
Un caro amico gentile mi manda il link e in un piovoso pomeriggio di novembre ho ascoltato il concerto inaugurale della stagione della Scala : la Terza di Mahler diretta da Daniele Gatti.
Certamente non era la prima volta che l’ascoltavo , amo talmente il compositore ,ne ho anche tutti i Cd delle sinfonie , ma sarà stato il tempo così intimamente triste di questo mese ,forse il mio particolare stato d’animo , forse una specie di raccoglimento dell’anima che sempre la musica mahleriana mi procura succede che questo particolare ascolto mi ha riportato indietro , ai ricordi familiari , ai concerti ascoltati con la mamma , a mia sorella che amava Mahler ma ne trovava faticoso l’ascolto perché la faceva soffrire con quel suo accavallarsi di temi spezzati , il rincorrersi di temi e pensieri musicali.
Allora ho pensato alle parole di un filosofo lette qualche giorno fa e che cerco di riportare a memoria perché mi avevano tanto colpita :
Siamo fatti di tutti i nostri morti e le morti della nostra vita , cioè di tutte le separazioni e le lacerazioni , dei pezzi di noi che ci siamo persi in ogni perdita subita.
Forse solo in questa musica difficile e faticosa nella quale rincorriamo attraverso i nostri pensieri tutte le nostre lacerazioni , le nostre memorie mancanti ci possiamo ritrovare interamente.
Non sono le indicazioni che avrebbero dovuto scandire il senso dei movimenti ( e che poi Mahler aveva cancellato dal programma ) ad accompagnarci .
E’ quel senso grandioso del creato che ci accompagna fino al Lied di Nietzche e che poi si conclude nel festoso scampanio infantile a darci la dimensione di un senso compiuto alla nostra esistenza cosicché il pacato Largo finale mi ha riportato ad una pace faticosamente ritrovata .
La voce della commentatrice racconta dell’apparizione di Elina Garança apparsa dietro le arpe biancovestita e pareva che avesse le ali.
La sua voce e la bacchetta di Gatti mi hanno davvero portata lontano , il miracolo della musica sta tutto lì , nell’essermi sentita in un piovoso pomeriggio di novembre ,una piccola parte del Tutto .
Grazie, Adriana. Non mi sorprende che tu sia Mahleriana – anch’io, da sempre. Leggendo le tue parole, intendo tutto man mano che leggo (e vedo l’angelica Garanca – l’ho scoperta in scena all’Opera di Parigi 20 anni fa) sicché consacrero’ il pomeriggio all’ascolto della Terza. Ne ho bisogno. Ti mando un caro saluto.