Un viaggio

Si viaggia in tanti modi . In questo solstizio d’estate ho fatto un viaggio strano , soprattutto nella memoria.

Una motivazione lieta , forse anche inutile , la vita ormai aveva già sancito una unione che aveva già solide basi , soprattutto nel cammino

degli anni

Ed ecco l’effetto parallelo che sovrasta l’evento in sé, tornare sui proprio passi , fare un salto nella vita di ieri  : un tempo ero molto felice …non ora  (parafrasando il poeta) .

Si contano i presenti e chi non c’è più e si contano anche tutte le insegne cambiate , le rotatorie , i prati verdissimi , abbastanza offensivi per chi quel paesaggio l’ha sempre rivestito di neve.

Poi invece le sicurezze . Niente cambia anche se tutto cambia , inevitabile però il senso di straniamento : rifare molti passi indietro , forse è il rischio di chi campa troppo e la conta non è sempre facile .

Ma ci sono tanti , purtroppo non tutti , i nipoti ed è una vera gioia vivere con loro un tempo un po’ più lungo di quello dei pranzi di Natale e dintorni e questo è un bell’effetto positivo.

In più a complicare la tenuta psicologica c’è il  fatto che il solstizio è l’inizio di  un ciclo , impercettibilmente le giornate cominciano ad accorciarsi anche se non se ne accorge nessuno al di fuori di chi un certo retaggio di magia se lo porta dentro nell’inconscio.

Infine  , se proprio c’è il rischio di buttarla sul depresso ci salva uno spritz   e la serata riprende quota , aiutati che il ciel ti aiuta.

La foto di copertina ha un titolo importante : foto di Panda rossa d’epoca con Dolomiti.

Ps. Ricordarsi semmai mi capitasse in futuro un altro evento estivo montano : ricordarsi di portare una felpa , da viaggiatrice consumata un simile errore è un segno di decadenza 

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