Ci sono delle espressioni lessicali che cambiano con il cambiare degli anni : rileggendo un libro scritto negli anni 60 ( ne ho parlato nel mio ultimo blog) mi sono imbattuta in un modo di dire che era entrato anche nell’uso comune nel mio ambiente e nella mia famiglia dove c’erano c’erano anche dei parenti ebrei essendo da sempre Ancona una città mercantile e in cui c’erano addirittura due sinagoghe.
Si usava dire di una persona modesta culturalmente e anche con atteggiamenti direi in qualche modo goffi che si comportava da “negro” e dicendo così non si faceva assolutamente riferimento al colore della pelle , perlomeno non in maniera consapevole.
C’erano anche la “negritudine” e adddirittura c’era il superlativo “negerrimo”.
Chiaramente oggi per l’equivalente userei la parola “imbranato”, o quelli equivalenti in uso tra i giovani che forse neanche conosco , ma dire negro ad una persona non usa proprio più , neanche se quello è il suo colore della pelle , semmai diremmo afro o colored ,a dimostrazione che davvero il lessico cambia.
Pare che sia diventato addirittura pericoloso scriverlo sui social , si rischia di essere bannati dall’argoritmo implacabile.
Comunque sono convinta che ci sia ancora tanta ipocrisia in queste rimozioni quando ancora si stenta a considerare davvero che si sia diventati tutti uguali , a prescindere .
Il nostro lessico in disuso era soltanto un modo come un altro per ridere tra di noi per il nostro amico che faceva brutta figura in modo involontario.
Io ero e sono una povera goy , mi diverte ricordarlo con affetto anche se tutti quelli che mi chiamavano così ormai se ne sono andati via da un pezzo.