Un’avventura ferroviaria
In viaggio per Napoli , ovviamente senza il concerto di Kaufmann, ma ho un bellissimo incontro con la carissima Maria Agresta , quindi non ho rinunciato.
Percorso studiato a tavolino per evitare il lungo cammino a Termini per noi poveri marchigiani , quindi stazione Tiburtina , sempre molto problematica per me.
Nella discesa mi aiuta una deliziosa capotreno e mi avvio con molti convenevoli e spiegazioni per la coincidenza.
Chilometrate di sottopassi e ascensori quando , parlando con un gentile signore che stava aspettando il mio stesso treno mi sono accorta che… avevo lasciato la borsa nel treno precedente.
Panico totale : no borsa , no telefono , no portafoglio…
Al samaritano Uno chiedo il suo telefono, chiamo il 112 e mentre un poliziotto cerca di individuare il numero di treno da cui sono scesa passa il samaritanio Due , un ferroviere giovane e svelto che trova subito il numero del treno e in un attimo parla con la capotreno che mi aveva aiutato a scendere , samaritana Tre ha in mano la mia borsa e mi propone di portarmela tra un’oretta : stesso sottopasso , stesso numero.
Aspetto che il tempo passi e piano piano la crisi di panico mi passa , nel frattempo le ho pensate tutte : mai più viaggiare , poi in subordine mai più viaggiare da sola , terzo e definitivo stop alla vita attiva che testardamente cerco ancora di fare.
L’ora passa molto lentamente e gli ultimi minuti sono di surspence….ma la giovine arriva e io mi ritrovo la borsa in mano con tutta la vita che contiene.
Risalgo alla biglietteria e all’incredulo addetto spiego la mia disavventura ma ( e l’avevo già messo in programma) devo fare un biglietto nuovo perché a quell’ora passano solo le Frecce.
Pago volentieri , scrivo mentre la Freccia mi porta a Napoli , sono solo un paio d’re di ritardo in tutto.
Ma forse la stazione Tiburtina ha in sé qualcosa di malefico , me lo sentivo partendo che avrei avuto qualche problema , non pensavo fosse così allucinante.