C’è un momento in cui si arriva a sperare che qualcosa possa cambiare nelle nostre ormai impigrite abitudini , che si possa cominciare a sperare in una riapertura dei confini comunali , regionali o addirittura che si possa tornare a viaggiare e anche se questo per il momento appartiene più alla speranza che ai fatti concreti mi viene da domandarmi come reagiremo , noi persone adulte e stanche di fronte all’ipotesi di una nuova ritrovata libertà di movimento .
Me lo chiedevo, quando passando davanti alla fermata del bus che prendevo per andare in aeroporto ,ho provato quasi un senso di panico .
A distanza di un anno da quando ho preso l’ultimo aereo , a distanza di sei mesi da quando ho preso l’ultimo treno avrò di nuovo la voglia di mettere nell’ormai famoso trolley amaranto le mie cose che in un tempo ormai lontanissimo cominciava a sembrare la valigia di Mary Popping che si faceva da sola?
Fino a ieri non ci avevo pensato, ma il senso di disagio che mi ha procurato l’idea del riprendere un ipotetico viaggio , l’idea molto più banale di “vestirmi” la sera per uscire mi ha fatto un po’ paura .
La pandemia ha colpito nell’inconscio molto di più di quanto fino ad ora ci siamo resi conto.
Se e quando ne usciremo ci guarderemo intorno come sopravvisuti , spogliati dalla protezione delle mascherine , denutati agli sguardi del prossimo , privati da ogni protezione fisica .
Non so se faranno il passaporto vaccinale , molte norme sulla privacy e sul diritto alla difesa della libertà individuale ne frenano la fattibilità e anche se molti già possiedono l’attestato della doppia vaccinazione, basterà per sentirsi liberi di affrontare quel mondo nel quale personalmente e incoscientemente ho seguitato a muovermi fino all’autunno scorso ?
Mi sono accorta che il mio cervello lavora a due velocità : da una parte la voglia di rimettermi in viaggio , di realizzare quei sogni ai quali ho aspirato per mesi e d’altra parte la paura che questo possa di nuovo realizzarsi .
Sarebbe l’ultimo crudelissimo scherzo di questa pandemia alla quale per adesso sono sopravvissuta , ma che potrebbe avere ucciso in me la voglia di vivere che mi ero tenuta dentro finchè non ho realizzato che forse ormai comincia ad essere troppo tardi per rimettermi in cammino.
Mi è già venuta questa realizzazione. Il peso delle sole memorie diventa schiacchiante.
Una giornata particolare , il peso degli anni , sono la prima a sperare di superarla , anche se mi pare tanto difficile.
a un certo punto della vita è più faticoso ripartire