Raccontare le opere

Una domanda molto semplice : nonna qual è la tua opera preferita?

Una risposta di getto :il Don Carlo di Verdi .

 Forse se mi fossi messa a pensare ne avrei tirate fuori tante di opere predilette ma la prima risposta è quella che conta e tale è rimasta.

A questo punto tre paia di occhi intelligenti mi hanno chiesto di raccontare la storia .

Io allora sono partita dalla pace di Cateau Cambrésis , da Enrico II e Filippo II passando per Schiller e ho anche detto che l’opera originariamente Verdi l’aveva scritta in francese perché gliela avevano commissionata a Parigi e  qualche anno più tardi ne aveva fatto anche una versione italiana . 
Poi ho cominciato a raccontare la storia , tragica e semplice di un amore , probabilmente inventato fra due personaggi realmente esistiti , della Santa Inquisizione e del ruolo pesante che aveva in Spagna nel XVI secolo , insomma ho raccontato la storia attraverso la storia e con la storia.

I miei interlocutori attentissimi alla fine mi hanno chiesto se magari un giorno gliela faccio pure vedere quest’opera che ha risvegliato tanti interessi a loro occhi.

Faccio tutta questa premessa per dire che non è è attraverso percorsi ammiccanti , citazioni cinematografiche , battute attualizzanti che si fa un buon servizio per tentare di avvicinare all’opera chi dell’opera ormai non ne sa nulla. 

Invece attualmente illustri menti giovani , affabulatori e registi di fama intrattengono in televisione , comunque in orari fuori-orario quelli che potrebbero essere secondo loro  (e la vulgata recente ) i futuri spettatori di un ‘opera , ammesso che mai in futuro se ne possa rivedere qualcuna .

A mio modestissimo avviso non è con gli ammiccamenti all’attualità che si avvicinano i giovani o comunque tutti coloro che per cambiati gusti musicali del mondo della lirica non sanno più niente. 

Un po’ perché l’opera costa troppo , un po’ perché il mondo comunque gira e non riusciremo a fermarne la fatale mutazione del gusto ma l’opera lirica ha un suo fascino segreto fatto principalmente di musica che deve parlare al cuore , di storie che qualche volta sono così complicate che non bastano decenni per riuscire a raccontarle senza intrecciarsi nella improbabile trama. Raccontare il Trovatore o la Forza o avventurarsi col Boccanegra può essere impresa quasi eroica , poi però se si vuole fare colpo possiamo sempre avere di riserva una Bohème o la Traviata , magari anche una Butterfly che si va sul sicuro.

Perché è la musica che conta , magari con un allestimento intelligente , non troppo antico e non troppo rivisitato : quelli antichi perché proprio gridano vendetta e non si possono più vedere , quelli troppo rivisitati perché  gli sprovveduti pseudo-futuri nuovi spettatori non ci capirebbero niente.

Chiedo la luna ?

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