Si ha la sensazione di sedersi su quelle poltroncine dell’Bayerischstaatsoper allineate intorno al Bösendorfer di Kaufmann , in quella sala da musica casalinga che abbiamo imparato a conoscere in questi lunghi mesi di astinenza musicale .
Il suono ovattato del pianoforte tanto diverso dallo Steinway su cui Deutch suona normalmente fa si che questa registazione così familiare e intima sia davvero dedicata a tutti coloro che riconoscono tutti gli zugabe dei tanti concerti a cui abbiamo partecipato.
L’ordine casuale dei pezzi , la dolcezza che comunque accompagna le scelte più note insieme alle scoperte preziose di brani che non avevamo mai sentiti ci porta verso un mondo di ricordi personali del duo maestro -allievo così accentuato in questa registrazione che risente decisamente di un tono intimo e che ad un orecchio abituato alle perfezioni di altre registrazioni in studio suona in certi momenti addirittura strana.
Siamo dietro la porta a origliare e diventa divertente sapere in che modo si è arrivati a questa selezione così personale e così diversa da tutto quello a cui ci aveva abituato Kaufmann nella preziosità delle sue registrazioni.
Un disco minore ? forse si ma non per questo sarà meno amato da tutti coloro che la voce del tenore così diversa da ogni altra ( piaccia o no la sua personalissima emisione vocale ) fa sì che appena la si sente , magari in una trasmissione radio colta di notte, si abbia come un tuffo al cuore.
Se poi dovessi dire quello che ho amato di più è stata la scoperta di quel Beethoven a me sconosciuto di Adelaìda con quello strano sposamento di accento in tedesco che rende anche più ottocentesco l’italiano Adelàide.
Si va avanti e indietro nel tempo in questo ascolto basato sui gusti personali nato durante uno strano periodo di silenzio dei teatri nel quale sembra addirittura prevalere il risorgere delle memorie.
Un tempo staccato , un tempo fermato . Di questo CD ci rimarrà una strana impressione , quella del mondo sospeso nel quale abbiamo vissuto tutti che ancora tarda a ritornare come era .
Sembra così lontano tanto che le romantiche musiche ottocentesche diventano stranamente ancora più vicine alle nostre tristi sensazioni di oggi.