Pensieri musicali

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Non so se succede anche ad altri ma a me dopo una serata come quella della Scala mi ci vogliono un po’ di giorni per rientrare in equilibrio spirituale.

I social , come echi di emozioni, servono in questi casi a non entrare in una spirale di nostalgia

Succede così che anche l’ammirazione per il bellissimo teatro di Wiesbaden rientri nella magra consolazione di sapere che il miracolo si è ripetuto anche un’altra volta e fortunate le persone che si sono permesse il lusso di seguire la tournée in varie piazze.

Particolarmente una brava fotografa ( devo dire per me anche più brava che non nei  suoi amorevoli dipinti) la quale riesce a cogliere tutta una gamma straordinaria di espressioni di Jonas nel suo “raccontare” le sfumature di ogni Lieder.

 

Si leggono invece fiumi di cretinate da parte di persone che non lo hanno mai visto dal vivo e soprattutto sentito veramente che seguitano a dirsi tra di loro quanto era bravo Pavarotti.

Mi fanno tenerezza , è difficile far cambiare idea a chi confonde il proprio passato di emozioni con la bravura di chi arriva dopo..

A questo proposito mi sono trovata a riflettere anche sul diverso modo di mettere in scena un capolavoro assoluto come il Parsifal.

Passa da una settimana su Classica un Parsifal del ’92 da Bayereuth, un cast di tutto rispetto ,la musica è sempre quella magnifica ma  la messa in scena produce un effetto ridicolo per il gusto odierno, fino anche a falsare il significato spirituale dell’opera.

Quei cavaleri del Graal-birilli tutti a marciare a tempo in girotondo con calici in mano oggi fanno un po’ ridere e Kingstor tra fumi d’artificio a cascata che fa la faccia feroce nel manto da Mago fa capire che il gusto del pubblico cambia con la velocità della luce in certi ambiti.

L’operazione filologica di Classica ( certi passaggi di video comunque costano sicuramente meno) è comunque utile , non mi ricordavo quanto fossero buffi i Tannhauser delle mia adolescenza , forse per questo ci ho messo tanto ad apprezzare Wagner , infatti il mio primo  vero innamoramento fu un Rienzi in forma di concerto a Dresda.

 

Lascio le riflessioni sull’operazione nostalgia e sul cambiamento del gusto anche in ambito musicale per ritornare al mio amatissimo tenore pensando però che la Callas non è mai passata di moda , né nei pochi preziosi suoi video ,né nel mio ricordo di ragazzina.

Kaufmann  tra i moltissimo pregi ha anche quello di rendere credibili tutti i personaggi che fa suoi , così è facile che giovani , magari un po’ più acculturati delle masse , riescano a trovare nelle sue vicende operistiche quel soffio di verità che necessita per non vederne solo il plot narrativo e il parlato desueto.

Recitar cantando …e non è il solo oggi :c’è una nuova generazione di cantanti che studia , che sa di avere anche le telecamere addosso , che magari fa qualche sacrificio per la linea tanto è dimostrato che non sono i  chili in più che fanno crescere la voce.

Nella mia breve visita a Milano ho incontrato ancora una volta mio cugino Angelo Loforese . Parlando del segreto della sua longevità artistica mi ha detto serio serio : non ho mai smesso di studiare .

Studiare , non  chiudersi nel repertorio , rinnovarsi e rischiare ogni volta , il segreto di un miracolo, il segreto vero dei grandi e  Jonas Kaufmann è uno di questi.

 

 

 

 

 

 

 

2 thoughts on “Pensieri musicali

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