Un libro di guerra

E’ opinione diffusa asserire che contrariamente a quanto è successo in Germania il nostro paese non ha avuto il coraggio di analizzare il passato fascista attraverso una rimozione assolutoria delle colpe storiche mentre invece i tedeschi questo coraggio lo hanno avuto.

Non ho strumenti di storico per fare mia questa affermazione anche se devo ammettere che sia gli scrittori i che  il teatro e il cinema tedeschi ci hanno raccontato con coraggio crudele le loro colpe e il loro passato senza rimozioni.

Pensavo invece al nostro paese , ai nostri scrittori qualche giorno fa quando ri-leggevo , la mia è un’età di riletture , un piccolo libro di Beppe Fenoglio , un autore che fu molto amato in famiglia e del quale a suo tempo lessi quasi tutti i suoi libri .

Morì molto giovane e forse le sue fortune letterarie rimasero ristrette ad un pubblico , per lo più maschile , intorno a lui sicuramente si è creata una sorta di culto da addettti al lavori , relegandolo fra i cosiddetti scrittori di guerra.

E scrittore di guerra Fenoglio lo fu ,ma crudele testimone di quella guerra partigiana che vide nei suoi luoghi piemontesi non solo una guerra contro l’invasore tedesco ma piuttosto una guerra fratricida tra quei ragazzi italiani che restando fedeli alla Repubblica di Salò furono anche più crudeli dei loro alleati tedeschi nei confronti dei partigiani badogliani .

Ragazzi saliti in montagna per difendere la terra dal nemico comune che però rispecchiarono in qualche modo una lotta di classe  , i ragazzi del popolo contro i figli della borghesia colta che ugualmente presero la strada della montagna e finirono addirittura a ucccidersi fra di loro.

Pagine potentissime che potrebbero servire anche oggi a interpretare meglio quello che fu lo spirito della Resistenza in tutte le sue sfaccettature .

A guerra finita da noi si preferì stendere un velo sopra le colpe , i peccati , le viltà , la ferocia attraverso un prevalere del “volemose bene” che perdonava senza passare dal’analizzare i perchè tante vicende che erano accadute.

Il piccolo libro di Fenoglio : Una questione privata non è la sua opera più celebrata che resta Il partigiano Johnny ,probabilmente non è neanche una stesura definitiva , l’ho ripreso in mano proprio nei giorni intorno alla celebrazione della Resistenza e mi ha fatto pensare quanto sarebbe utile per i ragazzi di oggi leggere anche un po’ di storia italiana senza fermarsi alle letture imposte scolasticamente che quando va bene arrivano alla Prima guerra mondiale . 

Diffficilmente i docenti azzardano la lettura che praticamente attraverso il ventennio fascista fa da ponte alla Seconda guerra mondiale che si può anche leggere come un  proseguimento della Prima.

La costruzione dell’Europa unita nasce dai grandi errori del secolo breve , ma non mi pare che in questo avvio del nuovo millennio ci sia stata la capacità di trarre insegnamento da tutto il sangue che ci siamo lasciati dietro.

Meno abbondante della letteratura tedesca , abbiamo però lo splendido cinema di Roberto Rossellini , opere di Montaldo , di Lizzani e tra i libri merita un capitolo rilevante la produzione intensa illuminante di Beppe Fenoglio.

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