Vento di Soave nella Marca classica

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Nella Marca classica si svolge il Festival Pergolesi Spontini giunto alla sedicesima edizione. Un festival coltissimo quest’anno dedicato in modo particolare ad esplorare la vita e il tempo di Federico II di Hoestauffen che proprio a Jesi nacque ,forse in una tenda davanti alla chiesa di San Floriano dove la madre Costanza d’Aragona lo diede alla luce.

Nel bellissimo programma del festival c’è l’albero geneaologico degli Hoenstaufen , Federico II , Re di Sicilia , Re di Germania e imperatore nacque da Costanza , nipote di quel Ruggero II d’Altavilla regnante in Palermo nel primo secolo del primo millennio , fratello dil Federico I , detto il Barbarossa.

Il festival quest’anno prende il titolo da un verso di Dante “Vento di Soave “

riferito proprio al tempo in cui Costanza diede alla luce quel piccolo imperatore di Germania nato forse per caso  in questa Jesi medioevale e turrita .

Nacque qui anche quel Giovanbattista Pergolesi che poi nella sua breve vita svolta particolarmente al Conservatorio di Napoli ci ricorda quanto le Marche abbiano dato natali a tanti illustri musicisti.

Di Pergolesi va in scena in scena il suo primo gioiello barocco e pensare che sia l’opera d’esordio di questo grande compositore riempie veramente di stupore.

Il lunghissimo titolo non tragga in inganno. Li prodigi della grazia divina nella conversione e morte di San Guglielmo duca d’Aquitania.

L’opera corre leggera con musiche piacevolissime anche al nostro orecchio meno educato alla musica settecentesca.

, Detto più semplicemente il San Guglielmo fu eseguito la prima volta nell’estate del 1731 a Napoli nel chiostro del Monastero dei Filippini .Il dotto programma ci spiega le fonti e i probabili ripescaggi di alcune arie in opere successive , come la più famosa e ultima Olimpiade .

A Napoli questo filone religioso si disseminò attraverso traduzioni e rifacimenti e in scena potevano manifestarsi apparizioni sacre e miracoli , potevano avvicendarsi luoghi diversi e lontani , intrecciarsi eventi tragici e situazioni comiche , infatti c’era sempre anche un personaggio buffo che si esprimeva in napoletano e che in effetti si rifaceva al teatro spagnolo , a partire anche dai numerosi rifacimenti del Burlador de Sevilla di Tirso da Molina.

Intrecci culturali incredibili , nel programma quando si parla di Federico II e si arriva dai trubadores ai Minnesanger viene da pensare a questa Europa piccina che invece era già così piena di contaminazioni tanto tempo fa.

Tornado alla rappresentazione che ho avuto la gioia di vedere e che devo alla cortesia del direttore artistico del Festival Vincenzo De Vivo, mi ha colpito l’altissimo livello delle splendide voci , l’eleganza dell’allestimento e soprattutto la perfetta esecuzione de Les Talens Lyrique diretti da Christophe Rousset.

Una serata da segnare tra le cose preziose che si possono godere , abbastanza raramente , nel nostro paese.

La regia nella sua semplicità , pannelli scorrevoli a formare le varie tappe della vita del Santo impreziositi da videoproiezioni astratte che perfettamente si intonavano con la musica barocca, estremamente funzionale e leggera.

Due ore e mezzo volate in un attimo e mi piace nominare tutti e cinque i cantanti : Raffaella Milanesi ( San Guglielmo) , Sofia Soliviy ( Padre Anselo e San Bernardo ) l’angelo delizioso di Arianna Vendinelli , Clemente Antonio Daliotti ( Cuosemo) e Maharam Heseynov ( il Demonio).

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Mi faceva notaro con orgoglio il direttore artistico che le tre voci femminili , preziose , sono tutt’e tre italiane !
Ma sono tutti nomi da ricordare , come mi piace ricordare un verso dell’angelo “ non si vendica il ciel con chi si pente , chi si duol del fallir torna innocente” e la bellissima , dolce aria “tra fronda a fronda” di padre Arsenio.
Un vecchio amico che mi ha incontrato nel Foyer d’ingresso si è detto stupito che fossi lì; forse non pensava che quando si ama la musica la si ama tutta , ovviamente compresa la musica barocca.

Un ‘ultima casualità divertente : venivo dalla casa di mio figlio che abita a Chiaravalle ,ovviamente in Via San Bernardo.

4 thoughts on “Vento di Soave nella Marca classica

  1. Che bellezza! e la storia di Costanza d’Aragona? Le avventure delle principesse pedine, cosi’ sovente spagnole – fino all’epoca di Napoleone Imperatore che poi ha messo fine a tutto. ll Santo Impero Romano – si parla d’intrecci!

  2. “Vento di Soave “,bellissimo titolo come l’opera e la storia che descrivi con tanto talento.
    Come al solito ti ringrazio.Sempre impero da te.Non sappevo che Pergolesi è stato nato alla Marche.

    • Giovanbattista Pergolesi nasce a Jesj , poverissimo e pieno di talento , un prete lo manda nel Regno delle due sicilie a studiare. Per questo in effetti appartiene alla grande scuola napoletana .

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