musicali nuove.

Un sottofondo di rumore : canzoni , ritmi afro , è Carnevale e un padre ostenta una pargolina in braccio vestita da caramella Rossana.

Si avvicina l’ora di andare all’opera.

Diario napoletano -1

Un’avventura ferroviaria

In viaggio per Napoli , ovviamente senza il concerto di Kaufmann, ma ho un bellissimo incontro con la carissima Maria Agresta , quindi non ho rinunciato.

Percorso studiato a tavolino per evitare il lungo cammino a Termini per noi poveri marchigiani , quindi stazione Tiburtina , sempre molto problematica per me.

Nella discesa mi aiuta una deliziosa capotreno e mi avvio con molti convenevoli e spiegazioni per la coincidenza.

Chilometrate di sottopassi e ascensori quando , parlando con un gentile signore che stava aspettando il mio stesso treno mi sono accorta che… avevo lasciato la borsa nel treno precedente.

Panico totale : no borsa , no telefono , no portafoglio…

Al samaritano Uno chiedo il suo telefono, chiamo il 112 e mentre un poliziotto cerca di individuare il numero di treno da cui sono scesa passa il samaritanio Due , un ferroviere giovane e svelto che trova subito il numero del treno e in un attimo parla con la capotreno che mi aveva aiutato a scendere , samaritana Tre ha in mano la mia borsa e mi propone di portarmela tra un’oretta : stesso sottopasso , stesso numero.

Aspetto che il tempo passi e piano piano la crisi di panico mi passa , nel frattempo le ho pensate tutte : mai più viaggiare , poi in subordine mai più viaggiare da sola , terzo e definitivo stop alla vita attiva che testardamente cerco ancora di fare.

L’ora passa molto lentamente e gli ultimi minuti sono di surspence….ma la giovine arriva e io mi ritrovo la borsa in mano con tutta la vita che contiene.

Risalgo alla biglietteria e all’incredulo addetto spiego la mia disavventura ma ( e l’avevo già messo in programma) devo fare un biglietto nuovo perché a quell’ora passano solo le Frecce.

Pago volentieri , scrivo mentre la Freccia mi porta a Napoli , sono solo un paio d’re di ritardo in tutto.

Ma forse la stazione Tiburtina ha in sé qualcosa di malefico , me lo sentivo partendo che avrei avuto qualche problema , non pensavo fosse così allucinante.