SHI “si faccia”

 

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Il Macerata Opera Festival apre con una raffinata opera contemporanea : SHI , dedicata alla figura di uno straordinario personaggio : il gesuita maceratese Matteo Ricci.

SHI significa …”si faccia “ e ripercorre attraverso le suggestive sonorità compositive di Carlo Boccadoro ,maceratese anche lui e nell’occasione anche alla bacchetta, la vita dello studioso che , particolare non trascurabile , è ancora oggi l’unico occidentale ad essere sepolto nella Città proibita.

L’opera si articola in cinque momenti della vita del monaco : dalla partenza dall’Italia , attraverso tutta una serie di difficoltà e scoraggiamenti nell’apprendimento di questa lingua difficile da capire e ricordare fino a entrare nella sua logica ed a esserne padrone tanto da potere esercitare la sua missione di religioso finalizzata a portare la religione cristiana nell’Estremo Oriente più misterioso .

La sua meta e aspirazione era quella di arrivare fino all’Imperatore della Cina , impresa tanto più ardua per le enormi distanze da percorrere , dalla difficoltà di entrare in qualche modo in relazione con i colti Mandarini con cui riuscì lentamente ad entrare in contatto.

Si fece cinese tra i cinesi , si fece portavoce della cultura occidentale attraverso espedienti vari , uno dei quali fu il portare un orologio fino alla corte di Pechino.

La narrazione è basata sulle lettere del carteggio che Matteo Ricci intrattenne comunque col padre a Macerata e sono lettere bellissime , piene di suggestione e sono stata la traccia su cui ha lavorato Cristina Ligorio , regista e autrice del libretto.

Un impianto scenico semplicissimo , tre figure in scena ,due baritoni : rispettivamente Matteo , Roberto Abbondanza e Bruno Taddia , l’uomo che guarda e un attoreTimone Tangolo , il viaggiatore.

Le musiche sono eseguite da un Ensamble di percussioni e da due pianoforti La massima suggestione ci viene dalle video preiezioni di Igor Renzetti che commentano il racconto attraverso tutta una serie di immagini proiettate su velari che scendono dall’alto e ci ìillustrano la difficile impresa dell’ apprendimento di questa lingua basata su ideogrammi bellissimi e tanto difficili da memorizzare .

Un percorso intellettuale durato un tempo storico lunghissimo , diciotto anni ci aveva messo Matteo Ricci , anzi Li Madou questo fu il suo nome cinese , per arrivare alla corte imperiale ormai abbigliato da Mandarino anche se morì senza riuscire a vedere il volto dell’Imperatore.

Matteo Ricci nacque a Macerata nel 1552 e morì a Pechino nel 1610.

, lavorò alla elaborazione e alla traduzione di mappe di quell’immenso paese che nell’immaginario europeo era sempre rappresentato lontano , all’angolo e invece il cui nome era addirittura La terra di mezzo .

Fu matematico , sinologo e cartografo , ma soprattutto il gesuita maceratese contribuì ad avvicinare due culture tanto lontane fra di loro da essere adesso considerato  una specie di antesignano della possibile integrazione tra popoli così culturalmente diversi.

 

Uno spettacolo elegante e bellissimo nelle sue suggestioni cui hanno sicuramente contribuito anche i giovani dell’Accademia di Belle Arti di Macerata , giunti alla fine sul palco , numerosi e festosi , orgogliosamente

fieri del loro lavoro raffinato ed elegante.

Una serata particolare , un’altra perla sortita dalla vulcanica sempre stimolante inventiva di Francesco Micheli , un Direttore artistico che resterà comunque nella memoria e nella gratitudine di una intera città alla quale ha veramente dato una nuova spinta culturale.

 

 

 

 

 

2 thoughts on “SHI “si faccia”

  1. Affascinante. “SHI” sarebbe dunque un vocabolo cinese? è l’inverso di “IHS”.

    • Shi , si faccia fu quello che disse l’imperatore della Cina nel concedere la sepoltura a Matteo Ricci nella Citta proibita

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