C’è una chiesa a Napoli , scura scura con degli scalini davanti , poco invitante e soprattutto immersa del traffico della piazza Trieste e Trento .
Per anni ho pensato che fosse chiusa poi una mattina di domenica ,mi faceva male la solita sciatica e non ce la facevo a camminare per tutta la grandezza della Piazza del Plebiscito , ho scoperto che era aperta per la Messa.
Da quella domenica , quando sono a Napoli quella è diventata la mia chiesa e ne ho fotografato gli interni a cominciare da una classica Madonna dei Sette Dolori nella prima cappella a destra.
C’è anche un bellissimo presepe napoletano , fatto da un parrocchiano , ancora abbastanza nuovo ma perfetto perché ritrae la chiesa con tutto il suo ricchissimo contorno di palazzi.
Ho fatto di sfuggita , cercando di non farmi notare , anche una bellissima foto della sacrestia con il parroco ( credo che sia lui ) in conversazione con persone anziane mentre accarezza un piccolo barboncino che se ne sta tranquillamente sul tavolo come a partecipare alla conversazione.
Oggi leggo sul giornale un piccolo trafiletto dedicato alla scomparsa di un produttore cinematografico , una vita spezzata di una persona che nella vita deve averne passate tante e con la fantasia tutta partenopea è passato dal carcere al teatro e infine anche alla televisione.
Ma non è la persona di cui fino a oggi non sapevo niente a incuriosirmi.
Sono le due righe finali : il funerale di terrà nella chiesa di San Ferdinando , la chiesa degli artisti.
Una rivelazione , ecco perché amavo tanto quella chiesa , senza saperlo avevo scelto tra le mille meravigliose chiese napoletane quella che in qualche modo è la più vicina al mio cuore.