Per Toto

Sono un po’ stufa di questa caldissima estate in cui ne succedono di ogni sia a me che e ai miei amici più cari . 

Stamani , per dire l’ultima ,ho avuto anche un incidente di macchina .per fortuna finito con molti disagi ma nessuna conseguenza grave.

Ma non è di questo che oggi voglio scrivere e non voglio neanche fare il solito “ coccodrillo” in memoria ma il ricordo allegro di una serata a Leningrado nel 1984 mi porta a ricordare festosamente Toto Cotugno.

Eravamo in allegra compagnia curiale , avvocati di tutta Italia in un locale , molto molto russo e lo “sciampaskoi “correva a fiumi.

E’ stato allora che un ufficiale in divisa dondolando tra i tavolini si è avvicinato al palco dell’orchestrina e imbracciato il microfono  come un kalashnikov,  guardandomi con occhi dolci da ubriaco mi ha cantato : “lasciatemi cantare perché sono un italiano … seguito dal coro che per potenza  poteva essere quello dell’intera Armata Rossa e che lo ha seguito calorosamente.

La voce di Toto Cotugno era stato il sottofondo di tutto il nostro viaggio , ovunque ci fermavamo i tovarish non avevano altro modo per comunicare con noi , la voce roca del nostro cantante un po’ snobbato dalle nostre parti era veramente un divo in URSS.

A me tutto sommato la canzone un po’ piaceva per quel verso : “un partigiano per Presidente “, con i tempi che corrono quasi quasi mi viene voglia di versare una lacrimuccia per quell’Italia lontana e che fatico tanto a riconoscere in questi giorni così angosciosi.

Intanto l’attuale Tzar elimina i nemici come al tempo di Boris Gudonov , con buona pace di chi ancora crede che in Russia nei secoli le cose siano cambiate.

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