Sull’ascolto dei Meistersinger

Leggo sempre e con molto piacere le riflessioni e le critiche di un illustre esperto in tutto : FMC e lo seguo dagli anni in cui mi deliziava con i suoi inarrivabili Papillon che poi ho ritrovato raccolti nell’Aristocratico di Leningrado a uso e consumo di coloro che non ne godevano su Classica.

Recentemente il Nostro è stato a Francoforte per dei Meistersinger che per una buona metà non gli erano piaciuti ( ah! la regietheater) e poi  ha cambiato idea attraverso una specie di divinazione circa il rapporto tra Eva e Hans Sachs. 

Strano , perché io quel rapporto nascosto lo avevo capito tanti anni fa in una edizione del Maggio Musicale al tempo in cui amavo i baritoni perché quel bel calzolaio di mezz’età mi aveva conquistato e avevo capito il nascosto desiderio della giovinetta. Era il 1986 e dirigeva Zubin Metha, il cantante era   Bernd  Weikl

Poi a Salisburgo , in una deliziosa edizione tutta in miniatura scoprii il lato tragico e umano di Beckmesser , non una caricatura ma un povero essere pensante e vittima della sua stessa intransigenza , di quello ricordo anche il nome : era Markus Werba.

Dove però divergo totalmente dal giudizio del colto spettatore è nel valutare come la figura più debole e incongrua sia nel ruolo  di Walther von Stolzing ;  ci credo se lo mascherano da cavaliere ridicolo delle fiabe o se  lo relegano a partner stucchevole da principe azzurro!

Ma se hanno avuto la fortuna che ho avuto io in ben due repliche di godere le fortunate peripezie di Jonas Kaufmann nel ruolo possono capire quanto divertente ed esplosivo sia il messaggio wagneriano affidato al rinnovatore musicale ( che poi è praticamente lui stesso).

Intanto la sua entrata in scena da cantautore con chitarra e cuffia auricolare al collo ci racconta già la sua estraneità al mondo ammuffito dei cantori , poi le gags si seguono , addirittura diverse in ogni replica  ( dalla clamorosa uscita alla fine del primo atto con il gesto dell’ombrello fino al divertente ruttino sul tetto del camioncino di Hans sorseggiando una lattina di birra ) , tutto un susseguirsi di gioiose invenzioni che accompagnano il canto mirabile che scorga con naturalezza e che lo porterà alla vittoria sulla Pegnitz

Tutto questo per dire che in una stupenda opera come sono i Meistersinger giocano con notevole importanza le capacità attoriali e di introspezione dei vari cantanti chiamati alla bisogna.

Dove sono perfettamente d’accordo col mio illustre esperto è nel dire che il Quintetto è una delle più belle pagine mai scritte in tutta la storia della musica  ( Selig vie die Sonne) dall’attacco di Eva fino alla fine è una pagina che quando il morale scende serve a riconciliarmi con la vita.

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