Davvero la Storia presenta il conto e in maniera crudele lo Stato di Israele si trova davanti ad un bivio epocale , qualunque sarà la svolta che prenderà questa terribile vicenda niente sarà più uguale come era fino alla settimana scorsa.
Non sono bastati i grandi scrittori , i poeti , gli scienziati che hanno fatto grande lo stato israeliano a fermare la deriva perché questo ultimo contestatissimo governo non mettesse a nudo i nodi irrisolti della sua storia.
Non è stato sicuramente solo l’orribile e vile attentato di Hamas a scatenare tutta una serie di nodi irrisolti verso i quali prima o poi Israele si sarebbe trovata a rispondere.
Il popolo palestinese non è come la polvere da nascondere sotto il tappeto ; è carne e vita , sono uomini , donne e bambini ( tanti) che stanno gridando il loro diritto ad uno Stato riconosciuto .
Due popoli , due Stati , non è uno slogan utopistico , difficile semmai è la strada per arrivarci , lo è sempre stato ma oggi è diventata l’unica soluzione fondamentale.
Non sarà , e auspico che non accada , una azione militare cruenta a risolverla , la fine di Nethaniahu è già politicamente segnata , piuttosto un non facile e lento cammino diplomatico sperando che nel frattempo non si scateni un nuovo fronte nel nord del paese.
Il nodo degli ostaggi si intreccia col destino degli abitanti di Gaza City, sono ore contate per migliaia di feriti negli ospedali che non hanno più riserve di medicinali , è la mancata apertura del varco dall’Egitto per fare entrare aiuti umanitari e contemporaneamente fare uscire gli stranieri , tutti fattori drammatici che possono fare precipitare gli eventi.
Sarà la ragionevole pazienza diplomatica per riallacciare quel patto dei Figli di Abramo di cui per primo parlò tanti anni fa Giorgio La Pira e potrebbe essere anche una Europa consapevolmente unita a coadiuvare un processo di equidistanza , non parlo di pace , che riesca a pacificare quel Medio Oriente da cui molti di noi sono un giorno venuti.