
Una mattinata di sole , risalgo il Corso della mia tranquilla città di provincia e osservo le persone che incontro con lo sguardo indagatore per controllare che tutti indossino la mascherina in maniera regolamentare .
Per la verità ormai la portano quasi tutti correttamente , anche se spesso poi se l’abbassano per fumare , per rispondere al telefono e si scordano di riportarla subito in posizione corretta .
Mentre con lo sguardo indagatore controllo e spero che l’obbedienza alla norma banale sia osservata da tutti vedo venirmi incontro un terzetto di giovani donne nerovestite mussulmane .
Hanno tutt’e tre la mascherina chirurgica , parlano e sorridono , disinvolte dietro il loro velo , o perlomeno quello che è l’equivalente dello stesso.
Capisco la loro naturalezza a nascondere il viso e mi viene da sorridere : mi sembra quasi che questo ribaltamento di costume ci venga a ricordare quanto ormai si siano omologate le differenze rispetto anche alle norme.
Non la vedo assolutamente come una rivincita dell’Islam , lungi da me pensarlo . Probabiilmente quelle tre giovani donne sono ancora molto discriminate in casa , i loro uomini sono ancora molto più padroni dei loro corpi di quanto lo siano gli uomini occidentali , salvo forse che ad alcuni dei nostri connazionali piacerebbe e molto che questa sudditanza fosse ancora valida dalle nostre parti!
Quello che mi piace pensare è invece che loro sono naturalmente abituate a coprire il viso , mentre noi ci soffriamo molto a farlo.
Forse alla base dell’obbedienza allla mascherina si deve anche il diverso controllo che con questa regola sia stato più facile combattere il virus in Oriente , soprattutto in base a quello che abbiamo visto in Sud Corea ed anche in Cina.
Il mondo è diventato tanto più piccolo e il dilagare allucinante della pandemia ce lo conferma , siamo davvero tutti nella stessa barca solo che le tre ragazze nerovestite islamiche mi sono sembrate più naturali dietro il loro velo delle mie impacciate connazionali italiane.