UN CAVARADOSSI PER TRE

Un Cavaradossi per tre IMG_0598Capita nei periodi di astinenza di rivedere i DVD e di ascoltare i CD in nostro possesso e capita anche di rivedere su Classica la Tosca di Monaco che sarà ripresa la prossima estate in memoria del regista Luc Bondy recentemente scomparso.

Per caso pochi giorni prima avevo rivisto la Tosca di Zurigo e allora per completare la tripletta ho riguardato anche la Tosca di Londra.

Sono tre messinscena diverse tra loro e dirô alla fine di questa piccola riflessione quale delle tre sia la piû cara al mio cuore.

Se guardiamo l’ordine cronologico prima viene Zurigo poi Monaco e ultima Londra , ma questo non ha la minima influenza sulla mia valutazione.

Comincio dalla Tosca di Monaco che in Karita Mattila una Tosca strepitosa ,una tigre appassionata non piû giovanissima , gelosa e innamorata del suo giovane amante per il quale ( e sono note di regia ) prima viene la sua arte , poi la politica e ultimo l’amore.

Ciô non toglie che sia sua la piû bella aria piena di sensualità …e lucean le stelle…e sia anche un inno disperato alla vita.

La Mattila ci regala del suo un “vissi d’arte ” strepitoso nel momento piû dolente delle sua resa .

 

La Tosca di Londra tradizionale nel piû puro stile R O H ci propone invece una Tosca bella e leziosa quanto basta, fino al punto di indicare vezzosamente con le ditina alzate il suo civettuolo” ma falle gli occhi neri” !

Bryn Terfel potentissimo nella voce conciato in orrida bruttezza anche per via di una infame parrucca di cernecchi spelacchiati ha comunque dalla sua la perfezione del canto.

La regia di Jonathan Kent , more solito , mi ricorda quello che diceva un mio amico a proposito dei film di Ivory : ottimi film di arredamento.

Ma dove questa Tosca é straordinaria é dal punto di vista musicale , la bacchetta di Sir Tony ci regala di un’opera magari anche troppo ascoltata sottigliezze mai sentite e che invece sotto la sua sapiente direzione rivela una partitura di raffinatezza ineguagliabile.

 

E vengo alla Tosca di Zurigo . Qui Robert Carsen gioca pesante e ci regala una Tosca con la Diva Emily Magee rovesciando la scena fino al tuffo finale del teatro nel teatro spiazzante e sconvolgente.

Il barone Scarpia qui é bello ed elegante e la sua perfidia lussuriosa risalta nell’interpretazione raffinata e non banale di Thomas Hampson , una volta tanto in stato di grazia.

Certo é una Tosca per chi di Tosca ne ha viste tante ma é quella che a me ha dato tutta la carica emotiva che fa risaltare come in filagrana tutta la potenza della musica di Puccini

 

Di Jonas Kaufmann che dire? Tre Cavaradossi diversissimi ed insieme credibilissimi, mai banale e riesce a darci

l’impressione di essere sempre quel pittore abbastanza sprovveduto che per la stupida gelosia di una donna finisce per fare una fine eroica che probabilmente non avrebbe mai neanche cercato.

Quel giovane con la giacca stropicciata di velluto che entra in scena col Corriere della Sera in mano é nel mio cuore come quel suo strepitoso rotolarsi disperato sul pavimento nella straordinaria apertura del terzo atto.

C’é da dire che comunque come riesce a morire lui in ogni allestimento é particolare , come se veramente quei colpi gli arrivassero davvero a tradimento anche se li fa precedere da piccoli sguardi frettolosi , quasi un angoscioso presagio d’angoscia e di paura, che aggiunge sempre , in ogni allestimento….cosî muore un artista!

2 thoughts on “UN CAVARADOSSI PER TRE

  1. Grazie dal magnifico articolo “Un Caravadossi per tre”, molto apprezzato di me,come amante dell’opera che sono.
    E anche per il suo bellissimo italiano.Il mio non è molto buono,ho difficoltà con
    le doppie.
    Mi piace molto Bryan Terfel.
    Saluti.
    “Angela March”da Madrid.

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