TRISTANO

Seconda e ultima giornata a Bayereuth.

 Mattinata fresca , aria dolce , andiamo all’Eremitage , uno Schloss classico da queste parti , con le grotte , i laghetti e le ninfee nei giardini ordinati all’italiana. Tutto pulito , silenzio e gentili signori che quando sentono che parliamo italiano ci salutano garbatamente.Io rispondo con il mio tedesco maccheronico , ci amiamo molto , evviva l’Europa unita e guai chi me la tocca!

Festpielhaus:

Ci sarebbe da fare soprattutto un pezzo di costume per la varia e in certi momenti incredibile umanità che ci si incontra.

Si va dal giapponese in kimono, allo scozzese in kilt alle pazze ottantenni in nude look.

Abbondano le tedesche in quelle che a casa nostra considereremo camicie da notte  , magari a fiori, qui sono ostentate come abiti da sera.

C’è pure la signora con le piume in testa e una specie di Carmen Miranda con banane sul ciuffo.

Ma c’è soprattutto la più bella , amatissima opera di Wagner : quel Tristan und Isolde che me lo fece amare da quando ero una ragazzina, purtroppo massacrato da una regia demenziale della Katharina Wagner che se seguita a imperversare difficilmente mi rivedrà da queste parti.

Dirige Tielemann, non è tra i miei favoriti , ma il suo Tristano simil Karayan devo dire obiettivamente che non è male.

Scopro il mistero della fossa : ho un biglietto in prima fila ( fantastico!) e faccio la foto vietatissima. Non è proprio che la buca sia letteralmente sotto , è solo un pò nascosta al pubblico e così gli orchestrali suonano in maglietta e bermuda.

Stasera era la prima di una ripresa: leggerò in seguito cosa ne pensano i critici di mestiere .Pre me stonano un pò tutti , cantano con grande potenza vocale , ma la presa di voce non è perfetta sia di Stephen Gould , Tristano un pò balena spiaggiata in pigiama che di Isolde di Petra Lang che obiettivamente per il mio gusto stona un pò troppo.

Validissima Brangàne di Christa Mayer e il Re Marke di Georg Zepperfeld. Riconosco il piccolo Tansel Akzeybek sentito come Arlecchino anni fa a Salisburgo nei Pagliacci.Non ha fatto carriera e mi dispiace. Ottimi anche Kurnevald :Greer Grimsley e Melot di Armin Kolarczyk, sfido a ricordarmi in nome in seguito!

Bruttissimi costumi , inutili , come sono inutili le brutte scene. 

Per me la regista ha il problema dell’horror vacui..evidentissimo nel terzo atto quando infila tutta una serie di triangoli massonici con simil-Isolde a riempimento dei quarantacinque minuti di delirio di Tristano che fra l’altro non ha neanche una benda a giustificare una qualche ferita..

E poi Marke si porta via Isolde che non muore , così impara a mettergli le corna!

Scendiamo dalla collina comunque soddisfatti , veramente con la musica nel cuore.

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