Terza settimana di Avvento

Sembra di essere tornati indietro di sei mesi : c’è molto silenzio intorno .

Anche se sui giornali si vedono le foto di folle nelle strade dello shopping in realtà a guardare bene sullo sfondo si vedono le faccie annoiate dei commessi nei negozi vuoti . Le luci di Natale illuminano facce perplesse di un mondo popolato da persone mascherate , nessuna fantascienza avrebbe immaginato qualcosa di simile . Con le dovute differenze è tutto il mondo occidentale raccontato in questo fermo immagine apocalittico : un piccolo virus ha fermato una civiltà basata sul consumismo come valore universale.

Ho fatto un sogno : ero in fila in una piazza non meglio identificata e aspettavo con ansia di entrare in una tenda nella quale mi avrebbero fatto il vaccino , era un sogno bellissimo e quando mi sono svegliata ho capito quanta speranza non solo per me ci sia in quest’attesa salvifica.

Poi non si vaccineranno tutti , per quelli che ne dubiteranno forse basterà ricordare tutte le malattie dalle quali siamo stati salvati con i vaccini : l’antipolio che fu una grande conquista e prima ancora quei vaccini che facevo da bambina e ho ancora sbiadito sul braccio sinistro il segno di quello che chiamavamo il “vaiolo”.  Malattie scomparse grazie alla scienza che non ha smesso mai di andare avanti .

Sta per arrivare un periodo particolare dell’anno che sta per finire e se da un lato ci saranno problemi per chi ha nostalgia dei raduni familiari allargati ci potrà consolare il fatto che un maggior raccoglimento potrà forse essere foriero di una maggiore capacità di raccoglimento spirituale. 

L’albero di Natale brilla nelle case fatto quasi dappertutto con un certo anticipo, i segni contano , anche il presepio  che fa parte di questa sacra rappresentazione privata .

Mi fanno compagnia in questo tempo di attesa i bellisssimi canti sacri del concerto del lunedì di Monaco , scelta preziosa di un cantante a me caro che racconta di Maria attraverso il bosco di spine e nel canto bachiano sulle parole di Lutero in piedi davanti alla tua grotta  .

I giorni passano lenti , la vecchiaia piombata addosso nella consapevolezza che tutto quello che mi resta da fare è starmene chiusa in casa . Mi concedo solo il rischio di andare a prendere ogni tanto a scuola l’ultimo nipote , bravissimo e mascherato mi sorride con gli occhi dopo tutte quelle ore di scuola rigorosamente imbavagliato e obbediente.

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